16 - Nova

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Let It Snow! Let It Snow! Let It Snow! – Frank Sinatra

Amo il rosso. È un colore forte, grintoso, passionale, profondo. Lascia il segno. Tutti si ricordano del rosso. Eppure, profumo a parte, detesto ogni tipo di frutto rosso. A malapena tollero il pomodoro, ma tutto il resto? Troppo dolce per i miei gusti.

Da piccola, ricordo di aver fatto un centinaio di storie perché pretendevo che il mio tutù fosse rosso e non di uno stupido rosa confetto. Alla fine mamma aveva trovato una soluzione che tutt'ora trovo brillante: mi aveva cucito un tutù rosso personalizzato, da usare a casa durante le prove, a patto che a lezione usassi quello rosa. Il tutù era così grazioso che ancora lo conservo nella parte più remota dell'armadio. Non so perché non sia riuscita a sbarazzarmene ma era la prima cosa che mamma avesse fatto per me con tutto il cuore, senza mezza lamentela. Lo vedevo come un filo conduttore tra di noi, un modo per essere più legate.

Con l'avanzare dell'età e dell'entrata in scena di Drake nella mia vita pensavo che avrei finito per detestare il colore rosso, specie quando quel cremisi così vivo brillava addosso alla mia pelle. Invece ho continuato ad amarlo. Perché il rosso per me è vita. Il rosso è anima, coraggio, è rinascita. Il rosso è conforto, anche in mezzo al dolore e al desiderio di svanire.

Anche adesso, il 25 dicembre, mentre sono rannicchiata in bagno e ho un taglio che parte dal gomito e arriva fino a pochi centimetri dal polso. Dovrei andare al pronto soccorso, farmi medicare, ma mi sento spaesata, infreddolita e anche un po' impaurita. Ieri sono rimasta da sola in casa, ringraziando il cielo, ma oggi non c'è stato molto che potessi fare. La maggior parte dei negozi e dei bar sono chiusi, ciò significa che Drake non ha modo di potersi ubriacare in serenità. Ergo... è rimasto in casa tutto il giorno.

A pranzo sono riuscita a schivarlo, rimanendo chiusa in camera e mangiucchiando qualche provvista, ma a cena stavo morendo di fame. Lui era ubriaco, il salotto un completo disastro. Gli è bastato mettermi gli occhi addosso per prendersela con me. Non ho ben capito il motivo, ricordo solo che un momento prima biascicava e quello dopo aveva un coltello da cucina in mano. Stavo cercando di fermarlo quando mi ha tagliata. Non penso volesse farlo davvero, credo volesse più intimidirmi che altro, ma era troppo barcollante per riuscire a tenere ferma la mano e così eccomi qui.

Gocce scarlatte imbrattano il pavimento mentre tento di premere sulla ferita con quanta più forza possibile. Prendo un respiro profondo e mi rimetto in piedi, avvolgo un asciugamano attorno alla ferita e lo fermo con il laccio del mio accappatoio. Indosso il maglioncino, lasciando il braccio ferito al di sotto del tessuto, la manica penzolante. Di sotto non si sentono rumori, ciò significa che Drake deve essersi addormentato. Con estrema cautela apro la porta del bagno e recupero la borsa dalla camera, poi torno al piano di sotto. Ho il cuore che va a mille mentre vedo Drake russare sul divano, il coltello ancora sul pavimento. Lo getto subito nella pattumiera, poi apro la porta di casa e me la richiudo alle spalle facendo più silenzio possibile.

Andare al pronto soccorso in bici la notte di Natale non è il massimo, ma è tutto quello che posso permettermi. Visto che ci tengo a concludere il mio percorso di studi e che vorrei andarmene da questo posto direi che devo stringere i denti e andare. Ci tengo a sopravvivere.

Ignoro il brontolio dello stomaco e comincio a pedalare. Il braccio ferito, teso, mi fa malissimo. Il gelo di certo non migliora la situazione. È come se la vita mi stesse sabotando. In realtà, il pensiero di farla finita non mi è mai passato per la testa e non so se questo faccia di me un'idiota o una coraggiosa. Sta di fatto che sanguino da almeno una ventina di minuti, inizio a vedere sfocato e al pronto soccorso manca ancora un quarto d'ora.

Forse morirò sul ciglio della strada, forse verrò investita e andrò incontro allo stesso destino di mia madre. So che devo resistere ma diventa sempre più complicato, specie quando sento il primo fiocco di neve posarsi sulla guancia.

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