Capitolo 12

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Non appena fui nella mia stanza mi affrettai a cambiare i miei abiti e a mangiare la mia cena senza dare troppo nell'occhio.

Era arrivato il momento di sgattaiolare di nascosto per andare a trovare Sam, Harag mi avrebbe uccisa per questo ma ne valeva la pena. Chiusi gli occhi immaginando la stanza del piccolo, il lettino, la finestra, Sam ed eccomi lì.

Tirai un sospiro di sollievo nel vedere Sam dormire tranquillo, eppure quella sensazione di pace non durò a lungo perché mi ritrovai ad evitare il colpo violento di una spada dorata da dietro le mie spalle.

Caddi di sedere per terra nel bel mezzo della stanza per ritrovarmi di fronte ad uno dei ragazzi più belli che abbia mai visto in tutta la mia vita, senza esagerazione. Indossava una maglietta di cotone bianco, dei pantaloni grigio scuro e delle scarpe tipo adidas bianche, in mano stringeva la spada con cui poco prima aveva tentato di colpirmi. I suoi occhi azzurri mi scrutarono attentamente mentre si passo una mano tra i biondi capelli.

<<Chi sei tu?>> chiese con voce calma e tranquilla, avrebbe dovuto chiederlo prima di tentare di uccidermi, no? <<Ale.. Aleira>> risposi balbettando come al mio solito ancora seduta per terra.

<<E cosa ci fai qui, Aleira?>> puntò la spada alla mia gola mentre mi poneva quella domanda.

<<Io.. Volevo assicurarmi che Sam stesse bene>> la mia onestà sembrò non convincerlo perché la lama gelata della sua spada sfiorò la pelle del mio collo <<e perché mai una demone dovrebbe assicurarsi che un umano stia bene? Non mentire con me>>.

Avrei potuto teletrasportarmi via di lì, eppure non volevo farlo, dovevo chiarire il malinteso. Quel tizio doveva essere il nuovo angelo custode di Sam e se non acquistavo la sua simpatia non avrei mai potuto far visita al mio piccolo amico.

<<Levale quella spada dal collo>> un braccio strinse da dietro il collo dell'angelo che sussultò lasciando cadere la spada per terra. <<Chi siete voi?>> chiese il ragazzo osservando prima Harag e poi me, ero felice e spaventata allo stesso tempo di essere stata salvata da quest'ultimo.

<<Non vogliamo fare nulla a Sam, vogliamo solo aiutarti a proteggerlo>> spiegò Harag lasciandolo andare lanciandomi poi un'occhiataccia. <<Perché mai dei demoni dovrebbero farlo?>> chiese spazientito afferrando nuovamente la sua spada, accidenti era cocciuto.

<<Tu sei Harag, il demone dell'Ira>> affermò dopo un po' questo osservando attentamente Harag che sorrise <<sono famoso a quanto pare>> lo sguardo dell'angelo poi si posò su di me, che avevo ancora la faccia da tonta.

<<E lei chi è?>> mi osservò da capo a piedi senza trovare un'evidente risposta <<andiamo, non c'è verso di conversare con questo qui, sa solo chiedere chi sei o chi non sei>> disse Harag sbuffando aiutandomi ad alzarmi.

<<Ma io voglio aiutare Sam! Voglio vederlo crescere e...>> dissi quasi piagnucolando irritando leggermente Harag che mi guardò torvo <<non può essere vero...>> sussurrò allora l'angelo osservandomi <<tu sei sincera>> abbassò dunque la spada arrendendosi <<va bene, puoi venire a visitarlo ogni tanto... Ma non potrai mai toccarlo, ti permetterò solo di osservarlo da lontano>> sorrisi, sempre meglio di nulla.

<<Va bene>> dissi porgendo la mano all'angelo che la fisso un po' prima di stringerla nella sua, quel contatto fu strano, fu come se una scossa elettrica mi avesse appena percorso tutto il corpo e capii fu così anche per lui, perché mi fisso intensamente <<il mio nome è Caliel>> disse prima che un Harag su tutte le furie mi trascinò via di lì.

Il Mio Dolce PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora