"Me lo fai un sorriso bambina?" Chiese Dylan guardando le mie iridi.
Come facevo a sorridere? C'era il trucco? C'era una magia? Qualcuno l'aveva scoperto? Parlare di sorrisi in un momento del genere sembrava parlare di scoprire perché siamo su questo mondo, tante idee ma nessuna confermata.
"Andiamo" dissi fredda.
La mia bolla si era creata ma non era la stessa, faceva entrare il male dentro e mi faceva soffrire.
Odiavo la mia bolla per questo, con tutta me stessa.
"Ehy, Yvonne, mi puoi parlare, non tenerti tutto dentro..finirai per scoppiare, ci sono tante persone che ti vogliono bene.." Disse Dylan guardando i miei occhi. Aveva uno sguardo dispiaciuto e comprensivo, ma non mi aiutava.
Se mi avrebbe portato, di nuovo, con me i miei genitori sarei stata felice.
Non si poteva fare ma avevo sempre una speranza nel credere che poteva accadere, tutto inutile.
"Andiamo" ribattei io, non volevo parlare, non volevo consumare di nuovo le lacrime, non volevo provare dolore.
Uscii dalla mia stanza con la valigia, andavo a abitare da mia nonna fino a nuovo avviso, mi avevano detto che la casa sarebbe diventata mia alla mia maggiore età.
Qualcuno prese la mia valigia, Dylan.
Apprezzavo i suoi gesti ma non stavo comunque meglio...mi sentivo vuota, non provavo più emozioni da far vedere agli altri.
"Yvonne! Che ci fai qui con lui?! Hai sentito?! O sei diventata sorda?!"
James. Quello stronzo di James.
Era davanti a me tutto incazzato e non resistetti.
Mi avvicinai a lui piena d'ira e mi posizionai davanti a lui.
Li diedi uno schiaffo, due, tre, quattro, cinque.
Poi passai ai pugni, non ci vedevo più, doveva pagarla. Non sapeva niente e si permetteva di venire con quei pretesti?!
Sentii qualcuno afferrarmi, Dylan mi stava bloccando con un abbraccio e sussurrava qualcosa al mio orecchio, non capivo niente, ero concentrata a ridurre in poltiglia quello stronzo.
"Ma tu sei pazza, muori Yvonne!" Cedetti, caddi a terra a peso morto e stetti li a fissare il soffitto bianco del salotto.
"Bambina?! Bambina parlarmi! Ti prego, di qualcosa!"
Mi alzai con calma dal pavimento guardando nel vuoto, Dylan mi guardavo stupito.
Mi misi davanti a lui e feci figure immaginarie sulla sua spalla.
"Sono morta dentro Dylan" dissi in un sussurro "non voglio più vivere, è troppo" dissi continuando a guardare un punto a vuoto nella stanza.
"Mi uccidi?" Chiesi tra le lacrime con un voce spezzata.
"Mi uccidi?!" Dissi in un pianto disperato.
"No" disse lui.
Mi tirò a lui e mi baciò, le lacrime scorrevano sulle mie guance ma continuavo a ricambiare quella unione, in quei pochi secondi tutto scomparve.
La tristezza, la mancanza, la malinconia, tutto.
Quel gesto mi aveva fatto sentire viva, con quel poco che potevo essere.
STAI LEGGENDO
Il messaggio che cambiò tutto.
Teen Fiction{"Lei non è perfetta, lo sa anche lei. Lei ai miei occhi è perfetta." Tratto dal capitolo 25.} La vita di un'adolescente con risate, ma altrettante lacrime. Un ragazzo, stravolgerà la sua vita. E se fosse questo ragazzo a causar...