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Il cielo si tingeva di un rosso sempre più intenso, segnando il calare della notte mentre Yeelen e la sua squadra si preparavano a riprendere il controllo della situazione. La paura era ancora palpabile, ma anche la determinazione di non arrendersi. Ogni passo che facevano li avvicinava a una vittoria temporanea, ma la consapevolezza che ogni istante potesse portare un nuovo nemico li rendeva vigili.

Jean e gli altri cadetti si dispersero nelle posizioni che Yeelen aveva ordinato, pronti a rispondere a qualsiasi altra minaccia. L'aria era pesante, carica di quel misto di tensione e adrenalina che accompagna le battaglie più cruente. All'improvviso, un fischio basso e familiare ruppe il silenzio, proveniente dall'orizzonte: il segnale di Levi.

"Capitano Yeelen, a destra!" urlò Jean, spingendo alcuni dei soldati più giovani a spostarsi velocemente. Yeelen, senza esitare, si voltò verso la direzione da cui proveniva il suono. Poi, come se nulla fosse accaduto, apparve Levi, seguito dalla sua squadra, composta da tre dei soldati più esperti del Corpo di Ricerca.

Levi aveva una postura impeccabile, come sempre, e il suo sguardo era gelido, ma c'era qualcosa di diverso oggi. Un accenno di preoccupazione, forse per il giovane Eren, che non era ancora al sicuro. La sua squadra era chiaramente allertata, ma Levi non si fermò.

"Eren è a circa due chilometri di distanza, con la squadra di Mikasa e Armin," disse Levi, il tono basso ma urgente. "Dobbiamo proteggerli. I giganti non stanno cedendo, e la posizione di Eren è vulnerabile. Cosa hai sotto controllo qui?"

Yeelen annuì, facendo un rapido cenno a Jean e agli altri. "Abbiamo abbattuto un paio di giganti, ma non possiamo abbassare la guardia. Restano ancora troppo vicini per stare tranquilli. Le reclute hanno bisogno di una protezione più forte, e c'è sempre il rischio che ci attacchino da più direzioni."

Levi rimase in silenzio per un istante, la sua mente già progettando il prossimo movimento. La situazione era delicata, e lui sapeva che il tempo non era dalla loro parte. "Va bene. Tu tieni qui la posizione, io e la mia squadra ci dirigiamo verso Eren. Se vediamo anche solo un altro gigante che si avvicina, non esiteremo a intervenire."

Yeelen lo osservò un attimo più a lungo, capendo la gravità della situazione. "Fate attenzione. Non siamo lontani da un punto critico. Anche se Eren è al sicuro, il resto della missione è ancora a rischio. Torniamo a fare il nostro lavoro."

Con un rapido cenno, Levi si girò, dando il segnale alla sua squadra di muoversi. La velocità con cui si spostarono non sorprendeva Yeelen; ognuno di loro sapeva che il nemico non aspettava e che la missione doveva concludersi al più presto.

Le ore passarono in un battito d'ali. Yeelen continuò a guidare la sua squadra, abbattendo un altro gigante che si era fatto strada tra le rovine, mentre Jean e gli altri soldati completavano la protezione delle zone più vulnerabili. La velocità e la precisione con cui lavoravano, però, non bastavano a calmare la tensione. Ogni movimento era calcolato, ma il pericolo incombeva sempre.

Poi, all'improvviso, un fischio nel cielo, più acuto e più vicino di prima. Un fumo verde. Il segnale di Levi. Yeelen strinse la presa sulle lame, il cuore che accelerava. Sapeva che quella era la fine. Il piano di protezione era riuscito.

"Jean, preparati a ritirarti! La missione è completata!" ordinò Yeelen. Il ragazzo annuì senza indugi, dando il via alla ritirata.

Nel frattempo, Levi e la sua squadra erano riusciti a raggiungere Eren e gli altri membri della squadra. Lì, tra le rovine, i tre ragazzi sembravano esausti ma vivi. Mikasa, ferita ma ancora in piedi, gettò uno sguardo di gratitudine a Levi, mentre Armin aveva già iniziato a dare ordini per il recupero delle forze.

Levi non sprecò parole. Fece un rapido giro di ispezione e, come un segno di approvazione silenziosa, si girò verso Yeelen, che stava dirigendo il suo gruppo verso il punto di ritrovo.

Era finita, almeno per quel giorno. La missione era conclusa, ma la battaglia non era vinta. I giganti erano stati abbattuti, ma la guerra contro di loro sarebbe continuata. Yeelen si fermò un istante, osservando il campo di battaglia ormai silenzioso, e, per un attimo, si chiese se ci sarebbe stato mai un giorno in cui non sarebbero stati costretti a combattere.

"Capitano," disse Jean, avvicinandosi con passo deciso, "spero che la prossima volta non dobbiamo rischiare così tanto."

Yeelen lo guardò, il suo volto impassibile. "Non ci sarà mai una 'prossima volta' facile, Jean. Ma finché saremo insieme, continueremo a combattere. Per noi, per loro."

Il rumore dei cavalli che ritornavano, il fischio lontano degli altri soldati, accompagnò il loro ritorno verso la base. Non c'erano celebrazioni, non c'era tempo per le parole. Solo il silenzio pesante di chi sa che la guerra non è mai finita.

ALI della LIBERTÀ - Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora