Capitolo 40

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Aleira POV

<<Che schifo>> Harag incrociò le braccia attorno al suo petto, eravamo nascosti tra degli alberi di fronte al tempio degli esorcisti di cui Vassago parlava.

Era in cima ad una montagna innevata, nonostante il freddo vedevo i sacerdoti indossare solo una tunica leggera e sandali... eravamo costretti a nasconderci perché potevano sentire la nostra presenza ed essendo le loro anime pure non potevamo far nulla contro loro, non potevamo nutrirci e toglierli la vita.

<<Dobbiamo sceglierne uno, tentarlo e spingerlo a portarci gli oggetti>> sussurrai, già più volte si erano voltati nella nostra direzione.

<<Bisogna entrare nella loro mente e capire i loro punti deboli>> disse Harag, Vasariah se ne stava in silenzio e non avrei potuto chiedere di meglio.

<<Dobbiamo sfiorarli per farlo, ci vedranno>> dissi pensierosa, era più difficile del previsto.

<<E se entriamo e basta?>> chiese Vasariah, genio.

<<Non puoi, ci sono tanti amuleti e cose varie affissi alle parete, in più ci scoprirebbero>> risposi spiegandole l'ovvio.

<<Non puoi usare la tua parte angelica e raggirarli?>> chiese... se solo avessi saputo farlo!

<<Non lo so fare>> risposi.

<<Sei una buona a nulla!>> come pronunciò quelle parole cercai di colpirla ma Harag mi trattenne, avvolgendo la mia vita con le sue braccia.

<<Dopo, ora pensiamo a portare al termine questa faccenda prima che perda le staffe anche io>> disse severo ed entrambe ubbidimmo al suo comando.

<<Quel tipo sembra debole>> disse Harag puntando un uomo sulla trentina; era pelato e indossava un paio di occhiali grandi spessi che gli ricopriva l'intera faccia. Dentro di lui la sua anima biancia tremava leggermente, non era stabile.

<<Seguiamolo>> annuimmo e ci mettemmo in cammino, stava tornando alla sua abitazione perché prese un bus dalla stazione quasi ai piedi della montagna.

<<Per fortuna non è pieno>> dissi osservando i sedili vuoti del bus, Harag era comunque nervoso ma meno della volta precedente.

<<Shhh>> disse Vasariah poi, di nuovo Harag ci tenne separate mentre puntava il suo sguardo sul sacerdote che si voltò nella nostra direzione con la fronte aggrottata.

Rimanemmo in silenzio, lui prese la croce in legno che era appesa al suo collo e la baciò, iniziando a pregare.

Un leggero fischio si insinuò nelle mie orecchie, Harag strinse i braccioli del sedile rompendoli, attirando ancora di più l'attenzione del sacerdote... perfetto.

<<Fermi il bus>> disse il sacerdote scendendo di corsa spaventato, certo molto probabilmente avrei fatto lo stesso se avessi visto dei braccioli esplodere da soli.

<<Che femminuccia, ha già paura>> disse Harag sorridente, scendemmo anche noi dal bus.

Il sacerdote stava correndo verso il tempio, pregando ad alta voce.

Il fischio nelle mie orecchie si fece ancora più forte e a giudicare dallo sguardo in pena di Vasariah capii che era lo stesso anche per lei. Harag sembrava divertito, doveva essere abituato a questo tipo di situazioni...

<<Sicuro che quelle preghiere servano a qualcosa?>> urlò lui, la sua ombra si levò dal corpo puntando al sacerdote... un dubbio si insinuò in me. Stavamo facendo la cosa giusta? Questi uomini cercavano solo di proteggere la gente...

Il Mio Dolce PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora