Il tramonto ormai svaniva, lasciando spazio a un cielo grigio e senza vita, mentre la squadra di Yeelen si muoveva velocemente verso la base. Il rumore dei cavalli che correvano copriva le voci, il respiro pesante dei soldati che non riuscivano a distogliere gli occhi dalle ombre che si allungavano sul campo. Ogni angolo, ogni piccolo movimento sembrava nascondere una minaccia. La missione era stata un successo, ma non senza costi. E le cicatrici, seppur invisibili, erano già lì, pronte a farsi sentire.
Levi, con il suo passo veloce e il viso impassibile come sempre, stava davanti al gruppo con la sua squadra, dando ordini precisi a chi doveva occuparsi delle reclute stanche e ferite. Yeelen camminava al suo fianco, il corpo stanco ma la mente ancora lucida. Ogni passo era ormai automatico, ma dentro di lei la consapevolezza della fatica era incolmabile.
Jean, con il volto ancora segnato dalla tensione, si avvicinò a Yeelen mentre i cavalli rallentavano. "Capitano, siamo quasi arrivati alla base," disse, la voce roca per lo sforzo. "Le reclute... stanno bene, ma ci vorrà del tempo per recuperare."
Yeelen annuì, ma non rispose subito. Guardò Levi, che si era fermato a qualche passo di distanza, parlando con uno dei soldati più giovani che sembrava aver appena superato il momento di panico. Il suo volto rimase impassibile, ma Yeelen sapeva che anche lui stava elaborando tutto ciò che era successo quel giorno. Non c'era niente che non avesse già visto, ma ogni volta era come se fosse la prima. La guerra contro i giganti non lasciava mai tregua.
"Jean," disse Yeelen, "assicurati che le reclute restino unite. Non c'è spazio per disperdersi, anche ora che siamo sulla strada di casa." La sua voce era calda, ma ferma. Jean annuì, correndo via per dare gli ordini necessari. Yeelen lo osservò per un momento, ammirando la sua crescita, ma anche consapevole che il vero banco di prova sarebbe venuto nei giorni successivi.
Il suono delle porte della base che si aprivano li accolse come una liberazione. Ma nemmeno lì la sicurezza era garantita. Yeelen lo sapeva bene: dentro quelle mura si respirava sempre una certa tensione, come se nessun posto fosse davvero al sicuro. Soprattutto quando i giganti continuavano a muoversi nei paraggi.
Levi, che ormai aveva raggiunto la porta della base, si fermò e si girò verso di lei. "Tutto è sotto controllo. Eren e gli altri sono stati riportati al sicuro. Ma non dobbiamo abbassare la guardia. La nostra missione non finisce mai qui."
Yeelen lo guardò, il suo viso indurito dalla fatica, ma gli occhi ancora pronti a sfidare tutto e tutti. "Sì," rispose. "Non finisce mai."
Mentre entravano nel campo sicuro della base, le luci tremolanti al di là delle mura apparivano come stelle distanti. Ma anche dentro, sapevano che la lotta per la sopravvivenza non si sarebbe mai fermata. La pace sarebbe stata solo un'illusione. Ora, più che mai, dovevano stare uniti.
Levi si avvicinò a Yeelen mentre si dirigevano verso la zona di debriefing. "Hai fatto un buon lavoro oggi," disse, la sua voce sempre breve e pragmatica, ma c'era una nota di approvazione che Yeelen riconobbe. Non erano parole che Levi diceva spesso, ma quando lo faceva, sapeva che significavano qualcosa di più.
Lei annuì in silenzio, poi lanciò uno sguardo alla squadra che entrava nella base. "Siamo forti insieme. Ma non dimentichiamo mai il prezzo che paghiamo per questa forza," rispose, il pensiero che la perseguitava ogni volta che finiva una missione: quanto avrebbero dovuto sacrificare ancora?
La notte si avvicinava, ma la guerra continuava.
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ALI della LIBERTÀ - Levi Ackerman
FanfictionYeelen significa "luce" ed è questo il nome che Levi ha dato a quella ragazzina pelle e ossa dai capelli scuri e mossi, dagli occhi chiari che Kenny portò a casa quando lui era solo un bambino. E fu quello che Yeelen diventò per Levi, luce in una v...