Capitolo 18

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Morgue e Harag si fissarono per quella che mi sembrò un'eternità mentre i passanti li osservavano curiosi, un po' per la loro bellezza ed un po' per il loro sguardo spaventoso.

<<Heylà?>> disse Emma accanto a me, mentre io ero rimasta a fissarli come una stupida, perchè non avevo detto qualcosa anch'io?

<<E tu chi sei?>> chiese Morgue distraendosi, inarcando un sopracciglio esaminando attentamente la ragazza dalla testa ai piedi con la sua solita aria di superiorità.

<<Il mio nome è Emma, piacere>> rispose lei accennando un inchino elegante, sorprendendo il demone che rispose a tono <<qualcuno che conosce le galanterie...>> rispose accennando un sorriso, per poi tornare al suo solito sguardo di indifferenza.

Proprio lui parlava di galanteria? Dopo che mi aveva abbandonata in quel posto da sola? Harag rimase in silenzio calmandosi lentamente, avevo dei conti in sospeso anche con lui... accidenti.

<<Se non vi dispiace, eravamo nel bel mezzo di una conversazione>> risposi riprendendo a camminare assieme ad Emma che sorrise ad i due prima di seguirmi, nonostante non li vidi seppi che ci stavano seguendo.

<<Toccava a me>> dissi pronta a raccontare qualcosa di me alla ragazza che annuì pronta ad ascoltarmi <<Sono stata anche io cacciata dagli inferi, in realtà dovrei essere morta>> spiegai rivedento il volto di Moloch nella mia mente, sperai gli venisse un colpo ovunque si trovasse.

<<Come mai? Sempre se ti va di parlarne>> chiese con calma senza perdere il sorriso <<io, non lo so bene... c'è qualcosa di me che a loro non piace>> risposi osservandomi intorno confusa, ripensai al potere di cui aveva parlato Vassago.. dei due esseri potenti, uno di questi doveva essere Lucifero, pensai.

<<Hai mai incontrato Lucifero?>> chiesi allora vedendola sussultare a quel nome, incuriosendomi. <<Perchè me lo chiedi?>> rispose puntando i suoi occhi neri su di me, sembravano ricchi di dolore in quel momento, come se avessi risvegliato in lei ricordi di cui preferiva non parlare, così decisi che sarebbe stato meglio trattenere quella curiosità per me.

<<Pura curiosità ma... ora che ci penso non ha davvero importanza>> risposi scuotendo la testa, anche per me c'erano cose di cui avrei preferito non parlare, come ad esempio di mio fratello Cal e di ciò che gli aveva detto Gabriele.

<<Chi sono invece quei due che ci seguono?>> chiese voltandosi verso Harag e Morgue che camminavano lentamente dietro di noi, nè vicini nè lontani senza scambiare parola l'uno con l'altro.

<<Morgue ed Harag... superbia ed ira>> risposi sospirando mentre lei sgranò gli occhi <<sono davvero loro?>> chiese quasi stupita, mentre io annuii curiosa del suo stupore.

<<Ho sentito parlare molto di loro, sono bene apprezzati ed ammirati tra le classi più alte di demoni, loro padre, Moloch veniva spesso a trovarci>> spiegò e anche se non potetti vederlo, fui sicura che Morgue stava sorridendo di gusto nel sapere che era tanto conosciuto ed apprezzare, credo che invece ad Harag non sia importato più di tanto.

<<Ora devo andare>> disse la ragazza d'un tratto, quasi come se avesse visto qualcosa o qualcuno in lontananza che la aveva fatta preoccupare.

<<Tieni, questo è il mio numero>> disse tirando fuori dalla borsa che portava una piccola agenda ed una penna, notai che la maggior parte delle pagine erano già scritte del tutto, strappò un foglio da una delle ultime pagine e ci scrisse sopra il suo numero per poi porgermelo.

<<A presto>> disse allontanandosi frettolosamente e la salutai cordialmente piegando il foglio in modo da poterlo inserire nella tasca del mio jeans. Era stato gentile da parte sua lasciarmi il suo numero, anche se io stessa non mi ero ancora procurata un cellulare.

Il Mio Dolce PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora