Capitolo 7

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"Yvonne..non so che dire...ehm sì!" Disse sfoggiando un'altro dei suoi sorrisi, era vivace come una bambina.
"Mi piacciono i tuoi capelli" disse toccando la mia chioma rossa. "Adoro i capelli rossi, vorrei averceli io" disse con un'altro sorriso.
Alla sua affermazione sorrisi anche io.
"Quanti anni hai Amelia?" Chiesi alla bionda.
"Tra pochi mesi ne compio diciotto" disse guardando per terra. Il sorriso era sempre sul suo volto e non mi capacitavo come faceva.
"E tu? Quanti anni ha la ragazza nel suo mondo?" Disse ridendo.
Ero ancora più stupita. Lei mi aveva capito. Lei aveva capito che avevo un mondo mio. Lei aveva capito che mi piaceva pensare. Lei, semplicemente, in pochi minuti aveva capito quello che non aveva mai capito James.
"Ho diciassette anni compiuti" dissi con un lieve sorriso.
"Siamo quasi arrivate" dissi ad Amelia riconoscendo la via di casa.
"Okay, sicura che non disturbo?" Chiese un po' preoccupata.
"Nessun disturbo, mi farai compagnia" dissi con una piccola risata.
Sorrise con le sue solite fossette.
"Eccola qua, la mia cassetta" dissi ridendo come un'idiota senza un'apparente motivo..ma okay, normale.
"Allora entriamo!" Disse ridendo lei muovendo le mani a caso nel vuoto. È pazza come me. E mi ispirò di già.
"Mamma, c'è una mia amica: Amelia, può rimanere?"
Mia madre uscii dalla cucina con la solita stanchezza addosso, ma con lo stesso identico sorriso. È una donna forte e l'ho sempre saputo.
"Certo! Piacere io sono Carla" disse mia madre tendendo la mano verso la bionda. Amelia la afferrò con piacere e si sorrisero.
"Grazie Carla" disse lei staccando il contatto tra le sue mani.
"Volete qualcosa?"
"No grazie" disse prontamente Amelia.
Mia madre mi guardò e io guardai lei.
Aveva già capito che saremo state amiche e questo mi faceva provare...gioia. Sì, gioia. La gioia nel vedere che, la donna che ti ha messo al mondo, capisca con un sguardo quello che pensi.
Mi ritengo fortunata ad avere una mamma così e ne sarò sempre grata.
"Noi andiamo in camera, riposati" dissi baciandole la fronte. Ero leggermente più alta di mia madre e non mi dispiaceva affatto, scherzare su questo ci fa provare grandi risate insieme.
"Okay tesoro, notte Amelia, piacere di averti conosciuto, vieni a trovarci quando vuoi" disse mia madre con un sorriso rivolto a me e alla bionda.
"Di sicuro, grazie" disse Amelia e tese la faccia per far affiorare un sorriso con le sue, bellissime, fossette.
"Ora andate!" Disse mia madre ridendo.
Sorridemmo tutti e tre alla sua frase e, mia mamma, si assentò in camera e chiuse la porta.
"Tua madre è molto simpatica" mi confessò Amelia guardandomi con i suoi occhi scuri.
"Piaci anche a lei, hai fatto colpo" dissi scoppiando in una lieve risata in cui mi accompagnò la bionda.
"Andiamo in camera mia" dissi mostrandoli la strada per il corridoio.
Lei mi precedette e fummo nel mio mondo.
Il mio mondo non lo vedeva nessuno, solo mia madre poteva accederci, per me era una cosa vitale e, senza la sua purezza, non poteva essere unico ai miei occhi.
"Ecco il mio piccolo mondo, in pochi possono accederci" dissi puntandole, scherzosamente, il dito contro, poi continuai "ed è una fortuna che tu sei qui a vederlo, mia cara Amelia" dissi con una risata per poi sedermi sul letto.
