Capitolo 35

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"Ora entriamo?" Chiesi un po' nervosa, avevo sempre paura di parlargli della questione 'siamo fidanzati o sono un passatempo?'. Chi non lo sarebbe stato? Non credo che esiste una persona tanto coraggiosa da non essere spaventata, un minimo l'abbiamo tutti, no?

"Certo bambina, c'è qualcosa che non va? Ti vedo un po' strana.. Puoi dirmi tutto" Disse con un sorriso confortante. Afferrai saldamente la sua mano e feci delle carezze su di essa, ricambiai con un sorriso sincero e annuii. Non è bello ammetterlo, ma mi capiva al volo. O forse era un fatto bello, ma chi lo mai può sapere con certezza?

Bussai alla porta, Rosa era davanti a me con i suoi occhi azzurri. Come dico sempre, nonostante le rughe dell'età avanzata, la reputo una bellissima donna sicura di sé.

"Ciao nonna, noi andiamo in camera, spero non ti dispiaccia" Dissi con uno sguardo che implorava 'lasciaci soli, è importante'.

Rosa mi fece un sorriso, aveva capito la situazione, come faceva la mamma.

Spesso mi chiedo se non fossero sorelle, erano identiche in ogni mossa, per questo sono andata sempre d'amore e d'accordo con ambedue. Beh, quasi sempre.

"Ciao Rosa, tutto bene?" chiese Dylan sfoderando un sorriso. Era cordiale con lei, una delle cose più importanti per me. Nessuno doveva far soffrire le persone, fidate, nella mia vita.

"Oh benissimo Dylan, ora vi lascio andare, io vado in salotto" Disse addentandosi nella casa, la seguimmo a ruota lasciando dietro la porta, chiusa da Dylan.

Andammo nella mia stanza, vidi qualcosa che non mi sarei mai aspettata. I piccoli pezzi di carta fatti con papà erano attaccati al soffitto, mi venne un sorriso spontaneo al suo ricordo. Poggiai una man sulla mia bocca, l'altra era unita con quella del biondo.

Mi avvicinai per scrutare meglio quelle piccole stelline, eh sì, erano proprio loro.

Vidi in un'angolo della stanza uno scatolone, su un lato era scritto 'Infanzia -M'.

Una lacrima attraverso la mia guancia, ma questa volta non era di tristezza. Era di gioia.

Mi avvicinai alla scatola, nel mentre Dylan era rimasto a guardarmi sull'uscio della porta.

L'aprii delicatamente, non ci volevo credere era lì.

Da essa tirai fuori fumetti, CD, foto, oggetti vari e... una lettera.

"Che hai trovato bambina?" Disse abbracciandomi Dylan, la sua testa era poggiata sulla mia spalla e lasciava piccoli baci su di essa. La sua dolcezza era inimmaginabile.

"Beh.. questa è la scatola di mio padre.. ho appena trovato una lettera, non so di che si tratta" Dissi guardando la busta.

"Scoprilo Yvonne, potrebbe essere importante" Disse dolcemente, perché doveva trasmettermi sempre tranquillità con una banale frase?

"Va bene.. ci sediamo sul letto?" Chiesi stanca, in quei giorni il mo stress era aumentato di non poco.

Si staccò da me e si sedette sul lenzuolo sopra il materasso, come avevo detto io. Lo seguii come un pulcino.

Guardai quella lettera, era pura e semplice con delle rifiniture in azzurro.

"Aprila bambina, sono curioso anche io" disse Dylan con un sorriso.

Annuii e presi il punto d'apertura del pezzo di carta. Divisi delicatamente la sostanza appiccicosa tra le due e estrai il foglio di carta.

Aveva una consistenza strana, più pesante del normale.
Lessi ciò che c'era scritto, guardai Dylan e sorrisi.

"Allora? Che c'è scritto bambina?" Chiese impaziente Dylan.

Dissentì con il capo, avevo un sorriso stampato sulle labbra.

"Va bene bambina, non dirmelo, quando vorrai ti ascolterò" dissi lasciandomi un bacio sulla fronte.

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