Capitolo 54

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Kasal POV

Che noia. Davvero, che noia... Avrei potuto passare le mie giornate stesa nel mio letto, a mangiare patatine mentre in tv davano le nuove puntate di Game of thrones... Invece no, dovevo esercitare il mio potere sugli umani, uccidere i pennuti e tenere a bada il nuovo profeta e la sua guardia del corpo.

<<Spiegami di nuovo perché non siete con Lust>> dissi a Paimon, eravamo in un piccolo villaggio, la gente non usciva di casa da giorni, nessuno lavorava più e c'era chi per pigrizia iniziava a morire di fame.

La mia ombra incombeva su ogni casa, su ogni angolo di strada, su ogni centimetro.

Paimon da sola era stata capace di scacciare ogni angelo da quel posto, erano ormai abbandonati da Dio.

<<Cosa succede se nessuno raccoglie le anime?>> chiese Danil, il profeta dagli occhi neri.

<<Rimangono intrappolate qui>> risposi io, coprendomi poi la bocca per uno sbadiglio.

<<Può succedere?>> chiese nuovamente il ragazzo.

<<Sì, certe volte lo si fa di proposito... Per evitare il sovraffollamento, sai com'è... Ma io non mi intendo molto di queste cose>> spiegai. Ero seduta sul soffitto del campanile della chiesa, che si affacciava sull'intero villaggio. I due erano in piedi dinanzi a me, era tutto diventato cupo e privo di vita.

<<Io direi di iniziare da qui>> disse Paimon, con un ghigno in volto.

<<È un paesino disperso nel nulla... Chi vuoi che se ne accorga?>> risposi, anche se non mi interessava molto la questione.

<<Da qualche parte dovremo pure iniziare>> disse Danil, concordando con Paimon.

<<Fate come volete, ma io non mi muovo di qui. Sono stanca e ho solo voglia di dormire fin quando Ilara non si farà viva, continua a scappare la...>> serie di insulti inimmaginabili.

<<Ok, ma devi allentare la presa, dobbiamo fargli credere che è Danil a salvarli>> disse Paimon, perché la gente non faceva altro che chiedermi favori?

<<E va bene, allenterò la presa!>> dissi, indebolendo il mio potere attraverso l'ombra.

<<Andiamo>> Paimon allegramente scese dalla torre, accompagnata da Danil.

Il loro piano era quello di creare un nuovo credo, una nuova fede. Se avessero salvato gli umani da questa crisi, se avessero mostrato che la via di salvezza c'era e che una nuova entità li avrebbe guidati verso di essa, allora il regno di Aleira sarebbe stato ancora più vicino.

Chissà se Aleira si rendeva conto che Harag non avrebbe mai potuto unirsi a lei in quel luogo... Lui era un demone, e non solo di nome. Harag amava uccidere, possedere e influire sugli umani.. non avrebbe mai smesso.

Danil bussò ad una porta, entrando subito dopo accompagnato da Paimon. Forse avrebbero guidato i loro discepoli da un villaggio all'altro, fino a raggiungere le città e a liberarle da ogni male... Che cavolata. Il male deve esistere, così come io devo dormire.

<<Lust>> dissi sentendo il profumo di mia sorella alle mie spalle, non mi voltai, non c'era bisogno.

<<Sorellina>> sussurrò lei, scostando una ciocca di capelli dietro le mie orecchie e rivolgendomi il suo miglior sorriso.

Le sue mani erano sporche di sangue, il suo abito nero era lungo, ma la gonna era caratterizzata da un profondo spacco che lasciava completamente vedere la sua gamba destra, anch'essa sporca di sangue. Sangue non suo, ovviamente.

Il Mio Dolce PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora