Capitolo 39

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"Ciao Yvonne, ecco io... Sono stato uno stonzo, okay? Io ti amo, non volevo è solo che... Lei è unica, ma anche tu. Non so chi scegliere, ti prego, perdonami.
Voglio avere ancora un tuo bacio, chiamami bambina"
Un suo altro messaggio in segreteria, non lo sopportavo più.
Ogni volta che ascoltavo la sua voce, sopratutto pronunciando quelle parole, la mia anima diventava cupa.
Pensavo di essere diventata sua, in realtà aveva anche qualcun'altro.
Avevo bisogno di qualcuno, ma chi?
Non credo che avevo persone fidate in quel momento, forse l'unica era Lia.
Forse solo lei non mi avrebbe tradito, forse.
Dopo che me ne ero andata mi sono buttata a peso morto sul letto, e indovinate?
Ho pianto. Ho sputato la mia anima in quel pianto, mi sentivo uno schifo.
Il cuscino era diventato parte integrante del mio viso, dovevo oscurare le urla strazianti del dolore.
Uno dei giorni più brutti della mia vita, nella "top lacrime" potrei dire.
Rovinavo sempre tutto, dovevo essere migliore... Forse non avrebbe voluto stare con un'altra se fossi stata una ragazza 'modello'.
Avevo sbagliato tutto, tutto.
Non dovevo fidarmi, non dovevo confidarmi, non dovevo fare niente.
Dovevo far finta di niente ai suoi messaggi, ma, ovviamente, dovevo essere una ragazzina ingenua e parlarci con lui.
Ne avevo bisogno, volevo essere salvata dalla mia vita monotona.
Beh, alla fine c'è l'ho fatta.
Mi sono fidanzata, sono stata tradita e ho pianto per un ragazzo.
Normale, no?
Il mio cuore era stato distrutto in una visione, una delle più brutte che non vorresti mai vedere.
Quella di cui tutti hanno paura, dal primo all'ultimo.
Dopo che le lacrime erano incise sulle mie guance decisi di alzarmi.
Un movimento lento e deciso fece sii che fossi in piedi, davanti alla finestra.
La luce del mezzogiorno era fantastica, sublime potrei aggiungere.
Decisi di prendere il mio cellulare e scattare una foto.
La scattai. Potevi vedere una città, ma io capivo di più.
Una foto sfocata, senza molto importanza.
Con gente movimentata e macchine che scfrecciavano lungo la carreggiata.
Da quella immagine si poteva sentire tutto.
Non vedevo più la bellezza della città, in quel momento, riuscivo solo a percepire le sensazioni negative che mi trasmetteva.
Il grigio. L'assenza di verde. Le persone infelici. La grande nuvola di inquinamento. Gli occhi spenti dei bambini che passavano. Gli insulti degli automobilisti. La gente che fissava un apparecchio elettronico.
Non era come nelle fiabe.
Dove il principe ama la sua principessa anche solo dopo un'ora.
No, nella vita reale il tuo principe ti tradisce con la puttanella di corte.
Pensi di averlo trovato, ma, puntualmente, è lui che se ne va via da te.
Te ne vai anche tu, ma non potresti mai farlo soffrire tradendo.
Beh, il mio principe l'aveva fatto e dovevo dimenticarmelo.

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