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L'indomani, l'ufficio di Erwin era in perfetto ordine. Seduto sulla sua sedia di legno marrone, il comandante fissava le carte sul tavolo con attenzione, ma non senza una certa serenità. La guerra, anche se sempre presente, sembrava quasi meno minacciosa quando le cose seguivano il loro corso prevedibile. La porta si aprì, interrompendo il suo pensiero.

"Comandante Erwin, il capitano Levi e il capitano Yeelen sono qui fuori," annunciò un soldato.

"Fallili entrare," rispose Erwin senza distogliere lo sguardo dai suoi appunti.

Levi e Yeelen entrarono con passo deciso. Il capitano, come sempre, era in perfetta forma, l'espressione impassibile ma gli occhi vigili. Yeelen, d'altra parte, sembrava leggermente più tesa, la sua faccia neutra nascondeva una mente già proiettata alla missione che li attendeva.

"Erwin, noi siamo pronti ad andare," esclamò Levi, avvicinandosi al tavolo con un cenno del capo.

"Perfetto," rispose Erwin con un sorriso sottile. "Ricordate quello che vi ho detto ieri. I vostri cavalli sono stati preparati. Potete partire subito. Buona fortuna."

"A presto, Erwin," disse Levi, dirigendosi verso la porta. Yeelen lo seguì senza dire una parola, ma con una leggera inclinazione del capo, riconoscente, seppur in modo quasi impercettibile.

Il comandante li guardò allontanarsi, con uno sguardo che tradiva una comprensione più profonda. Sapeva che sarebbe stata una missione delicata, e che la presenza di Yeelen e Levi come leader sarebbe stata determinante. Ma, al contempo, sentiva una certa preoccupazione per quello che li aspettava.

Una volta fuori dall'ufficio, Yeelen e Levi si diressero verso le scuderie.

"Comincio ad avviarmi, mh?" disse Yeelen, fermandosi un attimo per guardare Levi.

Levi annuì, fissandola brevemente. "Non perdere i mocciosi," disse poi Yeelen con un sorriso divertito, ma privo di vera allegria. "Sai che non lo farò," rispose Levi, un accenno di sfida nel tono.

"Vedremo," aggiunse lei, e subito dopo si allontanò, salendo sul suo cavallo nero.

Levi, invece, si girò per dirigersi verso la nuova squadra. I giovani soldati erano ansiosi, le espressioni miste di nervosismo e determinazione.

"Per quanto ancora dobbiamo aspettare?" chiese Jean, visibilmente impaziente.

"Ma dov'è il capitano?" chiese Connie, guardandosi intorno confuso.

"Forse dietro di voi," rispose Levi con calma, non senza un pizzico di sarcasmo. I giovani soldati sussultarono, saltando in aria dalla paura.

"Capitano Levi!" Esclamarono tutti in coro, facendogli il saluto militare con rispetto.

"Non perdiamo tempo. Salite sui vostri cavalli e partiamo. Abbiamo molta strada da fare," ordinò Levi con tono autoritario. I cavetti si affrettarono a salire in groppa ai cavalli.

"La formazione la conoscete. Eren dietro di me, e voi altri ai lati. Mikasa, tu devi stare dietro di Eren," disse Levi, dando le direttive con precisione. Mikasa annuì senza dire nulla, il suo volto concentrato e pronto.

Finalmente, la squadra partì, ognuno al suo posto, mentre Yeelen, nel frattempo, stava già raggiungendo la casa che avrebbero dovuto utilizzare come rifugio.

Arrivata al casolare, Yeelen scese dal cavallo, legando l'animale nel giardino. Lo lasciò mangiare, bere e riposarsi, mentre lei si avvicinava alla casa, entrando all'interno. Non era così male, considerando la sua esperienza con le abitazioni abbandonate; il casolare non era diverso da tanti altri in cui aveva già vissuto per lunghi periodi. L'unico difetto evidente era la polvere. C'era davvero troppa polvere.

*Levi impazzirà, lo so* pensò, scuotendo la testa. Poi salì al piano superiore per dare un'occhiata alle camere da letto. Ce ne erano quattro: tre con letti per i cavetti, e l'ultima, più appartata, per lei e Levi.

Mentre esplorava la casa, non riusciva a non pensare a quanto fosse frustrante per lei quella situazione. La decisione di Erwin di metterla a capo della squadra, di farle condividere il comando con Levi, la infastidiva profondamente. Lei era sempre stata una leader, e ora doveva scendere a compromessi. Ma gli ordini erano ordini.

Tornò al piano inferiore, appena in tempo per sentire dei rumori provenire dall'esterno. La sua mano si mosse velocemente verso l'arma sulla sua gamba, e istintivamente guardò fuori dalla finestra. Con suo sollievo, vide Levi e la squadra arrivare.

"Mal grado dell'istinto," pensò tra sé, mentre si rilassava e scendeva per accogliere i ragazzi.

Levi fu il primo ad entrare, con il suo solito passo deciso. "Tutto libero," le sussurrò, senza fare nemmeno un cenno di saluto.

"Ottimo," rispose lei, con un'espressione neutra.

"Capitano Yeelen, c'è anche lei!" esclamò sorpreso Eren, guardandola con una certa curiosità.

"Su, entrate e posate le vostre cose nelle camere di sopra," ordinò Yeelen, evitando di guardare direttamente Levi. "Sbrigatevi." La sua voce non ammetteva repliche. I ragazzi si affrettarono a salire.

Yeelen e Levi rimasero soli all'ingresso, in silenzio per un momento. Poi, senza dire nulla, si avviarono verso la cucina.

Levi si sedette sulla sedia a capotavola, come sempre pronto a fare quello che doveva, mentre cominciava a lucidare le sue armi. Yeelen si sedette sul tavolo davanti a lui, le gambe incrociate e gli occhi fissi su di lui.

"Ti hanno dato problemi?" chiese, rompendo il silenzio.

"No, per ora no," rispose Levi, senza guardarla.

"Non so quanto possano esserci d'aiuto, non hanno abbastanza esperienza," aggiunse Levi, continuando a sistemare i suoi strumenti.

"Le nostre squadre sono morte, Levi," disse Yeelen, con voce più grave. "Loro saranno la nostra nuova squadra. Sono gli ordini, lo sai."

Levi fece un cenno di assenso, senza aggiungere nulla. Non c'era nulla da dire, niente che non sapessero già entrambi. Il destino di quella missione ora era nelle mani della loro nuova squadra.

ALI della LIBERTÀ - Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora