Nel Quartier Generale del Corpo di Ricerca, la tensione era palpabile. Alcuni dei capitani più importanti si erano riuniti attorno a un tavolo di legno massiccio per discutere una questione delicata: il destino dei quattro criminali catturati di recente. Il capitano Flagon, visibilmente irritato, sbatté il pugno sul tavolo, facendo tremare i bicchieri d'acqua disposti davanti a loro.
"È davvero umiliante!" esclamò, la sua voce risuonante nella stanza. "Stiamo davvero considerando l'idea di accogliere dei criminali nei nostri ranghi? Noi, che abbiamo sempre dato tanta importanza alla disciplina e alla formalità?"
Le sue parole erano dirette chiaramente a Levi, Yeelen, Furlan, e Isabel, quattro figure provenienti dal sottosuolo che avevano attirato l'attenzione del comandante Erwin. Flagon continuò, lo sdegno evidente nel suo tono: "Il morale dei nostri uomini ne risentirebbe se accettassimo quella feccia tra le nostre file!"
Un altro capitano annuì e si unì alla discussione. "Sono d'accordo con Flagon. Non possiamo rischiare di compromettere l'integrità del Corpo di Ricerca. Forse la soluzione migliore sarebbe mandarli in prima linea durante la prossima spedizione e vedere come se la cavano. Lasciamo che si guadagnino il loro posto, se mai lo faranno."
Erwin, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, si fece avanti, prendendo la parola con la calma che lo contraddistingueva. "Capisco le vostre preoccupazioni," iniziò, fissando i suoi colleghi negli occhi, "ma posso garantire personalmente per le loro abilità con l'attrezzatura tridimensionale. Sono estremamente capaci, al pari dei nostri soldati più esperti."
Il comandante del Corpo di Ricerca, seduto alla testa del tavolo, intervenne con un tono ponderato. "Erwin sta sviluppando una nuova formazione, una tattica che non si concentra solo sull'uccidere i giganti, ma su evitarli in modo strategico. Se funziona come previsto, il numero di vittime potrebbe ridursi drasticamente."
Uno dei capitani più anziani annuì con un cenno di approvazione. "Se questa formazione si rivela efficace, potrebbe diventare lo standard operativo per tutte le nostre squadre. Tuttavia, dobbiamo essere certi che ogni membro del Corpo di Ricerca sia in grado di eseguire gli ordini senza esitazioni."
Erwin riprese la parola, difendendo la sua proposta. "Questi ragazzi hanno solo bisogno di educazione e disciplina. Con il giusto addestramento, sono convinto che possano diventare un'asset prezioso per il Corpo."
Il comandante annuì ancora una volta. "Non sembrano essere degli idioti, vero Erwin?" "Esatto," confermò Erwin con fermezza. "Hanno il potenziale per diventare qualcosa di più di semplici delinquenti. E credo che valga la pena dar loro una possibilità." La sala rimase in silenzio per qualche istante, mentre i presenti riflettevano sulle parole di Erwin. Alla fine, il comandante del Corpo di Ricerca prese una decisione.
"Per oggi, abbiamo finito," disse, alzandosi. "Ma ricordate: queste persone non possono permettersi di fallire. Se li accettiamo, dovranno dimostrare di meritare ogni centimetro del terreno su cui cammineranno." Con quelle parole, la riunione si concluse, lasciando i capitani a ponderare sulle incertezze e sulle speranze che quella scelta avrebbe portato.
Subito dopo la riunione, la tensione non si dissolse immediatamente. I capitani lasciarono la sala in piccoli gruppi, parlottando tra di loro, con espressioni che variavano dall'indecisione alla risolutezza. Flagon uscì per ultimo, visibilmente contrariato, scuotendo la testa come se volesse liberarsi dai dubbi che ancora lo attanagliavano. Una volta fuori, si fermò sul ciglio della porta, osservando Erwin con un'occhiata carica di scetticismo.
"Erwin," disse Flagon, la sua voce bassa ma tagliente, "spero che tu sappia cosa stai facendo. Se questi delinquenti tradiscono la nostra fiducia, sarà sulle tue spalle." Erwin lo fissò con la sua solita calma. "Ne sono consapevole, Flagon. Ma sono disposto a correre questo rischio se c'è la possibilità di salvare vite."
Flagon non rispose, ma il suo sguardo rimase fisso su Erwin per un lungo momento prima di voltarsi e andarsene, il passo rigido e deciso.
Erwin rimase in piedi per qualche istante, le mani incrociate dietro la schiena. Sapeva che la sua scelta era rischiosa, ma la guerra contro i giganti richiedeva soluzioni non convenzionali. Non poteva permettersi di lasciare nulla di intentato, nemmeno se questo significava mettere la sua reputazione in gioco per degli sconosciuti.
La luce del tramonto filtrava attraverso le finestre del Quartier Generale, tingendo la stanza di un arancione caldo e intenso. Erwin si voltò verso il comandante del Corpo di Ricerca, che stava osservando la scena in silenzio. L'uomo anziano aveva visto molte decisioni difficili nella sua carriera, ma c'era qualcosa in questa situazione che lo preoccupava più del solito.
"Erwin," iniziò il comandante, la sua voce calma ma piena di gravità, "spero che tu non stia sottovalutando la sfida che stai per affrontare. Trasformare dei criminali in soldati leali non è un compito facile."
"Lo so," rispose Erwin, avvicinandosi al comandante. "Ma credo che, con il giusto addestramento, possano diventare più di quanto ci aspettiamo. Hanno già dimostrato di saper sopravvivere in condizioni avverse. Se possiamo canalizzare quella determinazione nella giusta direzione, potrebbero rivelarsi risorse inestimabili."
Il comandante lo osservò per un momento, riflettendo su quelle parole. Poi, annuì lentamente. "La guerra non si vince solo con la forza, ma anche con l'astuzia. Se questi ragazzi possono contribuire a una nuova strategia che riduca le perdite, allora forse vale la pena correre il rischio."
Erwin sorrise appena, un'espressione che raramente si concedeva. "Esatto. E non li lasceremo soli. Verranno affiancati dai nostri migliori uomini e addestrati fino allo stremo. Non li lanceremo allo sbaraglio."
Il comandante si alzò dalla sedia, la sua figura imponente proiettando un'ombra lunga sulla parete. "Molto bene. Ma ricorda, Erwin, se falliscono, fallisci anche tu. E in questa guerra, un fallimento può costarci tutto."
Erwin annuì con serietà. "Non falliremo."
Con un ultimo cenno di intesa, il comandante si allontanò, lasciando Erwin da solo nella stanza ormai avvolta dall'ombra della sera. Il giovane ufficiale restò immobile, riflettendo sulle parole appena scambiate. La posta in gioco era alta, ma Erwin era deciso. La guerra richiedeva sacrifici, e lui era disposto a farne. Se quei quattro riuscivano a trasformarsi da criminali in soldati, avrebbe dimostrato che il vero valore di una persona non si misura dal suo passato, ma da quello che è disposto a fare per il futuro.
Con quel pensiero, Erwin si voltò e uscì dalla stanza, pronto a preparare la prossima mossa nella scacchiera della guerra contro i giganti. I giorni a venire sarebbero stati cruciali, e sapeva che ogni decisione avrebbe potuto cambiare il corso della storia.
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ALI della LIBERTÀ - Levi Ackerman
FanficYeelen significa "luce" ed è questo il nome che Levi ha dato a quella ragazzina pelle e ossa dai capelli scuri e mossi, dagli occhi chiari che Kenny portò a casa quando lui era solo un bambino. E fu quello che Yeelen diventò per Levi, luce in una v...