Capitolo 21

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In foto: Emma e Kasal.

Kasal POV

Mantenni la promessa fatta ad Harag, dopo una doccia e tanto coraggio lasciai la mia camera non prima di aver promesso al mio letto di fargli visita al più presto.

La residenza di Vassago non era lontana dalla nostra, discesi per la strada stando attenta a non farmi vedere da nessuno: ero completamente vestita di nero camminando di ombra in ombra..

Mi intrufolai da una finestra lasciata aperta, quando i miei piedi toccarono il pavimento feci attenzione a non far troppo rumore per poi osservarmi intorno.

Ero nella cucina e per fortuna non c'era nessuno nei paraggi, corsi verso la porta in punta di piedi per poggiare l'orecchio su di essa per sentire se ci fosse qualcuno dall'altro lato.

Essere nella casa di Vassago non mi piaceva affatto, non avevo voglia di rivedere quel viso ed i suoi sorrisi ma... dovevo farlo per Harag.

Quando mi accertai che nessuno era nei paraggi corsi nel corridoio, intravidi un divanetto e mi rattristai all'idea di non poter prendere una breve pausa, volevo tornare a casa immediatamente.

<<Niente da fare, va via, non dovresti nemmeno essere qui>> la voce di Vassago proveniva dalla stanza in fondo al corridoio, stava parlando con qualcuno la cui voce mi pareva familiare.

<<Lui sa benissimo che sono qui, non c'è nessun problema>> l'altra voce era di un uomo sebbene suonava armoniosa e delicata, mi fermai accanto alla porta aperta, poggiando la schiena sul muro con l'orecchio teso verso di essa.

<<Ciò non cambia il mio volere, non ho intenzione di aiutarvi o di predire nulla, d'altronde non è neanche sua figlia>> di chi stavano parlando? Di Aleira forse?

<<Sai benissimo chi mi ha mandato realmente>> rispose l'altro, memorizzai ogni parola in modo da poterla riferire ad Harag.

<<Lo so, lo so. Dille che mi dispiace ma non amo l'utilizzo di messaggeri per questo tipo di faccende, le farò visita io stesso a tempo breve...>> disse Vassago, messaggero? Poteva trattarsi di Gabriele, ma cosa ci faceva negli inferi?!

<<D'accordo, le riferirò tutto. A presto>> rispose Gabriele, quelle parole segnarono l'inizio di un profondo silenzio, pensai perfino di riuscire a sentire il battito del mio cuore.

<<Nascondendoti dovresti far attenzione ad i tuoi capelli, il vento li fa danzare proprio dinanzi alla porta>> le parole di Vassago mi spaventarono, mi aveva scoperta.

Sospirai entrando a malavoglia nella stanza, era un piccolo salotto con due divani ed un tavolino rotondo al centro, un minibar fronteggiava questi ed era lì che Vassago si stava versando del wisky in un bicchiere con del ghiaccio.

Rivederlo creò grande scompiglio nella mia mente, ma cercai di non darlo a vedere sbuffando, mi sedetti ad uno degli sgabelli dinanzi a lui, osservando in torno nervosamente.

<<Non ci si vede da un po'>> commentò sorridendo prima di bere un sorso dal bicchiere che stringeva tra le mani.

<<Da quando mi hai lasciata tra le grinfie di Moloch>> specificai osservandolo dritto negli occhi, lui roteò i suoi poggiando il bicchiere sul ripiano che separava me da lui.

<<Da quanto vedo sei viva e vegeta, hai un riparo e sei diventata alquanto potente come demone>> certo, prova a pararti il culo con queste parole.

<<Mi hai abbandonata, sei stato tu a sedurre la mia mente tanto da farmi scegliere la caduta e poi mi hai affidata ad un essere meschino e disgustoso, persino troppo per un demone!>> esclamai con estrema rabbia facendo rossa in volto, volevo andar via di lì, nel mio letto e dormire non pensando più a nulla.

Il Mio Dolce PeccatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora