𝐏𝐑𝐈𝐃𝐄

12 - Nova

FRIENDS - Marshmello, Anne-Marie

«Non dimentichiamo, inoltre, che anche la musica ebbe un ruolo cruciale nella vita di Lorca, in special modo quando conobbe il compositore Manuel de Falla nel 1920...» spiega la professoressa Coleman, scrivendo il nome del compositore alla lavagna.

Annoto sul quaderno ciò che ha detto mentre Aura lo digita sul suo laptop. Lo farei anch'io, se potessi permettermene uno.

«Avvicinandosi al Cante jondo, che mescola con la sua poesia, Lorca dà vita alle raccolte che prendono il nome di Canciones Españolas Antiguas. Era lo stesso Lorca ad armonizzarle con il pianoforte, pensate» continua la Coleman.

«Pranziamo con Halima oggi? Mi ha chiesto se siamo libere» bisbiglia Aura.

Con lo sguardo ancora sul quaderno rispondo: «Hm-hm.»

Aura recupera il cellulare dalla tasca dei jeans e digita qualcosa sullo schermo, suppongo stia rispondendo ad Halima.

«Il poema del Cante jondo, però, uscì dopo dieci anni» sta dicendo la professoressa. «Questo—» Il trillo della campana segna la fine della lezione e con essa l'inizio della pausa pranzo. Muoio di fame.

Ieri, dopo l'università, sono andata dritta al supermercato. Forse era il mio giorno fortunato, non lo so, ma ho trovato diverse offerte e questo mi ha permesso di acquistare più cose di quanto mi aspettassi. Drake non c'era quando sono tornata, un altro gran colpo di fortuna, così ho lasciato le buste sul tavolo e ho nascosto le mie cose nel solito posto. Dietro al comodino c'era un vecchio scompartimento che ai tempi utilizzavo come nascondiglio per le merendine che ogni tanto mi concedevo, adesso è colmo di scorte personali necessarie per sopravvivere. Partendo dagli assorbenti. Non dimenticherò mai la volta in cui dovetti mettere tre stracci nelle mutande per correre alla svelta al supermercato e acquistarne una confezione solo perché Drake si rifiutò di andare. Lo supplicai, ma per lui la partita in tv era la priorità. Da quel giorno di due anni fa, ho lo scompartimento pieno di assorbenti. Ricorderò per sempre la feroce umiliazione. Sempre.

In mensa, raggiungiamo Halima al tavolo che ha occupato. Peccato non sia da sola. Di fronte a lei siede June. Dannazione. Sono riuscita a evitarlo per tre giorni, credevo ce l'avrei fatta fino alla pausa natalizia e invece eccolo lì.

Intendiamoci, June August – sì, i suoi genitori devono credersi parecchio simpatici – è un ragazzo a posto; gentile, disponibile, forse un po' troppo accondiscendente. È solo che non fa per me. Ho provato a dargli una chance il mese scorso, quando, all'improvviso, si è presentato e mi ha chiesto di uscire. Ho visto la fatica che ha fatto e la speranza, così ho accettato. L'uscita è stata discreta, ma sin da subito non è scattata alcuna scintilla – per lo meno, da parte mia. Ho messo in chiaro di non cercare relazioni, per correttezza nei suoi confronti, e lui si è accontentato di essermi amico, il punto è che non si comporta come tale. E per questo Aura non perde occasione di punzecchiarmi.

«Ehi, Nova!» Il viso del biondino si illumina quando mi vede.

Gli rivolgo un sorriso. «Ciao, June. Ehi, Halima.»

Aura si accomoda al fianco del ragazzo, io mi sistemo accanto ad Halima. La delusione sul volto di June è palese ma è svelto a nasconderla. Mi dispiace che si senta così, non è piacevole sapere che qualcuno sta male a causa tua, però non posso farci granché. So che una persona non la si conosce mai fino in fondo, figurarsi solo dopo un'uscita, eppure a me è bastata per capire che non sarebbe mai scattato nulla. Forse questo fa di me un'idiota superficiale, ma frequentarlo sapendo che non sono interessata mi sembra pure peggio dell'amara verità.

«Ti ho preso la pasta a mensa. Una volta mi hai detto che ti piace al pesto.»

Aura trattiene a stento una risata mentre Halima lo scruta perplessa. Schiarisco la voce e gli sorrido ancora una volta. «Ti ringrazio, però ho portato del riso da casa.»