Andai all'uscita dell'aeroporto, stavo aspettando Sophie.
Guardavo intontita le persone che mi si ponevano davanti.
Anziani, bambini, adulti e fidanzati.
Per un attimo immaginai di vedere Dylan , ma poi mi accorsi che era la mia immaginazione.
Una chioma rossa fece breccia sulle mie iridi, Sophie.
"Sophie! Sono qui!" Dissi alzando la voce e scuotendo la mia mano per farmi notare.
Si girò e ammirai il suo sorriso.
Era uguale a quello di papà,teneva vivo il suo ricordo solo standole accanto.
"Yvonne! Piacevole il viaggio?" Chiese euforica la zia.
Annuii con un gran sorriso, abbassai lo sguardo quando pensai a Stevan.
Aspetta, perché pensavo a Stevan?
Che avevo?
Mi tolsi questi pensieri.
"È stato bello, in generale" Dissi in una leggera risata.
"A casa ci sarà una sorpresa, usciremo a cenare! Ti faró vedere la città e capirai cose nuove, so che ti affascinano" Disse accarezzandomi allegra la schiena.
Il mio viso si tese per far affiorare un sorriso.
"Come facevi a saperlo?" Chiesi con lo stesso identico sorriso.
Fece una lieve risata e mi diede una leggere pacca sulla spalla.
"Lo scoprirai piccola" Rispose baciandomi la fronte.
-
"E dimmi, con Dylan come va?" Chiese ammiccando Sophie, per poi scoppiare in una grande risata.
Eravamo in macchina, stavamo andando a casa sua.
All'inizio l'inversione stradale, diversa da quella italiana, mi diede un senso di disorientamento, ma dopo poco mi ci abituai.
"Va benissimo, è in Italia e aspetta un mio ritorno" Dissi sorridendo, la mia voce si era spenta leggermente.
Mi mancava di già.
Era assurdo quanto mi si fosse insediato nel cuore.
Oltre un'anno di noi, ma sembrava un'eternità immensa.
Aveva mantenuto la sua promessa: non eravamo la coppietta 'tutte parole dolci e niente discorsi seri'.
È stato facile, è riuscito a rendimi partecipe dei suoi problemi così da poterli risolverli.
Anche i più insignificanti, come non sapere che film scegliere con ospiti a casa o i miei problemi su cosa mettermi per andare a conoscere i suoi genitori, era letteralmente corso a casa mia per aiutarmi a scegliere uno dei pochi vestiti che avevo. Era stato così divertente quel momento, potrei percepire ancora le nostre sonore risate risuonare nell'aria candida della mia stanza, nel corso del tempo l'avevo adornata come più mi aggravava: aggiungendo poster, foto e ricordi da appendere alle pareti.
"Ci siamo quasi, non vedo vedere la tua faccia quando vedrai quel che ti aspetta!" Dissi applaudendo velocemente, sempre con la sua infinita vivacità.
Parcheggio la macchina vicino a una graziosa villetta color giallo senape, poteva anche scambiarsi per una casa delle bambole.
"Eccoci qui, ti piace? L'ho comprata proprio questa settimana, ci sono ancora degli scatoloni qua e là, ma sistemerò tutto al più presto" Esclamò piena di gioia e orgoglio.
Non aveva ancora capito bene l'impiego di Sophie, gliela avrei chiesto il giorno stesso.
"Molto graziosa zia" Dissi in risposta ammirando la casa, non eravamo ancora scese dall'automobile.
"Ne sono contenta!" Disse quasi urlando per la sua vivacità, poi continuò "Ora andiamo, ma prima aspetta fuori, deve essere una sorpresa.. Non so se ti piacerà, ma non si può tornare indietro!" Disse con un gran sorriso.
Si tolse la cintura di sicurezza e uscii goffamente dall'auto, ma è mia zia, le voglio comunque bene.
Uscii dal veicolo e sentii la brezza estiva scompigliarmi i capelli, era una sensazione fantastica.
Il Regno Unito era incantevole, avevo ammirato dal finestrino dell'auto tutto. Godendomi ogni minimo particolare.
Tutto aveva un'aria più semplice, più cordiale e leggera, come se non ci fossero problemi.
Sophie sbucò dalla porta con un gran sorriso euforico, ma che aveva?
"Vieni nipotina cara, devo mostrarti il 'dono' tanto atteso!" Esclamò muovendo il braccio nella sua direzione.
Sorrisi goffamente e mi avvicinai.
Il giardino era di un verde accesso, sicuramente finto, ma faceva rendeva il tutto armonioso.
Erano presenti delle piccole margherite, probabilmente nate da sole.
La strada era di ghiaia, faceva quel rumore che tanto adoravo.
Mi incanti a vedere ogni centimetro del giardino, per fortuna la zia mi riportó alla realtà.
"Yvonne, ora chiudi gli occhi, ti guido io" Disse sussurrando.
Non era più tanto gioia, sembrava che si era spenta come una lampadina.
"Va bene, ma non farmi cadere" Riposi con una lieve risata.
Rimase in silenzio, un sorriso straziante.
Mi seguii nei movimenti, in un battere d'occhio i piedi piedi toccavano qualcosa di più consistente: un pavimento.
"Ora ti faccio sedere sul divano, resta lì" Disse Sophie aiutandomi a trovare il posto.
Non capivo ancora i suoi gesti, perché doveva essere un mistero così grande?
"Sei pronta piccina? Tra cinque secondi apri gli occhi" Annuii alla sua proposta e contai mentalmente il tempo prestabilito.
"1..2..3..4..5" Pensai.
Aprì gli occhi.
Non capivo che c'era di diverso, era una normale salotto e..
Un momento.
Il mio cuore perse un battito, stavo immaginando sicuramente. Era uno scherzo?
No no no, non era vero.
Non poteva, impossibile.
Mi ritrovai davanti a un'uomo: era in piedi dinanzi a me con un'espressione indecifrabile.
Avrà avuto 45 anni, se non di più.
Portava occhiali da vista con una montatura metallica e i suoi occhi azzurri splendevano sotto il lampadario.
L'altezza elevata e la.. Sua giacca.
No.
Non poteva.
Lui.. No.
Non poteva assolutamente.
"C-chi è l-lei?" Chiesi intontita.
Un sorriso amaro gli si formò in volto, per poi guardare alla finestra.
Ci fu un silenzio insopportabile, poi d'un tratto si girò verso di me e mi osservò con un sorriso diverso, un sorriso che conoscevo.
Ma lui non poteva, l'avevo visto.
Lui non poteva essere lì, qualcuno mi stava facendo uno stupido scherzo? Non si poteva scherzare su questo genere di cose, proprio no!
"Chi è?!" Sbraitai alzandomi dal divano, volevo sapere la verità.
"Non mi riconosci piccola mia? Sono solo un po' più vecchio.. I-io.." Rispose l'uomo.
Mi avvicinai cautamente a lui, per poi tirare un gran sospiro.
"Non puoi essere tu, sei morto" Dissi fredda.
Il suo sguardo tagliente si insidio in me.
Resistevo a quella forza, non dovevo apparire debole. Per la mia salvezza.
"Io.. Non so.. Yvonne, ti giuro che sono io.. Mi sei mancata da morire.. E.. Non è stato giusto.. Lo so, me ne pento.. Tua madre.. Io.. È morta e non l'ho potuta salutare.. Non volevo perdere anche te piccola, sei la mia vita.. Ti prego.. Credimi.. Io.. Ho dovuto.. I-io.." Disse interrompendo la frase.
Ero diventata fredda, non ci volevo credere.
"Mio padre non mi avrebbe mai lasciata così! È morto per un cancro e tu ti spacci per lui! Non so come fai a sapere così tante informazioni sul mio conto, ma non ti credo! L'ho visto morire! Ho visto che emetteva il suo ultimo respiro! Ho visto i suoi occhi! Ho sentito il suo ultimo bacio! Ho sofferto! Tu non puoi venire qui e fare finta di niente! Lui.. È morto.. Sei solo un bugiardo!" Urlai.
Non mi accorsi che stavo piangendo, non era giusto.
Non doveva far così, non si doveva permettere anche in minima parte!
"Sono io! Yvonne Jansen, nata a Torino il trenta ottobre nel trado pomeriggio. Occhi azzurri cielo, quando era più piccola era leggermente bionda e le sue lentiggini erano più evidenti. Attualmente ha diciotto anni. Ha perso la madre circa un'anno fa, per colpa di un'incidente stradale provocato dal suo ragazzo. Adora il cielo e la città, già da piccola voleva vedere ogni dove anche in una piccola stanza. È intelligente, anche se a scuola non è sempre stata al massimo. Ha scelto un liceo, le sembrava la soluzione migliore, ma non sapeva che aveva un passione stremata per la fotografia. Ora ha davanti Matteo Jansen, suo padre che si è finto morto per un'altra donna.. E.. Gli manca sua figlia, non voleva ferirla,ma.. L'ha fatto e sa di non poter rimediare facilmente. Gli mancano i suoi abbracci e vedere il suo sorriso per tanto tempo. Adora come ride, perché fa ridere anche lui. Vorrebbe andare ancora con lei al solito fast food e al loro posto speciale. Vorrebbe solo lei, gli basterebbe per affrontare tutto. Perché lei è tutto, è la sua aria e la sua vita.. E.. La ama più di se stesso"Aprii gli occhi silenziosamente e lo guardai sbalordita.
Quindi lui era.. Vivo?
Come era accaduto e perché l'aveva fatto?
Non gli bastavo io e la mamma?
Poteva cambiare tutto, è tutta colpa mia.
Dovevo essere migliore e fare meno la bambina.
Dovevo aiutarlo anche nel minimo, se aveva compiuto quella messa in scena ci sarà um motivo, no?
Pensando a queste ipotesi mi strofinai la fronte e lo guardai ditro negli occhi.
"Perché? Perché te ne sei andato? Ho pianto per te, sei solo un'egoista, la mamma non era più la stessa! Era morta dentro e tu ci hai fatto soffrire!" Sbraitai piangendo.
Mi accasciai sul divano e immersi il mio viso tra le mani.
Sentii dei passi: era lui.
Alzai leggermente lo sguardo.
Sentii una mano accarezzarmi il capo.
Aveva sempre quel suo tocco magico, non poteva scordarmene, ma dovevo resistere e vedere come si comportava.
Volevo sapere il motivo, poi avrei deciso se e quando perdonarlo.
"Sono un uomo di merda, ho inscenato la mia morte solo per scappare. Avevo conosciuta una donna nuova e.. Credevo di amarla. Volevo tornare, lo giuro, ma non sapevo come avresti reagito e non volevo farti soffrire ancora di più; ti prego piccola, perdonami, sarò migliore e non ti voglio lasciare mai più, a costo della mia vita" Disse con uno sguardo profondo e un sorriso amaro.
Scoccó un'altra lacrima.
Lentamente mi misi composta sul divano e.. Lo abbracciai, più forte che potevo. Come se le mie ossa si stessero rompendo una a una. Come se fosse un'uragano che mi spazzava via. Come se fosse il nostro unico e irripetibile abbraccio. Come se fosse mio padre, beh, per questo ero felice: mio padre era tornato e non volevo che se ne andasse ancora da me.
"Ti voglio bene papà, mi sei mancato" Dissi con un singhiozzo aggrappandomi alla sua maglia.
Mi cullò con un bacio sul capo e mi sussurò "Ti amo piccola mia, non vedevo l'ora di vederti" Ripose con un sorriso, sentivo che tendeva la faccia.
"In Italia ho ancora le nostre stelle e la tua giacca era mia, ma a quanto pare l'hai ripresa" Dissi asciugandomi una lacrima, stavo ridendo senza un motivo.
Mi sentivo euforica, il mio cuore era diventato più pieno.
Era lì con me, sembrava un sogno irrealizzabile, divenuto realtà in quei due secondi di sguardi.
"Papà? Posso chiederti una cosa?" Chiesi guardandolo sorridente.
"Certo piccola, dì pure" Rispose con un'altro sorriso.
"La zia Sophie sapeva tutto dal principio? O glielo hai rivelato come hai fatto con me?" Chiesi ridendo.
Una risata uscii dalle sue labbra, sì, mi mancava non so quanto il suo reagire alle mie domanda, apparatamente, stupide.
"Sapevo che era vivo, mi ha aiutato, perché sono pur sempre il suo fratello maggiore; avrò sempre 'controllo' su di lei" Disse ridendo abbraciandomi, mi stava stritolando, ma non importava.
"Beh, devi raccontarmi tutto di questo Dylan, non deve farti soffrire o gli spacco la faccia" Esclamò scherzosamente.
"Lo conoscerai, prima o poi" Risposi con un sorriso.
Mi tirò più a sè e mi lasciò un bacio sulla mia chioma rossa.
Mi sentivo protetta tra le sue braccia, neanche Dylan ci riusciva.
Era come se papà creasse un castello per proteggermi e Dylan fosse il mio cavaliere 'personale'.
Anche ai miei diciotto anni avevo ancora una grande immaginazione, ma non potevo evitarlo: era una parte integrante di me.
"E.. La mamma lo sapeva?" Azzardai.
Il suo corpo si immobilizzò per pochi attimi.
Diventò rigido.
"No, ne era all'oscuro, piccola mia" Rispose guidandomi negli occhi.
Annuii alla sua risposta e mi alzai dal divano.
"Ora fammi vedere la città con Sophie!" Esclamai ridendo lievemente.
Egli annuii con un sorriso e si alzò anche lui.
"Zia? Andiamo a fare il famoso tour della città!" Esclamai per farmi sentire in casa sua.
Sentii dei passi provenire da un corridorio e la vidi arrivare splendida come sempre.
Era tutto perfetto, non potevo chiedere di meglio!
Avevo al mio fianco un ragazzo fantastico, amici fidati, un padre 'ritrovato', una nonna affettuosa e una zia allegra.
Mi sentivo bene, e non potrò mai dimenticare quel giorno.
Mai.
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Il messaggio che cambiò tutto.
Teen Fiction{"Lei non è perfetta, lo sa anche lei. Lei ai miei occhi è perfetta." Tratto dal capitolo 25.} La vita di un'adolescente con risate, ma altrettante lacrime. Un ragazzo, stravolgerà la sua vita. E se fosse questo ragazzo a causar...