Capitolo 56

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Aleira POV

Era tutto bianco attorno a me. L'ultima cosa che ricordavo era l'ombra di Vassago avvolgermi... eppure non sentivo più la sua presenza.

<<Per un pelo non ti ha sottratta a me>>.

Mi voltai e non fui sorpresa di vedere gli occhi azzurri di Semeyaza di fronte a me.

<<Cosa vuoi esattamente?>> gli chiesi, cos'altro avevo da perdere? Ero nel nulla, sola con lui.

<<In realtà ciò che voglio non ha molta importanza>> il suo tono di voce era calmo, anche il suo viso era alquanto rilassato e mi osservava sorridente.

<<Cosa ha importanza dunque?>> chiesi leggermente nervosa, non volevo cadere in giochetti psicologici o giri di parole.

<<Quello che vuoi tu>> la sua risposta mi spiazzò, mi stava prendendo in giro? Sentivo che la mia quiete stava andando a farsi benedire, e che il mio lato Harag stava per prendere il sopravvento.

<<E se io volessi la tua morte?>> chiesi alzando un sopracciglio, lui rise e annuì con il capo.

<<Certo ha importanza anche questo, ma io voglio sapere da che parte vuoi stare Aleira. Tra gli angioletti o tra i diavoletti?>> mi chiese ridendo, di nuovo questa domanda?

<<Nessuno dei due>> risposi immediatamente, pensavo di aver reso chiara la mia posizione a riguardo. Non era per quello che ci trovavamo nel bel mezzo di una guerra?

<<Sai cosa aspetta a chi non sa scegliere? Limbo>> questa volta il suo tono di voce si rivelò più profondo ed il suo viso sembrò più serio.

<<No, se riesco nel mio intento non sarà più quello il posto per chi è come me>> avanzai verso di lui, se credeva di intimorirmi sbagliava di grosso. Ne avevo affrontate tante, non mi sarei arresa di certo davanti a due occhi blu.

<<Cosa ti fa pensare che ci riuscirai, ora che sei qui con me e non ne puoi uscire?>> chiese tornando allegro.

<<Cosa ci guadagni dal fermarmi?>> chiesi.

<<Per colpa tua ho perso la scommessa con Vassago, io mi vendico intralciando i suoi piani. Certo, è stato facile con Balam dalla mia parte>> spiegò in breve, eppure le sue parole mi sembrarono vere solo in parte. Così presi una decisione.

Avanzai, lui non si mosse e rimase fermo dov'era. Quando fui a poco da lui, feci ciò che lui meno si aspettava, lo baciai.

Il bacio era il contatto più intimo che potevo avere con lui. Era da tempo che non usavo la mia capacità di scavare nel passato della gente, ma in quel momento dovevo far appello ad essa.

Il problema però, sussisteva nel fatto che non ero pronta per quello che stavo per vedere.

Dovevo essere in un ricordo collegato al paradiso, perché ero in una stanza completamente bianca, al cui centro vi era la statua di un angelo.

Quando la visione fu più chiara, mi accorsi di vedere tramite gli occhi di Semeyaza. Ai miei piedi c'era del sangue, le mani dell'angelo premevano sullo stomaco, tentando di bloccare la fuoriuscita di sangue da una ferita.

<<Perché... perchè sono ancora salvo>> disse Semeyaza sputando sangue sul pavimento, crollò sulle sue ginocchia ed emise un lamento così acuto che pensai di riuscire a sentire il suo dolore.

<<Perché mi servi ancora>> una voce rispose, proveniva dalla statua a forma di angelo dinanzi a noi. La osservai sconvolta, era chi credevo che fosse?

<<Ti ho tradito>> disse Semeyaza, facendo sempre più fatica.

<<E verrai punito, ma non è ancora giunta l'ora della tua fine>> la voce della statua man mano che parlava, diventa sempre più chiara e limpida, e mi accorsi che le ferite di Semeyaza stavano guarendo.

<<Gli altri?>> chiese Semeyaza.

<<Sono già stati puniti. Raffaele si è occupato di Azazel, Gabriele dei vostri figli>> spiegò la voce, con una certa nota amareggiata.

<<Sono tutti morti... tranne me?>> chiese Semeyaza sconvolto.

<<No, Azazel e gli altri tuoi seguaci saran rinchiusi sottoterra fino al giorno del giudizio finale. Chissà, forse sarai proprio tu ad ucciderli nel mio nome>>.

Non capivo molto, soprattutto perché la storia di Semeyaza non mi era stata spiegata chiaramente. Avevo appreso che aveva messo su una ribellione, assieme ad altri demoni si era insediato in delle terre umane e avevano avuto rapporti con donne, oltre che a insegnar loro nuove arti.

<<Cosa vuoi da me?>> chiese Semeyaza, tremante e disgustato da se stesso.

<<Non essere triste, oggi sto per farti un grande dono, mio caro amico. Sarai l'unico angelo, a conoscere il mio nome>> disse la voce, lasciandomi senza fiato. Il Suo vero nome? Proprio prima che potessi udirlo, sentii qualcosa strattonarmi via di lì.

Morgue POV

Emma era andata via, ed io potei correre verso la strana presenza che avevo percepito.

Una nauseante puzza di angelo mi stava stordendo, e non si trattava di un angelo qualunque.

Michele, era fermo dinanzi ad una chiesa, avevo sentito la sua puzza da lontano, ma perché Emma no?

<<Disturbo?>> dissi annunciando così all'angelo la mia presenza.

<<Ti stavo aspettando>> Michele si voltò verso di me, tra le mani stringeva qualcosa, mi ci volle un po' prima di riconoscere qualcosa... la testa di Hals, mio fratello.

<<Sfortunatamente per te non cedo a sentimentalismi>> la testa di Hals era disgustosa, avrebbe fatto meglio a lanciarla via subito, non mi andava di combattere con i pezzi di mio fratello di mezzo.

<<Non avevo dubbi>> sbuffò, lanciando via la testa e avanzando verso di me.

<<Sai cosa vuol dire che la Mia lancia benedetta abbia posto fine all'esistenza di Hals?>> chiese poi, era alquanto calmo, mi dava decisamente sui nervi ma stava attirando anche la mia attenzione.

<<Non fare il misterioso, non fa per te>> lo esortai così a continuare.

<<Come credi che Dio riesca a tenere fermo Lucifero? Con una semplice minaccia?>> Michele sorrise, avanzando sempre più verso di me.

<<Ha ridotto i suoi poteri, strappando via da lui parte di ciò che lo rende chi è, una porzione dei suoi sette vizi gli è stata sottratta, e ognuna di queste si è reincarnata nei soggetti che più ne erano affini. Tuttavia, si sa, ad ogni mossa esiste una contromossa. Se l'essere che ospita il peccato muore, il peccato cerca un nuovo ospite... Ma, se ha uccidere l'ospite sono io, con la mia arma, il peccato torna al suo originale padrone, Lucifero. È per me arrivato il momento di riaffrontare mio fratello, in un posto neautrale, con entrambi al massimo delle nostre forze. Ed è per questo che oggi, voi sette dovrete morire per mano mia>>.

Ah. Ah. Feci un piccolo applauso, un inchino e gli rivolsi il migliore dei miei sorrisi.

<<Che le danze abbiano inizio>>.

Il Mio Dolce PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora