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La notte precedente alla missione, il silenzio avvolgeva la caserma come una coperta pesante. Levi, immobile accanto alla finestra, osservava il cielo stellato, perso nei pensieri che gli riempivano la mente. Le sue mani, incrociate dietro la schiena, tradivano una tensione nascosta, l'inquietudine di chi ha visto troppi volti non tornare mai più.

Yeelen, con la sua presenza discreta, si avvicinò. Rimase a qualche passo di distanza, osservando il profilo di Levi illuminato dalla luce argentata della luna. Per un attimo il silenzio tra loro fu totale, un silenzio che parlava di notti insonni e responsabilità condivise.

"Domani usciremo in ricognizione oltre le mura," disse lei, la voce calma, ma con un filo di preoccupazione. L'aria era densa, pesante, come se ogni respiro potesse spezzarsi sotto il peso dei pensieri inespressi.

Levi annuì, gli occhi fissi all'orizzonte. Non rispose subito, assorto in riflessioni che nessuno poteva comprendere fino in fondo. "Li abbiamo preparati," continuò Yeelen, cercando di scorgere una reazione. "Sanno cosa fare."

"Non è mai abbastanza," mormorò Levi, la voce aspra come il taglio di una lama. "Quando arriva il momento, la paura e l'imprevisto possono far crollare anche i più preparati."

Yeelen studiò il suo volto, gli occhi scuri in cui intravedeva un abisso di ricordi e ferite nascoste. Avrebbe voluto dire qualcosa, trovare le parole giuste per lenire quella tensione, ma sapeva che con Levi i gesti valevano più delle parole. Così, si avvicinò di un passo, fino a sfiorargli la spalla, un contatto leggero che diceva: *non sei solo*.

L'alba arrivò, fredda e carica di aspettative. L'aria era frizzante mentre la pattuglia si radunava sotto il cielo ancora sfumato di grigio. I cavalli scalpitavano, percependo il nervosismo dei soldati. Tra loro, Eren, Mikasa e Armin erano pronti, con lo sguardo determinato e i cuori pesanti.

Levi passava in rassegna la fila, osservando con attenzione ogni giovane guerriero. I suoi occhi incontrarono quelli di Yeelen per un istante, e in quel silenzioso scambio si promettevano reciprocamente di tornare, qualunque cosa sarebbe accaduta.

"Partiamo," ordinò Levi, con voce ferma e senza esitazione. Con un colpo delle redini, il gruppo si mise in movimento, le ombre dei soldati proiettate lontano, oltre le mura, verso l'ignoto. L'aria sembrava trattenere il respiro, come in attesa della battaglia imminente, della prova che avrebbe definito il destino di ognuno di loro.

La ricognizione si muoveva lenta e silenziosa attraverso la foresta che si estendeva appena fuori dalle mura. Gli alberi alti proiettavano ombre lunghe e minacciose, creando un labirinto naturale che richiedeva attenzione e destrezza. Levi, in testa al gruppo, manteneva lo sguardo fisso avanti, i sensi all'erta per qualsiasi segnale di pericolo. Ogni fruscio, ogni sussurro del vento poteva nascondere un nemico.

All'improvviso, un sibilo tagliente attraversò l'aria. L'istinto di Levi reagì prima ancora che la mente potesse elaborare: si gettò di lato, rotolando nel fango mentre una lama sfrecciava al punto in cui si trovava un attimo prima. Il colpo mancato rimbalzò contro un albero, spezzando un ramo che cadde a terra con un tonfo.

"Tutti ai posti! Siamo sotto attacco!" gridò Levi, mentre i cadetti si sparpagliavano, le mani serrate sugli equipaggiamenti di movimento tridimensionale, pronti a reagire. Gli occhi di Yeelen incontrarono quelli di Levi, e in un istante capì che la minaccia era più grande di quanto sembrasse.

Dalla penombra, una figura emerse, sicura e arrogante come un predatore in piena caccia. I lunghi capelli scuri incorniciavano un volto segnato, con un ghigno che non prometteva nulla di buono. Kenny Ackermann, con la sua presenza imponente e lo sguardo privo di pietà, avanzò lentamente, i revolver affilati in mano e il cappello inclinato a coprire parzialmente gli occhi.

"Levi, Levi... Non pensavi di vedermi qui, vero?" disse Kenny, con una voce profonda e roca che riecheggiava tra gli alberi. Il suo sorriso era una lama pronta a colpire.

Il sangue di Levi si gelò per un istante, un'ombra del passato tornata a tormentarlo. La presenza di Kenny era un colpo che risvegliava vecchie paure e ferite mai rimarginate. Ma la sua espressione non tradì nulla: solo un freddo, intenso disprezzo. "Kenny," sibilò, preparando le lame, le mani ferme nonostante la tensione. "Hai scelto il posto sbagliato e il momento sbagliato per la tua ultima caccia."

Prima che Yeelen potesse intervenire, Kenny si mosse con una velocità sorprendente, scattando in aria con l'equipaggiamento di movimento tridimensionale, le pistole scintillanti pronte a sparare. Il gruppo si disperse, ma Levi sapeva che era lui il bersaglio. Ogni muscolo del suo corpo era pronto, ogni fibra tesa in attesa del colpo successivo.

Yeelen, senza perdere tempo, si lanciò in aria per cercare una posizione vantaggiosa. "Levi, non farlo da solo!" gridò, sapendo che la furia di Kenny non si sarebbe fermata finché non avesse visto il sangue.

Kenny ridacchiò, uno sguardo di pura follia negli occhi. "Oh, ma guarda chi si preoccupa. Mi chiedo, Levi, quanti di loro saranno ancora qui alla fine di questo gioco?"

Il primo colpo risuonò come un tuono, una scarica che infranse il silenzio della foresta e diede inizio al loro letale duello.

ALI della LIBERTÀ - Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora