Capitolo 24

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E così si ritorna a casa. Un'altra sessione del tour, quella britannica, è giunta al termine. Ora potremmo tornare tutti a far visita alle nostre famiglie, ci riposeremo e torneremo più carichi per affrontare il resto delle date europee. Questa volta mi sento più sollevata al pensiero di tornare a casa. Mi trovo talmente bene a svolgere questo lavoro che la scorsa volta che siamo andati in pausa ero impaziente di ricominciare, ma ora è diverso. Dopo gli ultimi eventi mi sembra proprio giusto godermi un po' di riposo.

Ci troviamo quasi tutti nella hall dell'albergo ad aspettare che ci diano il via per levare le tende. È ancora mattina presto e così io e i miei compagni d'avventura stiamo letteralmente vegetando, chi suoi divani dell'ingresso, chi per terra con i propri bagagli come fossero dei comodi cuscini. Oliver mi ha dato l'incarico di consegnare ai 5sos i loro biglietti aerei. Trovo Ashton e Calum accasciati sul pavimento l'uno vicino all'altro. Entrambi portano lunghe felpe e scuri occhiali da sole. Chissà se stanno dormendo. Provo a chiamarli ma non ricevo risposta. Chissene.. mi inchino a terra e scuoto Calum per le spalle.

"No! Non sono stato io!" grida quest'ultimo, come in risposta di chissà quale sogno strambo.

"Sveglia!" esclamo battendo energicamente le mani.

"Eh?" fa sempre lui, mezzo intontito. "Ah sei tu" ridacchia.

Ashton gli da dello scemo e gli tira uno scappellotto, ma ho l'impressione che anche lui si sia appena svegliato.

"Guarda che anche tu dormivi" gli fa notare Calum, confermando i miei sospetti.

"No, non è vero" fa l'altro sostenuto.

"E allora perché non mi hai risposto quando ti ho chiamato?" mi intrometto.

"Bhè.." ci pensa un po', "volevo vedere come reagisci agli imprevisti".

"Ma sta zitto" lo rimprovero giocosamente. "Veniamo alle cose serie.." Gli consegno i loro due biglietti e li informo dell'imminente partenza. Poi domando dove siano finiti gli altri due quarti di band e mi dicono che si stanno riposando nel cortile interno dell'albergo.

"Dai ti accompagniamo" mi dice Calum levandosi da terra.

"No!" protesta Ashton. "Non mi va di alzarmi, Amy resta qui".

"Su, non fare i capricci" rispondo.

Faccio per andarmene, ma lui mi prende per una gamba e cerca di trattenermi. Io allora provo a divincolarmi e avanzo a piccoli passi trascinandomelo dietro. "Fermaaaa" implora.

"No, finché non ti metti in piedi" dico risoluta.

Il gioco continua ancora un po', lui grida e ride e io faccio lo stesso. Ma quant'è scemo.

Noto alcuni colleghi più grandi, amici di mio padre, che ci osservano divertiti. Chissà se poi andranno a raccontargli tutto in maniera pettegola. E chissà che idea si saranno fatti a riguardo.

Per fortuna Calum interviene in mio soccorso. Fa rinsavire Ashton e tutti e tre ce ne andiamo tranquillamente in cortile.

In realtà si tratta più di un bel giardinetto, tutto curato e con delle panche dove gli ospiti dell'albergo possono rilassarsi all'aria aperta. Lì troviamo Michael e Luke che stanno facendo un allegro picnic.

"Ragazzi abbiamo appena una mezzoretta e poi dobbiamo partire" comunico.

Michael sembra contrariato "E dai rilassati un attimo, stai sempre di corsa tu".

"Taci, o partiamo senza di te" minaccio.

"Ecco, questi sono i momenti in cui vuole fare la dura" mi prende in giro.

Secret Love - Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora