Il cielo era grigio, come sempre. Il vento soffiava gelido sulle terre desolate al di fuori delle mura, portando con sé la polvere e il sibilo di una guerra che non conosceva fine. Yeelen, insieme al resto della squadra, si era preparata per un'altra battaglia, ma il suo spirito sembrava sempre più appesantito. Il peso delle perdite accumulate, dei volti che erano diventati ormai ombre nel suo cuore, non smetteva mai di tormentarla.
La missione era semplice, almeno all'apparenza: eliminare i giganti che stavano cercando di penetrare le mura e scoprire se ci fosse qualcosa di anomalo nel loro comportamento. Erwin aveva disposto la divisione dei soldati in vari gruppi, con Levi e Yeelen a capo delle rispettive squadre. Nonostante il suo ruolo di comandante, Yeelen non si sentiva mai davvero in controllo della situazione, e il pensiero di affrontare una nuova battaglia la rendeva sempre più distante. Ma il dovere era un peso che non poteva rifiutare.
"Preparati," disse Levi, la sua voce bassa ma ferma, mentre sistemava le armi. "Questa volta potrebbe essere più difficile del solito."
Yeelen lo guardò un istante. "Lo so," rispose semplicemente, con lo sguardo fisso davanti a sé. Non c'era emozione nei suoi occhi, ma dentro sentiva che questa battaglia avrebbe avuto un prezzo ancora più alto.
Quando finalmente la battaglia iniziò, il caos esplose all'improvviso. I giganti si avvicinavano in modo più rapido di quanto avessero anticipato. Il rumore delle lame che squarciavano la carne dei mostri, il suono dei colpi di cannone, le urla dei soldati, tutto si fondeva in un unico, angoscioso coro di violenza. Yeelen si muoveva con una precisione chirurgica, colpendo i giganti dove sapeva che sarebbe stato più letale, ma ogni tanto il suo sguardo si posava su Levi, come se lo stesse cercando, anche senza volerlo.
Improvvisamente, un colpo potente scuote la terra. Un gigante, più grande degli altri, con una velocità inaspettata, abbatté una parete di mattoni con il suo piede, investendo Levi. La scena si svolse in un istante: il gigante si stava preparando per un altro attacco, ma Levi, colpito alla gamba, crollò a terra con un grido soffocato di dolore.
Il cuore di Yeelen fece un balzo, un istinto che non riuscì a controllare. Non pensò. Si lanciò in avanti, sfiorando il suo cavallo e passando accanto ai suoi uomini. Non le importava più niente della strategia. Levi stava cadendo e lei non avrebbe mai permesso che rimanesse in balia di un gigante.
"Levi!" urlò, correndo verso di lui, lanciando il suo attacco con la forza che solo l'urgenza del momento poteva dare. Un colpo rapido e preciso, e il gigante cadde. Ma non aveva tempo per fermarsi a guardarlo. Si inginocchiò accanto a Levi, che si contorceva dalla sofferenza.
"Non muoverti," gli ordinò, ma la sua voce tradiva un leggero tremore. Riusciva a mantenere il controllo su tutto, ma non su di lui. Non su Levi.
"Sto bene," rispose lui con un sorriso amaro, cercando di mascherare il dolore. "Non è nulla. Un graffio."
"Non è un graffio, Levi." La sua voce divenne più dura mentre gli posava una mano sulla gamba ferita. Sentì la carne cedere sotto la sua presa, la gamba apparentemente piegata in modo innaturale. "Ti ho visto cadere. Questo non è niente di 'leggero'."
Yeelen afferrò la sua spada, guardandosi intorno per assicurarsi che non ci fossero altri giganti in avvicinamento. Non aveva tempo per trattare la ferita di Levi sul campo, ma doveva mettere lui al sicuro prima che il resto della battaglia potesse travolgerli. "Dobbiamo spostarci," disse, mentre lo sollevava. Non c'era tenerezza nei suoi gesti, solo la necessità di agire in fretta. "C'è una tenda per i feriti dietro la formazione. Devi resistere ancora un po'."
Levi la guardò, ma non protestò. Era un soldato, sapeva che non c'era spazio per le lamentele. "Mi fido di te," disse con voce rauca.
Lo sorresse senza indugi, portandolo in direzione del rifugio dove i soldati più feriti venivano curati. Nonostante la sua indifferenza, Yeelen non riusciva a reprimere il senso di protezione che provava nei confronti di Levi. Non era qualcosa che esprimeva a parole o in gesti affettuosi, ma era un sentimento che la spingeva a fare più di quanto avrebbe fatto per chiunque altro. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma in quel momento sentiva una responsabilità che non aveva mai provato prima.
Quando finalmente raggiunsero la tenda dei feriti, Yeelen fece rapidamente il possibile per stabilizzare la gamba di Levi. Le sue mani erano ferme, precise, mentre usava il materiale di fortuna per fasciarlo. Era un gesto rapido e competente, ma il suo viso restava imperturbabile, anche se il suo respiro era più profondo e pesante del solito.
"Non è così grave come sembra," disse Levi, ma la sua voce tradiva la stanchezza. "Voglio dire, non è la mia prima ferita."
"Non devi farmi preoccupare," replicò Yeelen con freddezza, ma c'era una strana intensità nelle sue parole. "Non sei immortale, Levi."
Levi, nonostante la stanchezza, sorrise ancora una volta. "Non ho intenzione di morire oggi, quindi dovrai sopportarmi ancora per un po'."
Yeelen si fermò un attimo, fissandolo, e poi abbassò gli occhi sulla sua gamba fasciata. Sospirò, ma non disse nulla. Quella battaglia non era finita, e anche se Levi sarebbe stato fuori combattimento per un po', il dovere chiamava ancora. Ma in quel momento, in quel rifugio temporaneo tra le tende dei feriti, lei si permise solo un pensiero: proteggere chi le stava vicino, nonostante tutto. E forse, sotto quella corazza di indifferenza, anche lei non avrebbe mai potuto ignorare ciò che significava davvero prendersi cura di qualcuno.
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ALI della LIBERTÀ - Levi Ackerman
FanfictionYeelen significa "luce" ed è questo il nome che Levi ha dato a quella ragazzina pelle e ossa dai capelli scuri e mossi, dagli occhi chiari che Kenny portò a casa quando lui era solo un bambino. E fu quello che Yeelen diventò per Levi, luce in una v...