Capitolo 6

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Capitolo 6

5 maggio, ci troviamo in Argentina. Nei due giorni passati ci sono stati due concerti in un'importante stadio di Buenos Aires e oggi abbiamo la giornata libera. Si fa per dire. Durante i giorni in cui non c'è lo show dobbiamo sempre sistemare qualcosa, fare i preparativi per le prossime date, provvedere ai bisogni degli artisti ed altre simili faccende. Abbiamo comunque molta libertà in più. Se non c'è niente da fare possiamo riposarci, non abbiamo l'obbligo d'indossare le divise e se vogliamo possiamo uscire a visitare la città. Purtroppo quest'ultima cosa risulta sempre un po' difficile perché gli alberghi si trovano molto decentrati e non è consigliabile allontanarsi troppo dal resto della troupe. Qualche volta io e Spencer abbiamo provato ad avventurarci fuori ed infatti siamo riuscite a vedere poco e niente.

Mi sono appena alzata e, così presa da queste riflessioni, realizzo di non aver ancora avuto l'occasione di provare la nuova macchina fotografica che mi ha regalato mamma prima di partire. Cioè l'ho provata, ma mai seriamente. Ho fatto qualche foto ad una camera d'albergo mi pare in Perù, tanto per capire come funzionasse. Quindi ho cancellato tutte le foto ed ora è tornata a zero. Mia madre invece si è raccomandata di scattarne il più possibile per sapere tutto della mia esperienza. Decido che è ora di iniziare con il reportage. Anzi, comincio proprio da me.

Mi metto in tenuta lavorativa e piazzo la fotocamera sopra un davanzale in modalità autoscatto. Poi corro davanti all'obiettivo e mi metto in posa tipo da modella. Controllo la foto e non mi soddisfa, ho l'espressione proprio di una rincoglionita che si scatta le foto da sola in camera. Che in effetti è proprio quello che sono. Allora ne scatto svariate altre, finché non ne faccio una decente e soprattutto dove la scritta 'staff' sulla t-shirt sia perfettamente leggibile. Poi mi cambio, mettendomi degli abiti più normali e scendo nell'area bar per la colazione, portandomi la fotocamera appresso.

Trovo Spencer già seduta a un tavolino, così mi unisco a lei. Dopo un po' vedo passare mio padre.

"Papà!" lo chiamo. Lui si avvicina e mi da il buongiorno.

Come avevo previsto riusciamo a vederci appena, per colpa dei diversi settori in cui lavoriamo. È come se non facessi in tempo a raggiungere un posto per scoprire subito che lui è già partito per montare il palco in un altro paese diverso. Queste occasioni di incrociarlo durante un giorno di pausa sono estremamente rare infatti.

"Questo è il famoso papà tecnico?" domanda Spencer. Non era ancora successo che i due si incontrassero, così faccio le presentazioni.

"Papà questa è la mia amica Spencer" annuncio.

"Molto piacere" risponde lui. "Perché sarei famoso?" aggiunge poi divertito.

"Bhé, Amy mi parla spesso di lei. Si vede che le è molto affezionata" risponde sorridendo. Poi con fervore fa: "Avanti signor Winter, si fermi a fare colazione con noi!". Lui accetta volentieri.

Una volta che siamo tutti accomodati metto in mostra la mia fotocamera nuova. "Spencer" la richiamo, "Ci facciamo una foto?".

"Ma certo" accetta al volo. "Ce la fa lei?" si rivolge a mio padre.

"Ok" afferra la telecamera. "Che bella!" esclama squadrando l'oggetto, "Te l'ha presa la mamma?". Annuisco. Dunque ci fa la foto. "Siete venute molto carine ragazze" ci informa.

"Adesso una con il papà" fa Spencer entusiasta. "Forza Amy, vai accanto a lui. Ve la scatto io". Obbedisco. Spencer è una ragazza che mette così tanta allegria in tutto quello che fa. Non capisco come la gente possa pensare male di lei, a me viene il buonumore solo standole vicino.

Mio padre finisce velocemente la colazione e se ne va perché ha del lavoro da sbrigare. Rimaniamo sole per un po' finché non si uniscono altri ragazzi dello staff.

Secret Love - Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora