Nella Città Sotterranea, dove la luce del sole non arrivava mai e l'oscurità era una compagna costante, Levi, Yeelen, Furlan e Isabel si ritrovarono in una radura nascosta. In quel luogo, uno dei pochi spazi dove la natura aveva trovato il modo di esistere, piccoli raggi di luce filtravano dall'alto attraverso fessure nel soffitto, creando un'atmosfera quasi magica.
Al centro della radura, su un letto di foglie, giaceva un piccolo uccello ferito. Era una creatura comune, con piume marroni e un becco sottile, ma per Isabel, rappresentava molto di più. Era stata lei a trovarlo durante una delle sue solite esplorazioni solitarie tra i detriti della città. Dopo averlo raccolto e portato a Furlan, i due avevano deciso di prendersene cura, e l'uccello era diventato una sorta di mascotte per il gruppo.
Furlan, con delicatezza, teneva l'uccello tra le mani, la sua ala ferita fasciata con cura. L'animale era stato catturato in una trappola, e ora tremava leggermente, ancora spaventato e dolorante.
Isabel, però, nonostante la preoccupazione per l'uccello, non aveva perso il suo solito spirito. Con un sorriso sornione e un tono provocatorio, guardò i suoi compagni. "Ehi, cosa aspettate? Lo vogliamo liberare o lo vogliamo tenere come mascotte da compagnia? Anche se, a dirla tutta, non so quanto si divertirebbe a stare con voi musoni."
Furlan, abituato alle frecciatine di Isabel, alzò gli occhi al cielo, ma non riuscì a trattenere un sorriso. "Sai, Isabel, c'è una cosa che possiamo fare: lasciarlo volare via, così può scappare dalle tue battutine."
Isabel gli diede una leggera spinta sulla spalla, ridendo. "Se non fosse per me, vi sareste già annoiati a morte. E poi, questo piccolo bastardo ha più voglia di vivere di quanto pensi. Lo dimostrerà appena gli daremo la possibilità."
Yeelen, che osservava la scena con un sorriso affettuoso, accarezzò l'uccello sulla testa. "Ha ragione Isabel," disse con calma. "È forte, e merita la libertà."
Levi, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, annuì lentamente. Anche lui sentiva che era il momento giusto per lasciare andare l'uccello, per dargli la possibilità di vivere libero. "Va bene," disse con il suo tono autoritario. "Lasciamolo andare."
Isabel, con un misto di eccitazione e determinazione, prese l'uccello dalle mani di Furlan e si avvicinò al centro della radura. "Forza, piccolino," disse con un tono più dolce di quanto usasse di solito. "È ora di tornare a volare. Non mi deludere, eh?"
Con un leggero tremore, l'uccello sbatté le ali, alzandosi dalle mani di Isabel. Per un attimo sembrò titubante, ma poi, con un battito d'ali deciso, si sollevò verso l'alto, volando attraverso le fessure nel soffitto. I quattro amici lo seguirono con lo sguardo, osservando in silenzio mentre l'uccello scompariva nella luce fioca che proveniva dall'esterno.
"Ecco fatto," disse Isabel con un sorriso soddisfatto. "Un'altra vita salvata grazie a me. Ora, chi è che aveva detto che non sono utile?"
Levi scosse la testa, leggermente divertito. "Non ti farei troppe illusioni, Isabel. Abbiamo ancora un lavoro importante da fare."
Il gruppo si preparò quindi a incontrare Nicolas Lovof, il nobile che aveva orchestrato la loro prossima missione. Isabel, tuttavia, non riuscì a resistere all'impulso di stuzzicare i suoi compagni lungo il tragitto. "Scommetto che Lovof è uno di quei tipi che si prende troppo sul serio. Forse dovrei dirgli un paio di cose per farlo scendere dal piedistallo."
Furlan la guardò con un'espressione preoccupata. "Non farti venire strane idee. Abbiamo bisogno di lui, e non possiamo permetterci di farlo arrabbiare."
Isabel fece una smorfia, ma non disse nulla. In fondo, sapeva quanto fosse importante quella missione. Anche se il suo istinto la spingeva a fare battute e a provocare, capiva la gravità della situazione. Il loro futuro dipendeva da ciò che stavano per fare.
Arrivati al palazzo di Lovof, rimasero colpiti dalla sua opulenza, un contrasto netto con la miseria della Città Sotterranea. Lovof li accolse nel suo studio privato, osservandoli con un sorriso calcolatore. Isabel lo studiò con occhi curiosi, cercando di capire se le prime impressioni fossero corrette.
"Benvenuti," disse Lovof, la sua voce morbida ma piena di autorità. "Ho seguito le vostre azioni con interesse. Siete pronti a iniziare?"
Levi fece un passo avanti. "Siamo qui per questo."
Lovof li condusse verso una mappa dettagliata della città sotterranea e dei passaggi segreti che portavano al quartier generale dell'Armata Ricognitiva. "Il compito che vi affido è semplice, ma non privo di rischi. Dovrete recuperare dei documenti cruciali, custoditi da Erwin Smith. Questi documenti possono cambiare le sorti della città. La vostra missione è ottenere quei documenti senza farvi scoprire."
Isabel guardò la mappa con interesse, ma non poté fare a meno di commentare. "Quindi, stiamo parlando di un colpo grosso, eh? Mi piace."
Lovof sorrise, ma il suo sguardo rimase serio. "È più di un colpo grosso. È una missione che potrebbe cambiare tutto."
Furlan, concentrato, studiava ogni dettaglio della mappa. "Qual è la nostra finestra temporale?"
"Non molta," rispose Lovof. "Erwin potrebbe spostare i documenti in qualsiasi momento. Dovrete agire in fretta."
Isabel scosse la testa, fingendo di essere seccata. "Sempre di fretta, mai un momento per rilassarsi. Ma va bene, ci penseremo noi."
Mentre uscivano dal palazzo, l'adrenalina cominciava a scorrere. Isabel, nonostante le battute, sentiva la pressione della missione imminente. Sapeva che non potevano fallire. Si voltò verso i suoi amici, un sorriso determinato sul volto. "Allora, andiamo a spaccare tutto?"
Levi annuì, guidando il gruppo verso la loro destinazione. Il futuro era incerto, ma una cosa era chiara: erano pronti a tutto per portare a termine la loro missione.
Mentre avanzavano nel buio della città sotterranea, Isabel non poteva fare a meno di pensare all'uccello che avevano appena liberato. In fondo, anche loro stavano cercando la loro libertà, combattendo per trovare un posto in un mondo che sembrava volergli strappare ogni speranza. Ma, nonostante le difficoltà, Isabel sapeva che insieme avrebbero trovato un modo per farcela.
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ALI della LIBERTÀ - Levi Ackerman
FanfictionYeelen significa "luce" ed è questo il nome che Levi ha dato a quella ragazzina pelle e ossa dai capelli scuri e mossi, dagli occhi chiari che Kenny portò a casa quando lui era solo un bambino. E fu quello che Yeelen diventò per Levi, luce in una v...