Capitolo 21

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Mancano solo tre giorni al termine delle date inglesi, per poi partire alla conquista del resto dell'Europa. Prima di andare in giro per il continente però ci saranno alcuni giorni di stacco, dove ognuno può tornare a riposarsi dalle proprie famiglie. Questa volta sinceramente non vedo l'ora di tornare a casa. Gli eventi degli ultimi giorni mi hanno un po' stressato, mi serve un attimo di pausa per staccare la mente. Voglio stare lontano da tutto, e lontano da alcune persone.

Prima però ho delle questioni irrisolte che devono assolutamente trovare soluzione entro questi tre giorni. Altrimenti l'ansia non mi farà godere le ferie a casa, ormai mi conosco.

L'albergo è sempre lo stesso, quindi oggi zero spostamenti e per tutta la mattinata non ci dovrebbe essere troppo lavoro. Al momento mi trovo in giro a consegnare le provviste a tutti gli addetti. Non capisco perché le questioni legate al cibo debbano sempre riguardare me. Forse è per il fatto che sono italiana.

Passo vicino all'ascensore sovrappensiero e sussulto un po' quando le porte si aprono. Dalle porte ne esce un gruppetto di ragazze. Tra queste c'è anche Beth. Appena mi vedono mi sembra di sentirle ridacchiare. Le ignoro e continuo a camminare. Dopo qualche passo riesco a percepire le parole 'lei' e '5 Seconds..', credo stiano parlando male di me. Mi volto e a conferma di ciò le trovo a fissarmi con quei sorrisetti odiosi puntati sulla mia faccia. Quando è troppo è troppo. Basta con l'educazione e la compostezza, certe volte ho bisogno di sentirmi in grado di difendermi da sola. Poso per terra lo scatolone con le cose da consegnare e mi dirigo verso il gruppetto. Punto dritta verso Beth, le altre non le calcolo nemmeno.

"Beth, possiamo parlare un momento in privato?" faccio un cenno indicando le altre.

"Ok" risponde. "Ragazze, ci lasciate sole un momento?" aggiunge rivolta alle sue ancelle. Queste ultime proseguono la strada per il corridoio e si confondono con il via vai di gente. "Come posso aiutarti cara?" chiede lei.

Che presuntuosa. "Non saprei.. magari smettendo di sparare cazzate in giro sul mio conto?" sbotto.

"Mi dispiace, non capisco che vuoi dire" ha l'aria sbigottita.

"Avanti cara" la chiamo nello stesso modo in cui lei si rivolge sempre a me "smettila con questa commedia. Io e te sappiamo benissimo che cosa hai fatto durante questi ultimi giorni" la accuso. Ammetto di essere un po' sorpresa di me stessa. Per me è molto difficile aggredire le persone così direttamente, quindi immagino che lei mi abbia proprio fatto uscire fuori dalle staffe.

"E che cos'è che avrei fatto esattamente?" continua con un sorrisetto arrogante.

"Va bene, se vuoi continuare a fare la finta tonta te lo spiegherò chiaro e tondo. Sei andata in giro a raccontare a tutti cose false su di me e sul mio rapporto con i 5sos. Cose molto sgradevoli aggiungerei" cerco di fare uno sguardo minaccioso, "Ti è mai passato per la testa che potresti farmi passare dei guai seri con il lavoro? Io non sto qui per divertirmi sai?" In realtà mi diverto parecchio, ma questi sono dettagli.

"Oh tesoro, secondo me stai esagerando troppo. È vero, ogni tanto mi piace portare un po' di scompiglio. Vedi, il fatto è che qua mi annoio spesso e devo trovare qualche passatempo. Come spettegolare sulle altre persone, capisci?" confessa tranquillamente.

"Poverina, immagino come deve essere difficile fare una megavacanza gratis in un albergo a cinque stelle" dico ironicamente.

"Bene allora comprendi!" esclama con sorriso beffardo.

"Senti, mi stai altamente urtando i nervi". Credo che alla prossima parola la prenderò a schiaffi.

"Calma, non ti scaldare troppo. Sappi che in realtà io centro ben poco con quello che mi accusi. Cioè.. modestamente sono stata l'artefice di tutto e ne vado fiera, ma non sono stata io a diffondere i pettegolezzi".

Secret Love - Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora