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Levi e Yeelen camminavano in silenzio lungo il corridoio, i loro passi che echeggiavano nel vuoto della base. L'aria, più fredda e vuota rispetto a quella che li aveva accolti all'inizio della missione, sembrava riflettere la sensazione che entrambi portavano dentro di sé. La tensione che era esplosa durante il breve incontro con Erwin ora si era trasformata in una quiete gelida che li circondava.

Levi camminava avanti, la sua postura rigida, come sempre, e i suoi occhi non riuscivano a non notare quanto Yeelen fosse distante. La sua espressione era dura, come se avesse costruito una barriera invisibile tra sé e il resto del mondo. Ma non c'era nulla di nuovo in quello, lei era sempre stata così. Ma oggi c'era qualcosa in più, un malessere silenzioso che Levi non riusciva a ignorare.

"Non sei obbligata a portarti tutto dentro, Yeelen," disse Levi, con un tono che cercava di essere il più morbido possibile. Sapeva che lei non amava mostrarsi vulnerabile, ma le parole di Erwin avevano colpito una parte di lei che Levi aveva visto crescere nel tempo, la rabbia, la frustrazione. E soprattutto il risentimento.

Yeelen non rispose subito, ma i suoi occhi si scontrarono con quelli di Levi. C'era una scintilla di rabbia, ma anche una stanchezza che non si poteva nascondere. "Lo sai, vero?" disse infine, la voce più bassa. "Che quella morte, Furlan e Isabel, è tutta colpa di Erwin? Non posso dimenticarlo. Non posso." Le parole uscirono con un tono che non aveva mai usato prima con Levi, come se finalmente stesse ammettendo qualcosa che aveva cercato di tenere per sé.

Levi fermò i passi per un attimo, girandosi lentamente verso di lei. Non c'era sorpresa nel suo volto, ma un'incredibile comprensione. Sapeva come lei si sentisse, meglio di chiunque altro. Eppure, nonostante tutto, non condivideva quel risentimento. Non verso Erwin.

"Lo so cosa pensi," disse Levi, con il suo solito tono basso e diretto. "Ma odiare Erwin non cambierà nulla. E non cambierà nemmeno il fatto che Furlan e Isabel sono morti."

Yeelen lo guardò, le sue labbra strette in una linea tesa. Aveva visto in Levi una forza che non aveva mai conosciuto in nessun altro, ma non riusciva a fare a meno di pensare che fosse tutto troppo difficile. L'odio che portava dentro era come una ferita aperta, che non guariva mai.

"Non è solo questione di non cambiare le cose, Levi," rispose, la sua voce più decisa. "È che non possiamo semplicemente accettare tutto questo. Le vite dei nostri compagni, la loro morte, tutto in nome di una strategia che non ha mai avuto un vero significato. E Erwin, lui... lui non ci ha mai veramente dato una risposta."

Levi fece un respiro profondo, poi si avvicinò a lei con un passo lento, ma deciso. "Erwin ha fatto quello che pensava fosse giusto, e io non lo giustifico. Non posso. Ma c'è una cosa che devi capire, Yeelen." Si fermò di fronte a lei, fissandola intensamente. "Non possiamo permetterci di rimanere fermi nel passato. Non possiamo vivere con il rimorso. Se restiamo a guardare indietro, a odiare e a rimpiangere, non riusciremo mai a guardare avanti."

Yeelen abbassò lo sguardo, combattuta. Sentiva il peso di ogni parola, ma c'era ancora quella spina nel cuore che non riusciva a togliersi. "E se non volessi avanti?" chiese, quasi sussurrando. "Se non sapessi più come farlo?"

Levi la guardò con attenzione, e per un istante il suo volto si fece più morbido, meno impassibile. "Lo troverai, Yeelen," rispose con calma. "Tutti troviamo il modo, alla fine. La forza, il modo di andare avanti."

Ci fu un lungo silenzio tra i due. Le parole di Levi pesavano, ma erano piene di una saggezza che Yeelen aveva imparato a riconoscere nel corso del tempo. Non c'era nulla che potesse davvero risolvere il dolore che portava dentro, ma le sue parole erano un piccolo passo verso l'accettazione, verso un futuro che, purtroppo, non avrebbe mai potuto restituirle ciò che aveva perso.

Yeelen alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Levi. C'era qualcosa di più in quegli occhi, qualcosa che lei non poteva spiegare. "Grazie," disse finalmente, in un sussurro che non aveva mai pensato di pronunciare.

Levi fece un piccolo cenno con la testa, come se non volesse minimizzare le sue parole, ma allo stesso tempo non sapeva come rispondere. "Non c'è bisogno di dire grazie. Non siamo così diversi, noi due."

Si girò di nuovo, pronto a proseguire il cammino verso le stanze dove avrebbero potuto finalmente riposare. Ma prima che Yeelen potesse fare un altro passo, si voltò verso di lui.

"Levi..." iniziò, con un tono che non aveva mai usato prima. Era come se tutto ciò che aveva tenuto dentro stesse finalmente trovando una via d'uscita.

Levi si fermò e si girò, guardandola di nuovo con uno sguardo più attento. "Cosa c'è?"

"Non voglio più combattere da sola," disse, la voce rotta ma determinata. "Non voglio affrontare tutto questo da sola. Mi fa paura, e non so come fare."

Levi la osservò per un attimo, poi un sorriso sottile, ma sincero, gli si disegnò sul volto. "Allora non lo farai," rispose semplicemente. "Non sei mai stata sola, lo sai."

E insieme, senza dire altro, continuarono il loro cammino, sapendo che, nonostante le cicatrici e i demoni interiori, sarebbero stati sempre lì l'uno per l'altra.

ALI della LIBERTÀ - Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora