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Era passato un po' di tempo da quando i quattro avevano lasciato il tetto della torre e si erano ritirati nelle loro rispettive stanze. La notte era calata inesorabile, avvolgendo il mondo in un silenzio profondo e tranquillo. Ma per Yeelen, il sonno sembrava un lusso irraggiungibile. I pensieri le turbinavano nella mente, e alla fine, decise di uscire dalla stanza in cerca di aria fresca.

Scese i gradini con cautela, cercando di non svegliare Isabel che dormiva profondamente. Quando raggiunse il cortile, vide Furlan seduto su un vecchio muretto, intento a osservare il cielo stellato. Un sorriso le incurvò le labbra. Il ragazzo aveva la stessa irrequietezza che sentiva lei. Nella notte le stelle brillavano come piccole gemme nel vasto mare di oscurità, e l'aria fresca della sera portava con sé un senso di calma.

"Sei qui per spaventarmi, sorellina?" chiese Furlan senza nemmeno voltarsi, facendo scattare Yeelen sulla difensiva.

"Sei tu quello che sembra una statua nel mezzo della notte," replicò Yeelen, raggiungendolo e dandogli una leggera spinta sulla spalla. "Non pensi che potresti fare qualcosa di più utile, come dormire?"

Furlan ridacchiò, facendole spazio sul muretto. "E tu? Non dovresti essere a letto a sognare cieli stellati?"

Yeelen si sedette accanto a lui, incrociando le braccia sul petto. "Forse i cieli stellati sono sopravvalutati."

"Sicuramente più di quanto non lo siano le tue battute," replicò Furlan con un sorrisetto. "Ma scommetto che Levi non la pensa così. Lui sembra apprezzare il cielo."

Yeelen sollevò un sopracciglio, guardandolo di sbieco. "Smettila di provocare, sai che Levi non apprezza nulla di questo mondo."

"Oh, davvero? Eppure, sembra che tu sia l'eccezione," rispose Furlan, con un tono malizioso che non passò inosservato.

Yeelen sbuffò, cercando di non arrossire. "Non essere ridicolo. Levi è... Levi. Siamo cresciuti insieme, è tutto."

"Non so se riesco a spiegare," cominciò Furlan, pensieroso. "Ma a volte mi sembra di non ricordare davvero quando Levi e tu siete diventati... Levi e Yeelen. È come se ci fosse sempre stato qualcosa di speciale tra di voi, qualcosa che non riesco a definire bene."

Yeelen lo osservò con attenzione, leggermente confusa. "Cosa vuoi dire con 'qualcosa di speciale'?"

"Vedi," disse Furlan, cercando le parole giuste, "ho visto molti legami tra le persone. Alcuni sono semplici amicizie, altri sono più complessi. Ma quello che vedo tra voi due è diverso. C'è una connessione che va oltre il semplice affetto o amicizia. È quasi come se vi comprendeste senza dover parlare, come se ci fosse un'intesa profonda."

Furlan la guardò per un momento, gli occhi azzurri che brillavano di una luce che Yeelen non riusciva a decifrare. Poi il suo sorrisetto si affievolì, e abbassò lo sguardo. "Sai, Yeelen... mi sono sempre chiesto cosa vi leghi così tanto. Voi due siete come... due lati della stessa moneta. La stessa essenza divisa in due corpi diversi, non mi stancherò mai e poi mai di ripeterlo. Non vi capisco sempre, ma non posso fare a meno di notare quanto siate perfetti insieme."

Yeelen restò in silenzio, sorpresa da quel cambiamento di tono. Non era abituata a vedere Furlan così serio, e non sapeva come rispondere. "Siamo solo...cresciuti insieme," disse infine, anche se sapeva che quelle parole non erano sufficienti a spiegare il legame che aveva con Levi.

"Parli di un legame speciale," disse Yeelen lentamente facendo riferimento a ciò che aveva detto il ragazzo. "Ma cosa significa esattamente per te?"

Furlan sospirò, come se cercasse le parole giuste per esprimere quello che aveva in mente. "Ho sentito parlare dell'amore," continuò, la voce diventò più riflessiva. "Non sono sicuro di cosa significhi davvero, ma sembra che possa descrivere quello che vedo tra voi due. Ho sentito dire che è una connessione profonda, qualcosa che supera le spiegazioni razionali. Forse è quello che sto cercando di dirti. Forse è amore."

"Quando ero bambino," iniziò, la voce più bassa, quasi un sussurro, "mia madre mi raccontava delle storie prima di dormire. Storie che parlavano di questo amore, sai? Quelle che parlano di destini intrecciati e di legami che superano ogni ostacolo."

Yeelen lo guardò con curiosità. "Storie d'amore, eh? Non mi sembri il tipo da racconti sdolcinati."

Furlan rise piano. "Neanche secondo me, credimi. Ma quelle storie... mi hanno sempre fatto pensare. Non l'ho mai davvero compreso questo amore, Yeelen. Ma se dovessi dare una descrizione a quello che vedo tra te e Levi... beh, penso che sia proprio questo."

Yeelen rimase immobile, cercando di comprendere il significato delle parole di Furlan. La sua mente cinica e razionale non riusciva a cogliere appieno quel concetto. "L'amore?" chiese, con un tono che tradiva la sua confusione. "Furlan, stai parlando per enigmi. Levi e io siamo... siamo solo noi. Non c'è nulla di più."

Furlan la fissò, scuotendo lentamente la testa. "Forse sei troppo vicina alla situazione per vederla per quello che è. Ma io vi guardo, Yeelen. Vedo come vi muovete insieme, come vi capite senza nemmeno parlare. E penso che mia madre avrebbe riconosciuto in voi la stessa essenza delle storie che mi raccontava."

Yeelen abbassò lo sguardo, senza sapere cosa rispondere. Le parole di Furlan l'avevano colpita più di quanto volesse ammettere. Ma non sapeva se crederci o meno. "Non lo so, Furlan. Non so se capisco davvero cosa stai dicendo."

Lui le mise una mano sulla spalla, stringendola con affetto. "Non devi capire tutto subito. A volte le cose diventano chiare col tempo. Ma una cosa è certa: qualunque cosa accada, siamo qui l'uno per l'altra. E anche se non comprendi tutto ora, sappi che quello che avete tu e Levi è qualcosa di raro e prezioso."

Yeelen annuì lentamente, ancora persa nei suoi pensieri. "Forse hai ragione," disse infine, con un tono che tradiva un'insolita incertezza.

Furlan sorrise di nuovo, ma questa volta era un sorriso caldo, fraterno. "E ora," disse, con un leggero pizzico di malizia, "che ne dici di un'altra battuta per chiudere la serata? Sai, per tornare alla normalità."

Yeelen gli diede una leggera spinta, ridendo. "Sei un idiota, Furlan."

"Ma sono il tuo idiota preferito, vero?"

"Sì, sì, certo," rispose Yeelen, scuotendo la testa con affetto.

I due restarono lì per un po', in silenzio, osservando le stelle che brillavano sopra di loro. Anche se non tutte le risposte erano chiare, entrambi sapevano che non erano soli in quella battaglia, qualunque forma avrebbe preso.

Furlan era molto più di un semplice compagno per Yeelen; era il fratello che non aveva mai avuto, una costante presenza di cui si fidava ciecamente. In un mondo fatto di incertezze e oscurità, lui era la sua luce, la persona che riusciva sempre a strapparle un sorriso, anche quando tutto sembrava andare storto. Con Furlan, Yeelen poteva essere se stessa senza maschere, senza la fredda corazza che indossava di fronte al resto del mondo. Sapeva che, qualunque cosa fosse accaduta, lui sarebbe stato lì, al suo fianco, pronto a sostenerla. Furlan era il suo confidente, il suo complice, e insieme avevano affrontato battaglie che avevano cementato un legame indissolubile. Per Yeelen, Furlan non era solo importante; era essenziale, una parte di sé che non avrebbe mai voluto perdere.

ALI della LIBERTÀ - Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora