29 - Nemesi

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Billie Bossa Nova – Billie Eilish

Detesto i compleanni.

Sono un inutile spreco di tempo, cibo e denaro, il tutto condito con una bella dose di ipocrisia. I peggiori sono quelli in famiglia, quando sei circondato da gente che vedi forse tre volte l'anno, durante le feste, e sei costretto a riservare sorrisi di circostanza a tutti. A seguire, i compleanni a sorpresa. Dio, chi è l'idiota che pensa sia un'idea geniale organizzare una festa a sorpresa? Sono piene di imprevisti, problemi e, puntualmente, il festeggiato non è sorpreso perché lo aveva capito settimane prima.

Non sono mai stato un tipo da compleanno, il ventotto gennaio di vent'anni fa sono venuto al mondo e ho da subito realizzato quanto sarebbe stato noioso. Con gli anni, infatti, le feste sono diventate sempre più intime, adesso l'unica ragione per cui mi azzardo ancora a soffiare su due candeline sono i miei fratelli, grandicelli a sufficienza da capire se qualcosa non va. Il pensiero di poterli deludere mi fa contorcere le interiora perciò, ogni anno, raggiungo casa e mi piazzo a capo tavola, pronto per soffiare insieme a loro.

La tensione è sempre palpabile, mi fa venire voglia di scappare nell'istante in cui metto piede dentro, ma mi costringo a stringere i denti e affrontare la situazione. Il prossimo anno mi farò regalare dei tappi per le orecchie, sono certo che a mamma non dispiacerebbe. Sono economici, pratici e utili, specie quando le discussioni si fanno più accese. Laney e Josh non sono stupidi, sanno che c'è qualcosa che non va, tant'è che fanno il possibile per tenermi occupato. Se da un lato dimostrano grande maturità per la loro età, dall'altro lato il cuore si spezza un altro po'. Detesto che debbano crescere in un clima teso quando ci sono io, per tale ragione evito il più possibile di stare a casa. Trascorrere la maggior parte delle vacanze invernali a Princeton è stata l'idea migliore che potessi avere. Avrei sentito le solite stronzate, mi sarei sentito in difetto anche quando ho ragione e non ne vale la pena.

Quest'anno sarà diverso: è il mio compleanno, decido io cosa fare.

Parcheggio davanti al 1044 della 33-NJ e scendo dall'auto. La zona è sempre la stessa, come fosse congelata nel tempo. Solite case, giardini curati al meglio delle proprie possibilità e bambini che gironzolano nell'isolato – quando non c'è rischio di ipotermia.

La porta si apre all'istante e due piccole furie strillano correndo nella mia direzione. Vengo assalito da due mostriciattoli che si aggrappano alle mie gambe ridacchiando, così fingo di essere preoccupato.

«Lasciatemi, ho ancora tanti altri compleanni da festeggiare!»

Josh ride ma si scosta, Laney copia le sue azioni l'attimo successivo.

«Buon compleanno, Nesi!» esclamano entrambi in contemporanea. Se non fossi certo che Josh ha due anni in più di Laney, direi che sono gemelli.

Mi accovaccio per poterli abbracciare e lascio loro un bacio sulla fronte. «Grazie. Siamo pronti?»

«Sì!» strillano.

«Benissimo.» Mi alzo. «Allora correte a prendere i cappotti e andiamo.» Il pomeriggio di oggi prevede una passeggiata al parco, seguita da una cioccolata calda. Se devo essere disprezzato, tanto vale andare fino in fondo. Sarà già un supplizio restare per cena.

«Nem.»

Sposto lo sguardo sulla soglia di casa e mi avvicino. Charlotte White, cinquantadue anni e splendida come se ne avesse dieci in meno. Indossa una tuta azzurra, i capelli sono stretti in una coda bassa e le labbra sono lucide, segno che deve essersi appena messa il suo burro cacao preferito. Spalanca le braccia in attesa, così mi chino per poter ricambiare l'abbraccio. «Buon compleanno, bambino mio» mormora.

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