Capitolo 10

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Due braccia forti mi portarono in una camera d'albergo non molto lontano dal punto in cui mi trovavo.

Non riuscivo a distinguere bene il volto del mio salvatore ma l'odore era piacevolmente familiare ed il calore della stanza mi aiutò a riprendere pieno contro dei miei sensi.

<<Stupida>> sentii sussurrare ed allora gli occhi grigi di Harag furono riconoscibili mentre mi aiutava a togliere di dosso gli abiti fradici posizionandoli sul termosifone che riscaldava la stanza che era alquanto piccola, il letto era al centro di quattro mura bordeaux, due termosifoni la riscaldavano mentre una lieve luce a neon che emanava un fastidioso rumore illuminava il tutto.

Avevo addosso solamente una canottiera e la biancheria intima, avrei dovuto sentirmi in imbarazzo o a disagio ma il forte mal di testa e lo stordimento dovuto alla lunga camminata sotto la pioggia non mi fece pesare la situazione nemmeno quando Harag si tolse la maglietta bagnata per farla riscaldare sul termosifone libero.

<<Perché siamo qui?>> chiesi allora tirando su col naso, osservando il demone di fronte a me che sfoggiava il suo fisico scolpito con noncuranza.

<<Moloch è da noi, non voglio ti veda così>> spiegò sedendosi sul letto accanto a me <<non sono stata io... Sam...>> cercai di spiegare recuperando lentamente lucidità.

<<Lo so, hai passato l'intera giornata a chiamarmi>> disse stendendosi portando le mani sotto la sua testa osservandomi attentamente <<e non sei apparso nemmeno una volta! Invece Vasariah ha dovuto pronunciare il tuo nome solo...>> ridacchiò quando ripresi perfettamente lucidità gesticolando troppo e ritrovandomi in piedi di fronte a lui, le guance mi andavano a fuoco mentre i capelli erano in condizioni orribili.

<<Non è vero, ti ho seguita per tutto il giorno per accettarmi che stessi bene... Sono intervenuto quando hai iniziato a darle di santa ragione a Vasariah e devo dire che quello spettacolo non era niente male>> disse continuando a ridacchiare mentre io afferrai un cuscino dal letto tirandoglielo dritto in testa.

<<Non fa ridere, quella ragazza è pazza!>> urlai esasperata scansando il cuscino che mi aveva lanciato di rimando.

<<Si invece che lo è, guardati>> disse indicando il modo in cui ero vestita, e subito sfilai la coperta da sotto di lui coprendomi <<perché ci hai messo tanto ad aiutarmi?>> chiesi allora e lo vidi diventare serio.

<<Dopo che sei sparita ho avuto un'accesa discussione con Vasariah e... c'è un altro motivo per cui non ti ho portato a casa subito>> spiegò sospirando, cosa dovevo aspettarmi ora?

<<Ha scelto la caduta, chiedendo protezione a Moloch che... ha accettato>> continuò grattandosi i capelli <<vivrà con noi? Sarà una serva come Biska?>> chiesi esasperata al pensiero di dover viverci insieme ma non mi sarebbe dispiaciuto vederla sgobbare per me.

<<Vivrà con noi ma Moloch ha altri progetti per lei>> quelle parole non mi piacquero affatto <<cioè?>> chiesi in un sussurro non sicura di volerlo sapere.

<<Vuole darla in sposa al suo secondo figlio>> <<chi sarebbe il secondo figlio?>> mi sarebbe piaciuto sentirgli nominare Hals o Lakota ma non fu così.

<<Io>> disse evitando il mio sguardo, non risposi lasciandomi cadere sul pavimento, la coperta coprì le mie gambe nude mentre iniziai a piangere.

<<Aleira...>> sussurrò Harag ora seduto accanto a me accarezzando una delle mie guance <<sarai contento>> dissi stringendo le ginocchia al mio petto.

Il Mio Dolce PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora