Capitolo 12

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"Yvonne, sveglia, ti ho portato la colazione" disse qualcuno in un sussurro.
Non capivo chi era ma dopo il mio cervello diventò nuovamente attivo e si accorse che c'era Robert, era davanti a me con una piccola busta bianca.
Che era successo durante tutta la serata? Non mi ricordavo.
Dopo mi ritornò tutto in mente: Dylan, Rob, James e i numerosi pianti.
Quando siamo tornati in camera mi sono addormentata tra le braccia di Robert e lui, non so come, ha dormito avvolgendo con le sue braccia il mio esile corpo.
"Grazie Rob" dissi aprendo gli occhi.
Quando furono completamente aperti baciai la guancia del ragazzo con i capelli neri e gli sorrisi, era stato così comprensivo.
Lo so, l'avevo detto anche di James ma era stata o diverso: Rob, con la sua bontà, era riuscito a farmi stare meglio come...Dylan.
Oh Dylan...perché non era venuto da me? Perché non mi aveva ancora cercato? Perché mi odiava ancora? Perché mi mancava così tanto come se avessi un vuoto nel petto? Perché...?
"Oggi puoi andare a casa..." Disse sorridendomi, ricambiai e lasciò un bacio sulla mia mano per poi accarezzarla.
"Fantastico!" Sorrisi ancora.
La testa faceva male ma in minima parte, stavo bene.
Stavo male, lo sapete il perché? Perché, il mio cuore, aveva un grande buco. Quel buco lo colmava quel senza cuore che mi chiamava 'bambina'. Mi mancava ma, non so come, lo volevo lontano da me.
Mi aveva lasciata così, senza voler chiedere spiegazioni.
Stavo male e ho camminato.
Ho pianto per lui, ho urlato per lui ma niente da fare, non era ancora lì con me.
"Prepariamo le tue cose" annuii e così facemmo.
Quando ebbi finito chiamai Amelia, non la sentivo da un po'.
"Amelia?"
"Ora ti fai sentire eh?!" Disse arrabbiata, perché era arrabbiata?
"Amelia mi manchi, volevo che venissi a casa mia"
"Oh certo, non sto ai tuoi comodi! Mi hai dato buca e mi hai fatto aspettare per mezz'ora alla pizzeria, ero un'idiota Yvonne! Come hai potuto?!"
"Hai ragione Amelia, ti chiedo scusa... Ti prego Lia, sei l'unica amica che ho... Non lasciarmi anche tu..." Ormai stavo piangendo, lei era troppo importante per lasciarla andare via così.
Non potevo perdere anche lei, non dovevo permetterlo.
"Arrivo a casa tua tra venti minuti, li mi devi delle spiegazioni"
Riattaccò il telefono senza neanche farmi parlare.
Avevo una chiamata persa da un numero sconosciuto, avete presente le chiamate non rintracciabili? Ecco, quelle.
Nel momento in cui posai il cellulare squillò.
Lo afferrai e risposi.
"Pronto?"
"Ciao bambina..."
Il mio cuore si fermò.
"D-Dylan?..." Dissi in sussurro.
"Guarda alla finestra" corsi fino ad arrivare alla grande vetro e vidi.
Dylan, come si eravamo conosciuti dal vivo, con il suo sorriso e il cenno con la mano.
"Vengo a prenderti" disse lui.
"Sarai la mia bambina per sempre, piccola Yvonne" disse in un sussurro.
"Aspettami lì..." Disse lui.
Corse e entrò nell'edificio, non ci stavo credendo...era lì e stava lì per me, sorridevo come un'idiota.
"Yvonne, sta arrivando Dylan, vero?" Rob. Probabilmente stava malissimo!
"Ehm sì" dissi senza girarmi dal paesaggio.
La città, come sempre, era fantastica.
Le persone, le macchine, i rumori assordanti la rendevano viva ma allo stesso tempo piatta.
Piatta perché tutti fanno le stesse cose, tutte macchine spente: grigi e nere.
Mi mancavano i colori: i fiori, le distese dei prati e le persone che conversano, sì mi mancavano terribilmente.
"Allora vado Yvonne, ti chiamerò" disse lui abbracciandomi per poi lasciare un bacio sul mio capo.
Sorrisi e mi girai, abbracciai Rob e annuii.
"Grazie di tutto" dissi prima che se andasse.
Mi sorrise sull'uscio della porta e varcò il corridoio.
Ritornai a guardare la città: incantevole, pensai, come ogni volta.
"Bambina...mi sei mancata.." Sentii qualcuno abbracciarmi, l'abbraccio più bello, Dylan.
Roteai il corpo per vederlo in faccia, lo abbracciai e mi avvolsi tra le sue caldi mani.
"Anche tu Dylan, non sai quanto" dissi sorridendo.
Alzai lo sguardo per incontrare le sue iridi, erano ansiose, perché?
"Va tutto bene Dylan?" Chiesi.
"No, non fa affatto bene!"
"Per-" mi interruppe prima chee potessi parlare e mi baciò.
Mise le sue mani sui miei fianchi e io sul suo viso.
Era un bacio con passione e con mancanza.
Una mancanza che anche lui provava, una mancanza nel cuore, una mancanza infinita, una mancanza soffocata in quei giorni.
Era un bacio casto, un bacio pieno di sentimento.
Non avevo mai provato così tante emozioni insieme in un unico gesto.
Mai.
Dylan era così: mi faceva provare cose nuove e emozioni nuove.
Io amavo Dylan, tutto qui.
"Non sai da quanto aspettavo questo momento, mia bambina" disse sorridendo tra il lungo bacio.
Sorrisi anche io e sussurrai "mi sei mancato Dylan, non sai quanto"
"L'hai già detto" disse ridendo.
"Lo dirò all'infinito Dylan" dissi sorridendo.
"Ti amo Yvonne"

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