"Ne sono sicura, signora Yvonne!" Disse per poi fare il segno militare per poi crollare in una risata.
Mi adagiai sul letto e Amelia fece lo stesso, mi voltai per vedere il suo viso e la guardai.
"Grazie" riuscì a pronunciare solo quello.
"Per cosa?"
"È da tanto tempo che non trovo un'amica vera, tu lo sembri davvero Amelia" dissi con un sorriso.
Lei ricambio per poi dire "non devi ringraziarmi, ci sosteremmo a vicenda" esclamò in un flebile sussurro.
"Sei la mia unica amica, non andare via da me per una cazzata..d'accordo?" Dissi con la voce spezzata per avere una voce bassa, roca e flebile.
"Prometto" disse sorridendo.
Amelia si sedette sul letto e io feci lo stesso.
Qualcosa nella mia tasca emise un suono: il telefono.
Lessi sul display alcuni messaggi.
"Da James:
Mi dispiace okay? Sto di merda e se solo tu rispondessi  felice come un coglione a guardare questo schermo"
"Da Dylan:
Bambina? Ti prego rispondi! Non sapevamo come rispondere, non sapevamo come avresti reagito e, soprattutto, stiamo morendo al pensiero che tu stia male..ti prego rispondi"
Messaggi simili invadevano il mio telefono.
"Chi è?" Chiese Amelia vedendomi al cellulare.
"Due miei amici che hanno fatto i coglioni, mi sono arrabbiata e me ne sono andata via per poi incontrare te" dissi facendo un debole sorriso.
"Allora devo ringraziarli" Disse con un sorriso. Sì, era l'amica perfetta per me e, per giunta, l'avevo scoperto in due ore ma me lo sentivo dentro: come se qualcosa mi dicesse di fidarmi della piccola bionda che, in realtà, tanto piccola non è.
"Rispondi, staranno molto in pensiero" Disse comprensiva.
Sbloccai il cellulare e decisi di chiamare Dylan.
"Yvonne? Tutto bene? Come stai? Mi sento in colpa! Mi dispiace così tanto bambina!" Disse velocemente senza farmi parlare, alla sua reazione risi e sentii anche lui ricambiare.
"Tutto okay, vi ho già perdonati, dillo anche a James"
"Va bene bambina, che hai fatto in queste ore?"
"Ho incontrato una persona" dissi guardando Amelia che mi sorrise.
"Chi?" Chiese curioso con una nota di gelosia nel suo tono.
"La mia amica Amelia, la mia nuova migliore amica Amelia" puntualizzai.
Amelia mi sorrise con un sorriso ancora più grande e mi abbracciò. Senza dire nulla mi aveva fatto capire il vero affetto. L'affetto che non provavo da tempo.
"Ne sono felice, domani usciamo tutti e quattro insieme?" Chiese lui.
"Ti farò sapere, ciao Dylan"
"Ciao mia bambina" poi attaccai la chiamata.
"Che si fa domani?" Chiese lei sorridendo.
"Hai voglia di uscire con i miei due amici e me?"
"Certamente, voglio conoscerli" disse sfoderando un'altro suo sorriso.
"Ora devo andare, scusa Yvonne, mia madre mi aspetta!" Disse facendo una live risata.
La guardai con compressione "Capisco, ti accompagno alla porta" dissi un po' amareggiata dal suo andarsene.
"Ci scambiamo i numeri?"
"Certo, tieni, scrivi pure" disse tendendomi il suo telefono già con la lista del nuovo contatto.
"Ecco qua, ti scriverò per i dettagli di domani"
"Grazie, a domani Yvonne" disse andando verso il marciapiede.
"Ciao Lia" dissi salutandola con la mano.
Finalmente. Mi sentivo viva.
Mi sentivo viva con una persona nuova. Mi sentivo viva anche senza mia madre. Mi sentivo viva con un'amica, una vera amica.

Il messaggio che cambiò tutto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora