Era trascorsa una settimana.
"Sasha, prova pure a sgraffignare qualcosa, il capitano Levi ti farà a pezzettini, giusto per essere mangiati," disse Jean, mentre lui, Sasha e Armin portavano i sacchi dentro il casolare.
"Non lo farò... forse," rispose Sasha con un sorriso furbo, seguendo i suoi amici all'interno della casa. Eren e Connie stavano pulendo quando li videro entrare.
"Che c'è?" chiese Jean, infastidito, mentre Eren li fissava con un'espressione che tradiva un certo astio.
"Che fate, vi siete puliti le scarpe dal fango prima di entrare?!" urlò Eren, irritato.
"Eh? No, certo che non l'ho fatto. Non vedi questi sacchi?" rispose Jean con un tono menefreghista, indicando i pesanti sacchi che stavano portando dentro.
"E quindi?! Pensi che il capitano Levi accetterebbe una scusa del genere? Se stamattina non ti avessi sistemato io il letto, l'avresti lasciato disfatto!" esclamò Eren, la voce alzata.
"Non rompere! Che cosa vuoi adesso, sei mia madre?!" rispose Jean urlando, esausto dalla continua supervisione.
Nel frattempo, Historia e Mikasa entrarono nella casa, portando della legna tra le braccia.
"Ben tornate," le salutò Mikasa con estrema serietà, come sempre concentrata e priva di un sorriso.
"Mikasa, eri andata a fare la legna?" le chiese Armin, preoccupato, mentre osservava le braccia della ragazza, visibilmente stanche.
"Ho bisogno di tenermi in esercizio," rispose Mikasa, senza scomporsi.
"Sei finita nella stretta di un gigante, non dovresti muoverti troppo," la rimproverò Armin, facendo riferimento alla missione della settimana precedente, quando avevano perso tutte le squadre di Levi e Yeelen.
"L'avrei fermata, ma non mi ascolta mai," ammise Eren, scrollando la testa. "Prima stava anche facendo gli addominali," confessò con un sorriso leggero, ma preoccupato per la sua amica.
"Come lo sai?! La stavi spiando?!" urlò Jean, sorpreso e infastidito.
"Cosa? Io non la stavo affatto spiando!" rispose Eren, un po' confuso.
"Mikasa, non comportarti come un animale selvatico," disse Armin, cercando di mettere ordine.
"Sapete una cosa?" intervenne Sasha, cercando di cambiare argomento. "Mi sembra di essere tornata ai tempi dell'addestramento."
"Hai ragione," disse Armin, riflettendo a sua volta. "Ma perché hanno scelto noi come nuova squadra del capitano Levi? E perché mai i due soldati più forti dell'umanità sono nella stessa squadra?"
"Proteggere Eren e Historia è una cosa fondamentale," rispose Mikasa, guardando Armin, ma Sasha non sembrava convinta.
"Non è perché siamo i migliori?" esclamò Sasha, intascandosi una patata che aveva rubato dalla dispensa.
"Sasha, che cosa hai appena messo nella borsa?" le chiese Armin con uno sguardo preoccupato.
"Niente che possa assomigliare a del pane," rispose lei, cercando di sembrare innocente.
"Ti avevo detto di non farlo!" la rimproverò Jean, esasperato.
"Rimettilo a posto, dai," pregò Connie, con un sorriso ironico.
"In questo momento, l'importante è finire le pulizie prima che arrivi il capitano," disse Eren, cercando di riportare l'attenzione sulla missione.
"Forza, tifa fuori," disse Armin, ma sempre con calma, come se niente potesse turbarlo.
Proprio in quel momento, Levi rientrò nel casolare. La porta si aprì con un rumore secco, e i ragazzi si gelarono.
"Cos'è tutto questo chiasso?" chiese il capitano con tono autoritario, facendo sentire la sua presenza.
I ragazzi continuarono a pregare Sasha di ridare ciò che aveva rubato quando Eren, con uno sguardo rapido, si accorse della presenza del capitano. In un istante, anche tutti gli altri si accorsero della sua entrata.
"Ero certo di avervi dato abbastanza tempo per pulire," disse Levi, guardandosi intorno con disapprovazione. "Ma non importa. Discuteremo più tardi delle vostre mediocri pulizie."
Il silenzio calò rapidamente nella stanza. Levi si guardò intorno, osservando le condizioni della casa, e poi domandò, con una punta di preoccupazione: "Dov'è il vice-capitano Yeelen?"
Tutti i cavetti si scambiarono uno sguardo imbarazzato, incerti su come rispondere.
"Ti piace tanto chiamarmi in quel modo, non è vero, Levi?" disse una voce calma, ma autoritaria, dall'ingresso. Yeelen entrò nella stanza, il suo sguardo incontrò quello di Levi con un'espressione impassibile.
Levi la guardò con il solito sguardo freddo, mentre Yeelen lo ricambiava senza mostrare alcuna emozione.
"Che succede?" chiese Levi, ma Yeelen non si scompose.
"Eren," disse Yeelen, "Hanji muore dalla voglia di iniziare gli esperimenti."
"Va bene," rispose Eren, pronto a partire. "Vado subito."
Il ragazzo si alzò e si avviò verso la porta, pronto a seguirla. Yeelen scambiò uno sguardo rapido con Levi prima di uscire, lasciando che i ragazzi si preparassero per il nuovo compito che li attendeva.
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ALI della LIBERTÀ - Levi Ackerman
FanfictionYeelen significa "luce" ed è questo il nome che Levi ha dato a quella ragazzina pelle e ossa dai capelli scuri e mossi, dagli occhi chiari che Kenny portò a casa quando lui era solo un bambino. E fu quello che Yeelen diventò per Levi, luce in una v...