17 - Nemesi

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Desperado - Rihanna

Sabato vinco l'ennesimo incontro. Mi piacerebbe dire che si è trattata di una sfida equa, tuttavia mentirei. Suppongo di dover intrattenere una conversazione con Rusty e spronarlo a trovarmi qualcuno in grado di tenermi testa per più di cinque minuti filati.

Cazzo, sono stanco. Non si impegna nemmeno.

Alzo gli occhi al cielo e chiudo lo sportello dell'auto. Di solito dopo un incontro filo dritto a casa perché interessato solo a farmi una bella dormita e lasciare la giornata alle spalle, ma ogni tanto entro in qualche bar e mi gusto una pinta di birra. Sarà triste per chiunque ritrovarsi sabato sera, da soli, in un locale. Non per me. Non me ne faccio niente di un gruppo di persone intente a fare casino per tre ore di fila solo perché è sabato sera.

Entro allo Smithie's spingendo la porta con una mano. Sono stato qui un paio di volte e non mi dispiace. L'atmosfera è tranquilla nonostante la gente si diverta e passi un po' di tempo insieme mentre fuori c'è il diluvio. Passo una mano tra i capelli bagnati a causa della pioggia e mi accomodo su uno sgabello libero. Recupero un fazzolettino e asciugo anche il viso. soddisfatto, sollevo indice e medio per attirare l'attenzione della barista. Non me la sono ancora scopata, forse potrei farlo stasera. È una moretta tutta curve, dal seno pronunciato e gli occhi verdi foresta, proprio del mio colore preferito.

«Ciao. Cosa ti porto?» Sorride.

«Una Bud» rispondo, studiandola.

Lei arrossisce sotto il mio sguardo e mi rivolge un altro sorriso. «Arriva subito.» Si volta e si china verso il frigo. Eh, già, ha proprio un bel culo.

La barista torna con la birra e un sottobicchiere. «La bevi così o preferisci il bicchiere?»

«Va bene così, grazie.» Lei annuisce e si allontana per servire un altro cliente.

Prendo un sorso di birra mentre mi volto e faccio cadere lo sguardo sulla stanza. Ci sono gruppi di amici, coppiette, pochi adulti e... Assottiglio lo sguardo. All'angolo, seduta a un tavolo quadrato attaccato al muro, c'è la piccola fiammiferaia, davanti a lei quella che ha tutta l'aria di essere una tisana. Chi cazzo se la prende una tisana di sabato sera? Per di più a quello che dovrebbe essere "l'appuntamento" con l'idiota che le sta seduto di fronte. Tristan Bower sorride ammaliante mentre la bibliotecaria gli sta raccontando qualcosa, ma la postura racconta altro. È teso. Oserei dire infastidito.

Chiaro. Si aspettava che la piccola fiammiferaia prendesse qualcosa di alcolico, così da averla disponibile il prima possibile.

Nascondo un sorriso compiaciuto dietro la bottiglia che porto alle labbra e li osservo di sottecchi. Nova accenna una risata mentre Bower allunga una mano nella sua direzione e sfiora il gomito della ragazza. Lei non si ritrae ma non sembra nemmeno chissà quanto interessata. Se ho ragione – ed è così – i sorrisetti condiscendenti di Bower avranno vita breve. Vuole scoparsela, non gli interessa altro e la diretta interessata è l'intralcio stesso.

Prendo un altro sorso di birra e poso la bottiglia sul bancone, ed è in questo istante che gli occhi da cerbiatto della piccola fiammiferaia si posano su di me. Aggrotta leggermente la fronte, confusa e sbatte piano le palpebre, come se non credesse a ciò che vede. Torna a prestare attenzione a Bower, adesso concentrato sul cellulare, tuttavia so che il suo sguardo si poserà nuovamente su di me.

Siamo due magneti, pronti a opporci alla vicinanza che ci attrae ma che alla fine trovano sempre un modo per sfiorarsi. Accidentale o meno.

Non so cos'abbia questa ragazzina che mi stuzzica, è un'incognita che mi tormenta dal primo momento; so solo che da un giorno all'altro è piombata nella mia vita e adesso me la ritrovo di continuo tra le palle.

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