La notte era calata silenziosa sulla casa abbandonata, l'aria fresca di Wall Rose filtrava attraverso le finestre rotte, ma nessuno dei ragazzi sembrava disturbato dal freddo. I cavetti dormivano nei loro letti, il respiro lento e regolare che riempiva la casa. Solo il suono soffuso di qualche sussurro lontano, l'eco di sogni non ancora svegliati, interrompeva il silenzio.
Levi non riusciva a dormire. Non era una novità, in realtà. Da quando la guerra aveva preso una piega più dura, da quando aveva perso la sua squadra, da quando aveva iniziato a lavorare a stretto contatto con Yeelen, le notti diventavano più lunghe e insonni. Ogni pensiero sembrava avere il suo peso, ogni azione una ripercussione.
Sospirò e si alzò lentamente dal letto, cercando di non fare rumore. Si dirigeva verso la cucina, dove sapeva che il tè preparato la sera prima era ancora caldo. La luce fioca della luna illuminava appena l'ambiente, e il silenzio era l'unica cosa che sembrava accoglierlo. Si servì una tazza di tè, ma, come sempre, non prese la tazza dal manico. La sollevò dalla parte superiore, come se cercasse di mantenere la sua distanza da tutto, anche dalle piccole abitudini quotidiane che lo rendevano vulnerabile.
Lentamente, sorseggiò il tè, il calore che gli scivolava giù per la gola, cercando di scacciare i pensieri che lo tormentavano. Sentiva il peso di ogni responsabilità, di ogni vita che dipendeva dalle sue decisioni. Ma non c'era modo di allontanare il pensiero di Yeelen, la nuova vice-capitana, la donna che sembrava essere in grado di leggere ogni sua mossa. Lei, che non temeva di affrontarlo. La sua presenza in qualche modo gli dava una sensazione di stabilità, ma anche di inquietudine.
Nel silenzio della cucina, la porta si aprì appena, lasciando entrare una figura familiare. Yeelen, vestita con il suo solito abbigliamento da battaglia, si fermò sulla soglia e lo guardò per un attimo, come se avesse intuito che non sarebbe stato facile per lui prendere sonno quella notte. Non disse nulla, ma si avvicinò con passo silenzioso, le sue mani che si muovevano con naturalezza, come se avesse vissuto ogni angolo di quella casa, ogni gesto, ogni movimento.
"Non riesci a dormire, eh?" chiese infine, il tono della sua voce basso, ma diretto, come se fosse un dato di fatto.
Levi alzò gli occhi e la guardò brevemente. "No," rispose, la sua voce ruvida. "Difficile quando la testa non smette di lavorare."
Lei annuì, ma non parlò. Si avvicinò al tavolo e si fermò davanti a lui, osservando la tazza che Levi teneva tra le mani. Il suo sguardo era serio, ma il leggero movimento delle sue labbra suggeriva che stava per dire qualcosa.
"Davvero bevi ancora il tè in quel modo?" disse, lanciando un'occhiata al suo modo insolito di sorseggiarlo.
Levi non rispose subito, ma continuò a guardarla. In qualche modo, la sua presenza non era un disturbo. Era familiare, ma non nel modo in cui lo erano i suoi compagni. Era diverso con lei, come se potessero condividere un silenzio che gli altri non avrebbero mai compreso.
"Abitudine," rispose infine, come se la domanda fosse più una curiosità che un rimprovero.
Yeelen lo osservò per un altro momento e poi si sedette su una sedia vicina, senza fare troppo rumore. Il silenzio tra di loro si fece più pesante, ma non c'era alcun imbarazzo. Sapevano entrambi che certe parole non erano necessarie, che il semplice fatto di essere lì, in quella cucina vuota, significava più di ogni discorso.
"Mi chiedo se stiamo facendo la cosa giusta," disse finalmente Yeelen, il suo sguardo che si perdeva nel vuoto della stanza. "Se proteggere Eren e Historia sia davvero la scelta giusta. Se riusciremo a fermare tutto questo."
Levi si fermò un attimo, guardando la sua espressione. Il peso delle sue parole risuonava nell'aria. La guerra era una questione di sopravvivenza, ma anche di scelte morali, e nessuna scelta sembrava mai semplice. Anche lui si era chiesto se tutto questo avesse avuto un senso.
"Non c'è mai una risposta semplice," disse infine, la sua voce bassa. "Ma questo è il nostro compito. A volte basta fare ciò che è necessario."
Yeelen lo guardò, gli occhi che cercavano di leggere oltre le sue parole. "Tu ci credi davvero?"
Levi non rispose immediatamente. La domanda non era tanto su cosa credesse, ma sul fatto che stessero ancora combattendo. Sospirò, guardando fuori dalla finestra verso il cielo stellato. "Lo facciamo perché è l'unica cosa che possiamo fare," disse lentamente.
"Questo è quello che ti fa alzare ogni giorno," disse Yeelen, "l'unico motivo per cui non ti fermi mai."
Levi non disse nulla, ma il suo sguardo si fece più duro, come sempre quando si parlava di cose difficili da affrontare. "C'è sempre un'altra battaglia, Yeelen. E dobbiamo affrontarla."
Un lungo silenzio calò tra di loro, ma stavolta non era pesante. Era solo la consapevolezza che, nonostante tutto, entrambi erano lì, pronti ad affrontare ciò che sarebbe venuto, insieme. Nessuna parola aggiuntiva era necessaria.
Finalmente, Yeelen si alzò e, senza dire altro, si avviò verso la porta. "Buonanotte, Levi."
Levi la guardò un attimo, poi annuì lentamente. "Buonanotte, Yeelen."
La porta si chiuse dietro di lei, e Levi rimase in cucina per qualche minuto ancora, sorseggiando il tè, questa volta con un leggero sorriso che gli sfuggì involontariamente.
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ALI della LIBERTÀ - Levi Ackerman
FanfictionYeelen significa "luce" ed è questo il nome che Levi ha dato a quella ragazzina pelle e ossa dai capelli scuri e mossi, dagli occhi chiari che Kenny portò a casa quando lui era solo un bambino. E fu quello che Yeelen diventò per Levi, luce in una v...