18 - Nova

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NEMESI – Marracash, Blanco

Ho la bocca impastata quando apro gli occhi e li strizzo l'istante successivo a causa della luce proveniente da sinistra. Poso una mano sulla fronte, la testa mi sta uccidendo. Dio, ma che è successo? Non ricordo di essere andata a dormire chissà quanto tardi ieri no— Un attimo.

Sono uscita con Tristan ieri sera, eravamo in un bar... come si chiamava? C'era Nemesi al bancone. O almeno, credo di averlo visto. Come sono tornata a casa?

Massaggio una tempia, frustrata. Mi sento confusa, disorientata, sento di avere i dettagli sotto al naso ma non riuscissi a definirli, come se ci fosse una spessa nebbia davanti a essi.

Poso lo sguardo sul polso e prendo l'elastico, il braccio tira un po' a causa dei punti che si stanno asciugando. Non vedo l'ora di toglierli, lavarmi è complicato e prudono parecchio.

Lego i capelli in una coda bassa, guardandomi intorno. Ora che sono un pelo più sveglia metto ben a fuoco la stanza in cui mi trovo, appurando come primissima cosa che non è la mia. Dunque ieri sera non sono tornata a casa.

Ignoro le palpitazioni del cuore e continuo l'esplorazione: il letto è singolo, le coperte giacciono placide sui miei fianchi, sulle pareti bianche non vi sono fotografie, né poster. C'è una scrivania ordinata, su di essa una lampada, alcuni libri impilati uno sopra l'altro e alcuni fogli al centro, c'è anche un astuccio. Sulla sedia girevole, proprio di fronte a essa, vi sono un paio di indumenti scuri che penzolano. Vicino alla porta ci sono due paia di scarpe, anch'esse in ordine, uno zaino nero poggiato alla parete accanto a esse. Non c'è moquette sul pavimento, solo piastrelle beige. Da dietro le tende della finestra filtrano raggi di sole che donano alla stanza un'atmosfera intima, pacifica, peccato che il mio stato d'animo sia un tumulto.

Poggio i piedi sul pavimento freddo e, nonostante i calzini, rabbrividisco. Mancano due giorni alla fine dell'anno, il freddo è più aggressivo che mai. Sono completamente vestita, il che è un buon segno, non sento dolori strani tra le gambe, mi sembra solo di essere parecchio stordita e il fatto che non riesca a visualizzare bene determinati dettagli mi innervosisce. Ho bisogno di sapere dove sono, cos'è successo ieri sera. L'idea di aver potuto dimenticare qualcosa di importante mi turba parecchio, detesto essere all'oscuro di qualcosa che mi riguarda, specie se c'è un ragazzo di mezzo.

Passo una mano sul viso e raggiungo la porta; quando la apro sento subito un odorino familiare che arriva alle narici, poi il sottofondo di un televisore acceso. Lo stomaco brontola, dopotutto non metto qualcosa sotto ai denti dal pranzo di ieri. A cena ho sgranocchiato solo una barretta ai cereali e poi sono uscita. Non avrei mai permesso che Tristan pagasse il conto della cena e di certo io non potevo pagare anche solo la mia parte, così ci siamo dati appuntamento dopo cena per un drink. La serata è andata bene tutto sommato, lui è stato gentile, anche se un po' insistente con i drink. Gli avrò detto almeno una decina di volte che preferivo evitare roba alcolica perché mi intontisce. Ecco perché è tutto così strano: sono certa di non aver bevuto una goccia d'alcol, eppure è così che mi sento. Sembra di aver beccato una mega sbronza, peccato che nemmeno ai tempi del liceo mi riducevo in questo stato, né alle due feste a cui ho partecipato insieme ad Aura. Mi piace la sensazione di relax che si crea dopo qualche birra o un drink forte, ma finisce lì. Il pensiero di non essere in grado di difendermi, scappare o, molto più semplicemente, ragionare mi manda in tilt. Ho bisogno di essere conscia, vigile, pronta a scattare. Dunque, cosa diamine è accaduto ieri sera da avermi ridotta in questo stato pietoso?

Raggiungo quella che ha l'aria di essere un'area unica. Scorgo il soggiorno, composto da un tavolino in legno che divide un divano dalla tv poggiata su un mobiletto basso. Credo ci sia anche un tappeto. Noto anche qualche pianta agli angoli. Il soggiorno è connesso alla cucina, proprio come in casa mia. Quest'ultima non è grande, c'è a malapena lo spazio per ospitare un tavolo composto da due sedute e gli elettrodomestici, forno e frigorifero inclusi. Di spalle, intento a trafficare ai fornelli, un ragazzo alto, dai capelli scuri.

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