47 - Nova

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Smoke and Mirrors – Imagine Dragons

Pronunciare quelle parole mi spezza dentro. Mai, in tutta la mia vita, avrei pensato di poter arrivare quasi al punto di porre fine alla vita di una persona. Ero così arrabbiata per ciò che aveva detto, per essere stato lui il responsabile dell'incidente. Drake mi ha portato via mia madre per mero divertimento, il che è persino peggio dell'avere un doppio fine. Più ripenso all'assurdità della cosa, più realizzo cos'è davvero accaduto.

È come se al momento mi trovassi in una bolla e fossi la spettatrice. Vorrei piangere, urlare, sbraitare parolacce una dopo l'altra ma, allo stesso tempo, mi sento anestetizzata. È difficile descrivere ciò che provo.

Nemesi afferra le mie spalle e mi scosta per potermi guardare negli occhi. «Parleremo dopo, mi spiegherai ogni cosa. Ora, dov'è lui?»

Accenno con il movimento del capo in direzione della cucina. Nemesi si volta per chiudere la porta e poi mi sorpassa. Rimango ferma per una manciata di secondi sul posto, ancora incredula. Quando sento Nemesi muoversi in cucina, decido di raggiungerlo. È in piedi, una mano sul fianco, mentre esamina l'ambiente.

«L'ho... l'ho colpito in testa» mormoro. «Ma respira.»

L'Ombra mi rivolge un'occhiata prima di chinarsi e accertarsene. Annusa l'aria vicino al viso arrossato di Drake e aggrotta la fronte sentendo l'aroma di lavanda.

«Voleva colpirmi con la mazza» riprendo parola. «Ho preso la prima cosa a tiro, uno spray cattura polvere, e gliel'ho spruzzato in faccia.»

«Hai della corda?» domanda, in piedi.

Annuisco. «In garage.»

«Valla a prendere. Lo portiamo via di qui» asserisce.

Giro i tacchi ed esco fuori, dirigendomi alla svelta in garage. Fargli domande, al momento, è inutile. Ora che è qui ho bisogno che ci pensi lui, che mi guidi perché io... non ne sono in grado. Passo una mano sulla guancia, scacciando via i residui di sangue e poi mi affretto ad entrare in garage. In uno dei vecchi ripiani recupero una corda e ritorno in casa.

Drake è ancora incosciente, ma adesso sembra persino russare. Non avrei mai pensato di nutrire questo profondo sollievo nel sentire russare Drake Villain, ma ciò significa che è vivo, che non l'ho colpito così forte. Giusto?

Porgo la corda a Nemesi e lo osservo legare i polsi di Drake. Successivamente, afferra uno straccio e glielo lega alla bocca. Riesce ancora a respirare. «Apri il bagagliaio della mia auto.» Mi lancia le chiavi.

«Cosa vuoi... cosa vuoi fargli?»

«Lo portiamo all'Ade. Gli incontri non inizieranno prima di un'ora, abbiamo il tempo di chiuderlo da qualche parte» dice, sollevando il corpo pesante di Drake su una spalla.

Corro in direzione della porta e afferro la borsa prima di raggiungere la macchina, poi apro il bagagliaio. Non mi preoccupa che qualcuno possa vederci, nessuno si azzarderebbe mai a fiatare.

Dopo che Nemesi ha sistemato Drake nel bagagliaio prende posto in macchina. C'è silenzio all'interno dell'abitacolo, forse fin troppo.

«L'ho quasi ucciso» gracchio, stringendo forte le mani in due pugni. «Come ho potuto?»

«Si compiono molte scelte sbagliate in preda alla furia ma non era comunque il tuo caso. Stava per colpirti, è stata legittima difesa» ribatte Nemesi, lo sguardo fisso sulla strada. «E poi hai detto che ha ucciso tua madre.»

«Già» sussurro.

«Ne parleremo meglio dopo. Datti una ripulita alla faccia.»

Tiro giù il parasole e osservo il viso gonfio e rosso allo specchietto. Il sangue del taglio si è seccato, ma sono comunque un disastro.

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