25 - Nova

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Spaces – One Direction

La triste realtà di questo quartiere situato a quasi mezz'oretta dal centro di Trenton risiede nel fatto che tutto sanno ciò che accade nelle case altrui. Ecco perché nessuno si scandalizza se Paul porta la sua amante a fare colazione prima di tornare dalla moglie e i due figli, se Kevin giura di essere pulito un giorno e quello dopo lo rivediamo strafatto al parchetto, o se mi presento al supermercato con un paio di lividi in faccia.

Non ho mai nascosto cosa succedesse in casa Villain, ex Taylor, è inutile negare un'evidenza che tutti ignorano tranquillamente. Ricevo di tanto in tanto qualche sorriso di incoraggiamento o una pacca sulle spalle, nient'altro.

A volte non c'è bisogno di avere le catene ai polsi e alle caviglie per essere schiavi. Non c'è bisogno di chiamare qualcuno padrone. È tutto nella nostra testa. Siamo vittime e basta. Che me ne faccio di una catena quand'è tutta la mia persona a essere segregata, quand'è la mia mente a supplicare pietà? Un bel niente.

Voglio andarmene da questo posto e smettere di vedere cosa succede a Carol ogni volta che suo marito torna a casa ubriaco, come si è ridotto Louis dopo il suicidio di sua figlia.

Voglio semplicemente allontanarmi dalla negatività di cui è circondato questo posto, specie quando ciò che vedo conferma le parole di Drake. C'è davvero gente messa peggio di me, non sono speciale. Sono una delle tante.

Eppure, sotto sotto, una volta tanto nella vita, mi piacerebbe essere speciale per qualcuno. Essere scelta. Essere diversa, in modo buono.

Dopo aver trascorso l'intero sabato mattina appresso alla casa e il giardino, vado a fare un po' di spesa con i soldi che mi ha lasciato Drake. Sono centocinquanta dollari, molto più di quanto mi aspettassi; dunque, di buon umore, acquisto qualcosa in più anche per me. Ad occhio esterno non sono tanti soldi, soprattutto in America, ma per chi di soldi non ne ha e non mangia regolarmente sono oro. Faccio un po' di scorte come il riso, la pasta, legumi e sughi. Buona parte della cifra evapora a causa della carne e della birra, tuttavia stringo i denti e continuo le compere.

Giunta in casa Trudy mi riserva un sorriso gentile. Per lei è routine notare qualche livido o graffio sul mio corpo, così come lo è per me vederla quasi ogni fine settimana sul marciapiede poco distante dalla via principale che porta in autostrada, quello vicino al Sexy Shop.

Pago, aggiungendo cinque dollari di tasca mia, e sistemo le buste in questo carrellino che ho trovato in garage l'anno scorso. È vecchiotto, credo fosse di nonna, ma è fondamentale per evitare che crolli a terra come una pera cotta, è palese a chiunque che non riuscirei né ora né mai a trascinare fino a casa le quattro buste colme di spesa.

Mi squilla il cellulare quindi mollo la presa sul carrellino e tiro fuori l'aggeggio dalla tasca dei jeans. È Levi.

«Pronto?»

«Ehi. Ti disturbo?»

«No, figurati. Sto giusto raggiungendo un bar, sono andata a fare un po' di spesa» converso mentre riprendo a tirare il carrellino verso destra, in direzione della strada. «Dimmi tutto.»

«Stasera ti va di uscire? Ho incrociato poco fa Aura, stava andando dal parrucchiere o una cosa del genere, e mi ha detto di sentire prima te perché, quoto: "vado dove va la mia Nova, è lei il boss".»

«Boss?» Ridacchio, incapace di farne a meno. Attraverso in fretta, facendo attenzione alle auto in arrivo.

«A quanto pare. Allora, che dici? So che al centro di Trenton dovrebbe esserci una specie di fiera. Facciamo un giro, poi ci prendiamo qualcosa di caldo et voilà.»

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