9 - Nova

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Infinity - Jaymes Young

Devo tornare indietro, raggiungere l'uscita, peccato che l'ammasso di gente in procinto di festeggiare non me lo permetta. Mi guardo intorno, frastornata, sentendomi un animale in gabbia.

Dove vado?

Scruto un corridoio più isolato e mi ci fiondo. Forse riesco a trovare una porta sul retro? Qualcosa che mi permetta di risalire in superficie. Dio, solo pensare una frase del genere mette i brividi. Del resto, però, i lottatori non entrano mica dall'entrata principale, no? Hanno bisogno dell'effetto sorpresa, quindi deve esserci un'altra porta.

Percorro il corridoio, le voci adesso un eco lontano, e mi fermo quando noto subito una porta in legno, è parecchio scheggiato ma regge. Senza pensarci due volte, tiro la maniglia. Rimango paralizzata sul posto nel momento in cui scorgo un tizio minacciarne un altro con un coltello alla gola. «Scusate, io... ho sbagliato bagno» balbetto la prima scusa che mi viene in mente.

Chiudo la porta di fretta e sfreccio verso destra. Ancora un'altra porta. La apro, perché cos'altro posso fare se non cercare una via d'uscita? Noto subito una serie di armadietti, delle panchine, segno che questo deve essere uno spogliatoio.

Andiamo! Possibile che da qui non si esca? Chiudo la porta di scatto e impreco a bassa voce.

«Cercavi qualcosa?»

Un urlo abbandona le mie labbra, incapace di trattenerlo, mentre porto una mano al petto e mi volto di scatto. «Dio! Vuoi farmi morire di crepacuore?»

Nemesi White, sudato e un po' ammaccato, se ne sta appoggiato comodamente al muro con una spalla, lo sguardo privo di qualsiasi emozione. «Forse» ribatte.

Aggrotto la fronte, confusa. Deve trattarsi di uno scherzo. Per forza. Non può dire certe cose così alla leggera, specie quando ci troviamo sottoterra e non ho la più pallida idea di dove andare per uscire.

«L'uscita» rispondo alla sua domanda. «Cercavo un'altra uscita.»

«Ehi, tu!»

Mi giro, arretrando di qualche passo quando scorgo l'uomo di prima marciare nella nostra direzione. Il coltello minaccioso ancora in mano. Oh mio Dio. Dove accidenti mi sono cacciata?

«Che cazzo?» mormora Nemesi, al mio fianco, prima di scostarsi dal muro di slancio. «Che pensi di fare con quello?» Si rivolge all'uomo.

«Questa stronza ha ficcato il naso dove non doveva» sibila.

Faccio per parlare ma realizzo che non è la scelta più intelligente. Se c'è una cosa che mia nonna mi ha insegnato è quella di scegliere le proprie battaglie e i momenti in cui aprire bocca. A volte, seppur nella ragione, è meglio tacere. Metto in atto la sua lezione. Dopotutto, controbattere con una persona del genere non porterebbe comunque a nulla di buono. Non sembra nemmeno lucido.

«Che ha fatto?» chiede Nemesi.

L'uomo apre bocca, ma la richiude alla svelta. Ecco. «Mi ha visto con Tony. Il bastardo non ha ancora pagato.»

«E lei ti ha toccato? Deriso? Dimmi, Blade, cosa ti ha fatto per essere minacciata e rincorsa come un animale da macello?»

Blade resta in silenzio, poi si rivolge a me. «Vedi di farti i cazzi tuoi, ragazzina.» Senza aggiungere altro o salutare il ragazzo al mio fianco, se ne va.

Rilascio un respiro tremante. «Grazie.»

«C'è un motivo se questo non è un posto per tutti.»

«Me ne sono accorta» parlotto. Eppure non spetta a te venirmelo a dire.

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