Capitolo 5

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"James..." Dissi in sussurro staccandomi leggermente da Dylan.
"Dylan, vai via da lei, ora" Il suo tono era quasi un ringhio, non lo sopportavo quando faceva così.
"Lui è un mio amico, possiamo abbracciarci e tu non puoi impedirlo, non sono affari tuoi James e, ora, se non vi dispiace vorrei mangiare una pizza o, semplicemente, tornarmene a casa"
Il volto di James si calmò , ma era sempre contrario alla mia scelta.
"Yvonne, non ho più voglia di una pizza, andiamo da qualche altra parte? Al cinema o dove preferisci tu.."
"Okay, andiamo ad un Fast Food?"
"Perfetto bambina" disse sorridendomi.
James era rimasto in disparte, con la pizza in mano e le lattine nell'altra. Io volevo passare una bella e rilassante serata con un bel ragazzo e invece cosa succede? Viene il mio ex a rovinare tutto. Forse era venuto con le più belle tra le intenzioni, ma non poteva pensare che fossi un giocattolo da prendere e portarlo dove desiderava.
"Yvonne, ti prego, mangia con me questa pizza" disse tirando leggermente su il cartone, poi continuò "Voglio solo parlare"
Con la calma ascesa da non so dove, feci un respiro e guardai i suoi occhi e, successivamente quelli di Dylan, decisi.
"Mangerò la pizza soltanto se ci sarà Dylan con noi, questi sono i miei accordi"
Dylan annuii e i mimai un 'grazie'.
"Basta che possiamo parlare" Rispose James. Accennai un sorriso per cortesia e mi staccai definitivamente da Dylan.
"Yvonne, io ho preso la nostra pizza preferita, spero che vuoi condividerla con me.." La sua dolcezza e la sua attesa di una mia riposta era evidente,ma come facevo a dirglielo? La pizza che mangiavamo sempre insieme, in realtà, non era la mia preferita. Mentii ai quei tempi solo per avvicinarmi a lui e funzionò, per quel breve tempo.
"Certo, è un peccato buttarla visto che non la finisci mai" Dissi con una leggera risata e contagiai anche lui con un sorriso.
"Dylan tu non vuoi niente?" Chiesi guardando le sue iridi.
"Non preoccuparti per me, bambina". Lo sentivo. Il viso di James era rosso per la rabbia. Lo percepivo nell'aria e sapevo che, come al solito, che si torturava un elastico sul braccio. Il mio elastico che li regalai in un momento pieno di stress per lui, lo aiutò molto.
"Ci sediamo su una panchina?" Propose James. Annuii come fece Dylan, volevo arrivare fino in fondo a quella storia.
"Come stai Yvonne? È successo qualcosa di importante?" La domanda di James mi fece rabbrividire, non volevo dirglielo in un momento così. Non in quel modo.
"Beh..sì, ma non è il momento giusto per raccontare" Dissi abbassando lo sguardo, poggiò la sua mano sulla mia e mi scontrai nei suoi occhi azzurri.
"Io ci sono sempre, puoi dirmi ciò che vuoi" Affermò con un sorriso comprensivo.
Dylan, in quella minima conversazione, era rimasto in disparte, con lo sguardo puntato sulla strada: non sapevo a cosa stava pensando ma, nel mio piccolo, volevo aiutarlo a sentirsi integre della conversazione.
"Da quant'è che siete amici?" Dissi mordendo un pezzo della pizza.
Le loro espressioni dicevano tutto: timore e ansia, ma non ne capivo il motivo.
"Da un mese".
Un mese. 30 giorni. 720 ore. Impossibile, James era ancora a contatto con me in quel lasso di tempo e non mi aveva mai parlato di Dylan.
"Cosa state nascondendo?"Chiesi in modo incuriosito.
Le loro fronti si tesero e fui più decisa a scoprire il mistero...

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