Capitolo 10

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"Devo andare da Dylan..!" Disse velocemente e con ansia.
Mi sedetti sul letto ma Robert, quando stavo cercando di alzarmi, mi prese un braccio.
"Non farlo Yvonne, ti sei appena svegliata" disse dolcemente.
Non mi importava, dovevo andare da Dylan e spiegare, in un modo o nell'altro.
"Rob lasciami, devo spiegarli"
Lui tolse la mano dal mio braccio e si spostò dal mio letto.
"Lascia che ti aiuti ad alzarti Yvonne" disse lui porgendomi la mano.
La afferrai senza pensarci e, in men che non si dica, mi ritrovai in piedi.
Ero insicura ma aveva abbastanza equilibrio o, almeno, lo speravo.
"Grazie Rob" dissi camminando verso la porta.
"Io sto qui, vai pure" disse lui con un lieve sorriso.
Annuii alla sua affermazione e avanzai.
Mi appoggiavo al muro e procedevo con calma ma, a mio avviso, sembrava tutto così veloce.
Arrivai alla porta e l'aprii con fatica ma ci riuscì.
C'era un lungo corridoio pieno di altre stanze, non sapevo dove andare.
Decisi di andare a sinistra, me lo diceva l'istinto.
Camminai, sempre appoggiata al muro, scrutando ogni singolo angolo del corridoio e, comunque, di una stanza accessibile a tutti.
Finì il corridoio e me ne ritrovai un'altro.
Stremata e ansiosa, mi sedetti su una sieda.
Per la fatica stavo ansimando e sudavo, era un grande sforzo ma non dovevo arrendermi. Dylan. L'unico pensiero nella mia mente. Non poteva finire così quella giornata, no. Non poteva assolutamente.
"Dylan!" Urlai nel corridoio.
Era deserto, solo poche persone vagavano in quel tratto.
Stavo piangendo, ero disperata ed ero già stremata.
Mi faceva male la testa ma era oscurato dal mio desiderio. Il desiderio di parlare con Dylan. Il desiderio di sistemare le cose. Il desiderio di vedere un suo sorriso comprensivo. Dylan. Era lui che volevo.
"Dylan!" Urlai ancora più forte ma, ahimè, era tutto invano.
Nessuna risposta, come ogni volta.
"Yvonne! Che ci fai qui?! Torna in camera!" Alzai lo sguardo, James era davanti a me con uno sguardo arrabbiato ma, quando vide le mie lacrime, si accovacciò e mi fece un sorriso comprensivo.
"Che succede?"
"Devo trovare Dylan, devo spiegare, portami da lui..ti prego" la mia voce era spezzata dal pianto.
James prese tra le sue mani il mio viso e, con il pollice, asciugò le lacrime sulle guance.
"Non piangere angelo mio, sei così bella quando sorridi, non mi piace vederti così"
Il suo sguardo era dolce, e il tono con cui aveva detto questo quelle parole mi avevano fatto rabbrividire.
"Andiamo a cercare Dylan insieme ,angelo?"
Annuii con la testa e mi aiutò ad alzarmi, mi prese da un fianco e stessa cosa feci io.
Lui era la mia roccia, potevo riposare di essa e sfogarmi, lui contava e molto.

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