Sign Of The Times – Harry Styles
Credevo che dopo il compleanno la vita sarebbe stata un po' più gentile con me, concedendomi una breve tregua. A quanto pare mi sbagliavo. Davo per scontato che dopo il disastro in casa, il divano sventrato e il tavolino ridotto a brandelli per gentile cortesia di Nemesi, Drake mi avrebbe lasciata in pace. Mi sbagliavo anche su questo.
Lo dimostra Drake seduto comodamente sulla poltrona che mi scruta con immenso risentimento, sulle gambe ha una mazza da baseball simile a quella di Nemesi. Conosco quello sguardo, seppur ammaccato per mano dell'Ombra, e so che ciò che ne conseguirà non sarà piacevole. «Siediti.»
E dove? La stanza è semi vuota vista la mancanza di mobili, devo per forza prendere una sedia dalla cucina. Rilascio un sospiro ma faccio ciò che mi dice. Non mi piace che sia armato né come mi guarda.
«Ti avevo sottovalutato, sai?» Ha gli occhi lucidi, credo abbia assunto qualcosa. Non mi stupisce, ho notato tracce di polvere bianca sui suoi indumenti qualche volta ma non ho mai fiatato. Accusarlo avrebbe portato solo a ulteriori maltrattamenti.
Rimango in silenzio.
«Quel ragazzo mi ha fatto fare un sacco di soldi, lo sai? Poi mi sono allontanato, ho puntato a ben altro ma forse è giunto il momento di tornare. Quei randagi del cazzo finiscono sempre per essere sbranati.»
Randagi? Intende... combattimenti clandestini tra cani? Dio, ma è terribile. Il solo pensiero di quei poveri animali, abbandonati a se stessi e sfruttati per mero piacere personale da persone crudeli, mi fa bruciare di rabbia e dolore.
«Potrei perdonarti, topolino.» Ghigna. «Potrei farlo... basterà solo che tu faccia due cose.»
Lui potrebbe perdonare me? Nemesi deve averlo colpito più forte del previsto se crede che mi azzarderò ad abbassarmi a ciò che sta per chiedermi. So già che sarà pessimo.
«Ossia?» domando. La voce esce tremante, tuttavia faccio il possibile per non mostrarmi terrorizzata. Detesto vederlo con quella mazza sulle gambe, potrebbe alzarsi e colpirmi fino allo sfinimento. Potrei non lasciare più questa casa.
«Prendimelo in bocca e poi seduci l'Ombra. Sotto il mio controllo nessuno si permetterà più di mancarmi di rispetto» asserisce compiaciuto.
Ghiaccio sul posto, incapace di elaborare le sue parole. Vuole che... che lo masturbi. E che seduca Nemesi per poterlo controllare.
Ha perso la testa.
E io con lui quando rispondo con decisione. «No.»
Drake contrae la mascella barbuta e, con prepotenza, scaglia la mazza da baseball in direzione del televisore. Lo schermo piatto si scheggia al centro, esibendo il disegno di una ragnatela. Si alza di scatto e marcia verso di me. Prima che possa alzarmi dalla sedia per mettere distanza, lui mi ha già afferrato i capelli. Sono trascorsi a malapena due giorni dall'attacco, sento ancora abbastanza fastidio ovunque, specie sul cuoio capelluto.
Il suo volto rasenta il riflesso del mio: occhi neri, labbra gonfie, tagli ovunque. Per la prima volta in vita perdo la testa e rido. Gli rido in faccia, basita da me stessa.
È solo che è tutta una follia. Ho appena compiuto vent'anni, dovrei godermi la gioventù, struggermi per i ragazzi e stare appresso all'università, invece sono incastrata in una specie di loop che finisce sempre male. Non sono stata io a chiederlo, eppure mi ci ritrovo grazie all'unico genitore che sono stata in grado di conoscere per nemmeno un quarto della mia vita.
«Cosa cazzo hai da ridere, puttana?» ringhia, livido di rabbia.
«La tua faccia» ammetto. «È uguale alla mia.»
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𝐏𝐑𝐈𝐃𝐄
ChickLitUniversità di Princeton. Il lasciapassare per chi ha in programma una carriera brillante. C'è chi accede tramite denaro o nepotismo e c'è chi accede tramite borsa di studio. È il caso di Nova Taylor e Nemesi White. Due poli opposti. Lei studia lingu...