39 - Nemesi

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Don't Blame Me – Taylor Swift

«Spogliati» ordino. «Abbiamo entrambi bisogno di una doccia e mi sono stufato di questa stronzata.»

Fatico ancora a credere che un folletto gracile come la piccola fiammiferaia sia riuscita a fare un gesto del genere. Mi ha imbrattato l'auto come una delinquente. Con l'unguento della nonna di Levi.

Suppongo che l'appellativo celi un po' di verità dopotutto: ha un fuoco dentro di sé, una scintilla che delle volte scatta proprio come la capocchia di un fiammifero che sfrega contro una superficie ruvida prima di infiammarsi.

Sapevo che sarebbe arrivata a breve in palestra, ma se avesse atteso un attimo in più mi avrebbe visto rifiutare la biondina. Normalmente non ci avrei pensato due volte a scoparmela se consideriamo che di rado vado con la stessa ragazza due volte, tuttavia la piccola fiammiferaia non ha ancora soddisfatto tutta la mia curiosità. C'è ancora parecchio di lei che mi stuzzica. E poi, ammettiamolo, non mi sarei mai aspettato una scenata di gelosia da parte sua. Mentivo quando ho detto che non le dona. In realtà vederla così aggressiva a causa mia mi eccita parecchio. Come se volesse marchiare un territorio che nemmeno le appartiene.

Pagherà per ciò che ha fatto alla mia auto, può starne certa. Al momento, però, voglio solo scoparla forte.

«Scusa, cosa?» chiede, pensando di aver capito male.

Non rispondo, mi volto per raggiungere il tavolo e apro la sua tracolla.

«Che stai facendo?» Si avvicina, allarmata.

Frugo nella borsa e recupero l'inalatore. «Ti servirà.»

La piccola fiammiferaia diventa ancora più rossa di quanto non fosse già, stavolta per l'imbarazzo oltre alla rabbia. «Pensi davvero che—»

Alzo gli occhi al cielo e le afferro il viso prima di schiantare la bocca sulla sua per farla stare zitta. Parla troppo quando dovrebbe avere questa bella boccuccia impegnata in altro. Nova ricambia il bacio con forza mentre la prendo in braccio e cammino fino al bagno.

Chiudo la porta alle mie spalle con un calcio e sistemo la piccola fiammiferaia sullo stretto mobiletto accanto al lavabo. La spoglio senza troppe cerimonie e le rubo un altro bacio prima di scostarmi. «Finisci.»

Nova non replica, passa direttamente ai fatti. Raggiungo la doccia e aziono la manopola che fa partire il getto. Regolo l'acqua e poi mi spoglio anch'io. Prendo dal portafogli che tenevo in tasca un profilattico e lo indosso sotto lo sguardo imbarazzato della piccola fiammiferaia.

L'avvicino a me tirandola per un braccio. Nova si regge con le mani sul mio petto e solleva il viso. «Non posso credere che siamo nudi» bisbiglia.

Per la prima volta quasi rido. «Be', di solito va così quando si sta per fare sesso. E la doccia.»

«Smettila di dirlo.» Il collo le si è chiazzato di rosso, così come il petto.

«E tu smettila di essere così in imbarazzo. Sono già stato in mezzo alle tue cosce, Nova, e persino dentro di te. Di che ti vergogni?» domando, aprendo l'anta della doccia per poter entrare.

Nova mi segue all'interno, sempre più rossa. «Insicurezza, immagino.»

«Ti ho già detto come la penso» replico.

«Lo so. Sono io che... insomma, la ragazza di oggi era molto attraente.» Si gratta la spalla, a disagio.

Non rispondo. È vero, la biondina era sexy ma Nova non ha niente da invidiarle. E non perché voglia lusingarla, non perdo tempo appresso a certe stronzate, ma perché è la verità. Le basterà mettere su un altro paio di chili e i ragazzi cominceranno a ronzarle intorno. È un bene che al momento nessuno la guardi, ce n'è più per me e non intendo lasciarmi sfuggire l'occasione. Divorerò ogni suo cambiamento, le marcherò la pelle con il mio profumo e ogni stronzo che verrà dopo di me saprà di non essere abbastanza per lei.

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