45

0 0 0
                                    

La luce del mattino si diffondeva lentamente sul campo, e la squadra si radunava vicino al punto di partenza, preparandosi per il prossimo spostamento. L'aria era densa di routine: controllare l'equipaggiamento, fare scorta di provviste, riorganizzare i piani. In mezzo a tutto quel movimento, Yeelen camminava con passo sicuro, il suo sguardo vigile mentre scorreva sui compagni. Aveva un ruolo da vice-capitano che non si limitava alla disciplina; lei era il cuore pulsante della squadra, il collante che univa personalità diverse e spesso esplosive.

"Jean, sei ancora qui a lucidare la tua spada? Non dovevi essere già in prima fila?" disse Yeelen, fermandosi accanto al giovane dai capelli castani, che si voltò con un'espressione esasperata.

"Sto solo assicurandomi che tutto sia in ordine, vice-capitano perfettina," rispose Jean con un mezzo sorriso sarcastico, mentre sistemava l'ultimo dettaglio dell'arma. "Non tutti hanno i tuoi riflessi fulminei, Yeelen. Qualcuno deve compensare con la preparazione."

Yeelen scosse la testa, un sorriso divertito increspando le sue labbra. Jean era sempre stato così, la sua lingua affilata pronta a scagliarsi contro chiunque, ma Yeelen sapeva riconoscere il rispetto che si nascondeva dietro quel tono scherzoso. Tra loro c'era un legame speciale, una complicità che si era formata nel tempo e che aveva resistito a ogni battaglia, ogni perdita.

"Compensare, eh?" disse Yeelen incrociando le braccia, fingendo un'espressione critica. "Beh, cerca di non compensare troppo quando siamo in azione. Non vorrei dover coprire ancora una volta il tuo lato cieco."

Jean rise, alzando le mani in segno di resa. "Non preoccuparti, vice-capitano. Se mai ti salverò di nuovo, voglio una promozione sul campo."

"Piuttosto una punizione," intervenne Levi, apparendo improvvisamente alle loro spalle. La sua voce fredda e tagliente fece drizzare le orecchie a Jean, che si mise subito sull'attenti.

"Capitano," salutò Jean, cercando di nascondere la sua risata. Levi lo guardò per un momento, gli occhi stretti in quella tipica espressione glaciale che non lasciava spazio a discussioni.

"Se hai finito di fare il buffone, prendi il tuo posto," ordinò Levi, il tono basso e tagliente.

"Subito," rispose Jean, lanciando uno sguardo complice a Yeelen prima di andarsene. Lei lo osservò mentre si allontanava, un lieve sorriso ancora presente sul suo volto.

"È bravo," disse Yeelen, senza guardare Levi ma sapendo che lui era ancora lì.

"È anche un idiota," rispose Levi, stringendo le braccia al petto. "Ma almeno sa come sopravvivere."

"Lo sai che è uno dei migliori, vero?" Yeelen replicò, incrociando lo sguardo di Levi con una sfida silenziosa. "Se non fosse per la sua lingua lunga, sarebbe perfetto."

Levi alzò un sopracciglio. "Perfetto non è qualcosa che esiste in questo lavoro."

"Jean è il mio preferito," disse Yeelen con una tranquillità che spiazzò Levi. "Lo sai, vero?"

Levi rimase in silenzio per un momento. Non era tipo da farsi coinvolgere in conversazioni emotive, ma il modo in cui Yeelen parlava di Jean aveva un che di genuino, e forse anche di nostalgico. Non era gelosia, perché Levi non si concedeva emozioni così frivole, ma una leggera irritazione gli si agitava dentro.

"Lo è perché ti fa ridere," disse infine, con un tono che sembrava quasi accusatorio.

Yeelen lo guardò per un attimo, sorpresa. Poi scoppiò a ridere, un suono raro che fece girare qualche testa tra i membri della squadra.

"Levi," disse, scuotendo la testa. "Non si tratta di farmi ridere. Si tratta di come si comporta. Jean è... autentico. E anche se ha paura, continua a combattere. Non per dovere, ma per le persone che gli stanno accanto. Questo lo rende speciale."

Levi non rispose, ma il suo sguardo si indurì appena. Non era tipo da farsi toccare da elogi verso qualcun altro, ma Yeelen aveva un modo di parlare che rendeva ogni parola impossibile da ignorare.

"Ma non preoccuparti," aggiunse Yeelen, dandogli una leggera spinta sul braccio. "Tu sei il mio capitano preferito. Forse."

"Non c'è niente da competere," rispose Levi, tornando a guardare il campo. "Non mi interessa essere il preferito. Mi interessa che seguano gli ordini e sopravvivano."

"Freddo come sempre," disse Yeelen con un sorriso, tornando a camminare accanto a lui. Ma il suo sguardo tradiva un affetto che andava oltre le parole. Levi poteva essere freddo, ma lei conosceva il fuoco che ardeva sotto quella superficie, e sapeva che, per quanto cercasse di negarlo, quel fuoco era per lei.

Jean, intanto, si era unito a Connie e Sasha vicino al carro principale. "Che lezione mi hai dato stavolta?" chiese Connie, dondolandosi sulle punte dei piedi.

"Il solito," rispose Jean, scrollando le spalle. "Ma hey, Yeelen mi copre sempre."

Sasha ridacchiò, mordendo un pezzo di pane. "Sei il preferito di Yeelen? Pensavo fossi il suo secondo fastidio dopo Connie."

Jean lanciò un'occhiata a Sasha. "Ti invidiano tutti, sai? È dura essere me."

Yeelen, camminando verso il carro con Levi, lanciò un'occhiata in direzione di Jean. "Sei pronto, grande eroe?" chiese, un sorriso giocoso sul volto.

Jean le fece un cenno con la testa. "Sempre, vice-capitano. Sempre."

ALI della LIBERTÀ - Levi AckermanWhere stories live. Discover now