Capitolo 29

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La vincitrice del quiz scorso è @Rori_17, passate a leggere la sua storia "Contro il tempo!".

<<Papà mi prendi tra le braccia?>> occhi color nocciola mi osservavano con affetto, quello che non sarebbe dovuto appartenere ad una demone ma soprattutto a mia figlia.

<<No>> risposi semplicemente voltandole le spalle, ma il suono dei suoi passi mi fece capire che era testarda tanto quanto sua madre.

Sorrisi, ma non le mostrai il mio volto, camminavo per i corridoi della nostra tenuta e sebbene non lo mostrassi ero attento ad ogni suo movimento per assicurarmi che niente le potesse accadere.

<<Papà vai troppo veloce!>> si lamentò affannata dopo qualche passo, mi fermai per osservarla mentre riprendeva il respiro.

<<Non seguirmi allora>> risposi alzando un sopracciglio severo, ma il gesto non la smosse di un millimetro.

<<Io ti seguo>> affermò incrociando le braccia attorno al suo petto, il suo sguardo era sicuro di sé e per poco non cedetti nel mostrarle una risata compiaciuta.

<<Mi ricordi mio fratello>> risposi e lei sgranò gli occhi nell'udire tali parole.

<<Lo sporco pennuto?>> chiese innocentemente, dandomi piccole soddisfazioni.

<<Esattamente, lui>> risposi e le sue guance si colorarono di un rosso acceso, aveva solo quattro anni eppure era già molto astuta e colta.

Fece una smorfia arrabbiata prima di corrermi incontro riempendo le mie gambe di pugni, non mi mossi osservando come i suoi ricci danzavano ad ogni suo movimento.

<<Emma! Cosa combini?>> Lilith corse verso la piccola stringendola tra le sue braccia, erano due gocce d'acqua, nonostante un tempo quell'aspetto non apparteneva affatto alla donna di cui mi ero innamorato.

<<Chiedi scusa immediatamente a tuo padre!>> urlò Lilith alla bambina che in risposta mi mostrò la lingua.

Volsi le spalle ad entrambe tornando nel mio ufficio, avevo bisogno di un po' di riposo.

Emma non era mia figlia, in realtà tenere nascosta la sua puzza angelica è già una grande seccatura eppure quella bambina è riuscita ad entrare nel mio "cuore".

Sorrisi pensando a Michele, era riuscito a sconfiggermi più di una volta ed in diversi campi, addirittura crescevo sua figlia come se fosse la mia! Mi avrebbero ucciso di crepacuore un giorno.

<<Mio Re>> i capelli castani di Balam danzarono per un breve momento, era orario dunque.

<<Balam, sempre puntuale, al contrario di tuo fratello>> commentai vedendo il suo sorriso beffardo.

<<Non siamo poi così simili>> rispose alzando le spalle, ogni pomeriggio Balam mi consegnava notizie riguardando Aleira e Caliel allora sotto forma umana.

<<Come stanno?>> chiesi osservando le foto che poggiò sulla mia scrivania, Caliel era tale e quale a sua madre mentre Aleira... ricordava me e lei.

Sospirai, io, Il Diavolo: Lucifero! Confinato sotto terra per via di tre marmocchi ed un angelo... Ogni mia mossa falsa avrebbe comportato la fine della loro vita.

Il Mio Dolce PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora