In My Mind – Lyn Lapid
Svegliarsi tra le braccia di colui che viene temuto da tutta Princeton è strano. Forse perché non è così che lo vedo. Nemesi White è particolare, un vero stronzo, eppure ci sono gesti che a volte ti fanno pensare: "nasconde ben altro". Non mi illudo che con me possa essere differente, sono una delle tante, è solo che non si è ancora stufato. Prima o poi il giorno verrà e ne piangerò le conseguenze perché sento che qualcosa è mutato ma è talmente impercettibile e sottile che faccio fatica a credere che sia lì.
Stamattina non volevo lasciare il letto, troppo stanca e assonnata, ma ero nella camera di Nemesi perciò ho dovuto fare lo sforzo di prepararmi come se niente fosse. La verità è che mi ha stravolto; a cominciare da stanotte, quando sono stata svegliata dalla sua mano che si muoveva piano sulla mia intimità, fino a poco prima di alzarci per fare colazione, quando ha preteso che mi sedessi sulla sua faccia. Inutile raccontare di quanto fossi rimasta sconvolta.
Levi era sotto la doccia quando ho raggiunto la cucina e grazie al cielo sono riuscita ad andarmene prima di incontrarlo. Sarei morta di imbarazzo. È già tanto che sappia di me e il suo coinquilino. Nemesi mi ha consegnato il cappotto pulito e, dopo averlo ringraziato, me ne sono andata. Ci vogliono all'incirca dieci minuti per raggiungere l'ateneo e il tempo era stabile abbastanza da permettermi di fare una passeggiata.
Adesso, mentre ascolto Aura scambiare qualche chiacchiera con una ragazza del nostro stesso corso di storia, osservo l'ambiente. La mensa pullula di gente, oggi è il martedì taco e nessuno ha intenzione di farselo scappare.
Il prossimo anno spero anch'io di poter partecipare senza dover sborsare cinque dollari a taco. Sfoggerò fieramente il tesserino e sporgerò il vassoio per ricevere il mio pranzo.
Sposto gli occhi sulla porta, notando subito Halima affiancata da Levi che si dirigono verso la nostra direzione. Sorrido. Impossibile farne a meno. Halima ha le guance rosse, Levi le sta raccontando qualcosa, poi le pizzica la guancia accaldata.
«Allora ci vediamo» sta dicendo la ragazza.
«Certo. A domani» risponde Aura.
Mi volto per salutare anch'io mentre Halima e Levi prendono posto al tavolo.
«Stellina, Impertinente, è sempre un piacere.» Levi si accomoda di fronte a me e Aura.
«Sì, mettiamo da parte i convenevoli» dice Aura, intenta ad aprire una bustina d'olio. «Com'è andato l'appuntamento?»
«Dio, sei brutale» commento, abbassando il capo per nascondere un sorriso.
«Avevi detto che non avresti tirato fuori l'argomento» borbotta Halima.
«Mi conosci?» ribatte l'amica.
«Va bene, raccontiamolo per l'ultima volta e poi niente più pettegolezzi.» Levi ci punta un dito contro. A me manca la versione di Halima ma conto di recuperare al più presto.
«Be', in realtà è abbastanza semplice: il piano ha funzionato alla perfezione e le ho chiesto se le andava bene rimanere a cena con me» racconta Levi, prima di lanciare uno sguardo ad Halima. La nostra amica è ancora più rossa ma c'è una scintilla negli occhi che non le avevo mai visto prima. Levi le piace più di quanto voglia far credere, vuole solo andarci piano e vedere come vanno le cose.
«Sei stato gentile» commenta Hali, rivolgendogli un sorriso dolce.
Porto un boccone di carne in bocca e continuo ad ascoltare Levi, lieta di vederli così contenti.
«Abbiamo parlato un po' e alla fine le ho chiesto se potessimo considerarlo un appuntamento perché ero interessato a lei.»
«Che carino.» Sospira Aura. «Devo ammettere che ci sai fare, Whitman.»
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𝐏𝐑𝐈𝐃𝐄
ChickLitUniversità di Princeton. Il lasciapassare per chi ha in programma una carriera brillante. C'è chi accede tramite denaro o nepotismo e c'è chi accede tramite borsa di studio. È il caso di Nova Taylor e Nemesi White. Due poli opposti. Lei studia lingu...