21. I'm not gay

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«Harry, che diavolo hai fatto?» chiese Niall appena vide il suo amico pieno di graffi, sangue incrostato e lividi. Per non parlare dell'occhio destro, nero e gonfio.

«Nulla, Nello, tranquillo.» lo liquidò Harry, andando in bagno e non badando ai passi del biondo dietro di sè. Sapeva che l'amico non avrebbe lasciato perdere, e sapeva che lui sarebbe scoppiato fra pochi secondi.

«So di essere una persona orribile e pessima, ma perchè non posso essere felice anche io? Perchè ogni volta che ho qualcosa di bello fra le mani me lo portano via? Prima Gemma, poi papà, ora Louis. I-io non so cosa fare, n-non so cosa-» si bloccò per un secondo, tirando su col naso e cercando di non piangere, perchè no, non era il caso di lasciarsi andare nel luogo in cui poco prima lo avevano beccato a parlare con Louis. Niall sembrò capire, dato che lo prese per mano e dopo aver dato un'occhiata al corridoio, vuoto per fortuna, camminò velocemente uscendo dalla scuola e portando il suo amico nel campetto da calcio presente accanto all'edificio, non visibile da nessuna aula.

«Sfogati, Harry, ne hai bisogno.»

Il riccio non se lo fece ripetere due volta e scoppiò a piangere, ricambiando immediatamente l'abbraccio di Niall e stringendo il corpo del suo amico come se fosse la sua àncora.

«Sono qui, non ti lascio, Haz.» mormorò il biondo accarezzando i capelli ricci e annodati del ragazzo che continuò a singhiozzare sulla sua spalla senza tregua.

E Niall lo sapeva, aveva capito cosa era successo, senza bisogno di spiegazioni.

Brian, Tony, Thomas e Flyn. Quattro nomi che a una persona non direbbero nulla, ma a Niall facevano pensare a tanti pianti, notti in bianco passate a consolare il suo amico in preda agli incubi, la sofferenza di Harry provocata da quel "Mi trasferisco, non posso più vivere così" pronunciato con tanto dolore e rimorso da Nick. Era passato un anno, il riccio aveva superato quella relazione definendola un'avventura, e cambiando pian piano, diventando uno dei "popolari", o meglio, creando una figura che non era il vero Harry Styles, che non si avvicinava per niente al suo vero carattere.

«Mi hanno scoperto, sanno tutto, Niall.» disse con voce spezzata il maggiore, stringendo la stoffa della felpa di Niall, che annuì comprensivo e continuò a stringerlo non sapendo cos'altro fare.

«Loro m-mi hanno spiato. Io parlavo con Lou.»

«Quegli stronzi del cazzo.» imprecò Niall, stringedo i pugni, e Harry ne era sicuro, il suo amico era infuriato sul serio, dato che aveva appena imprecato.

«Cosa faccio? Mi picchieranno tanto. Non posso, Nì, non posso.»

«Non puoi cosa?»

Harry scosse la testa preso da un miscuglio di pensieri che urlavano con mille voci diverse nella sua testa, e tirò fuori dalla tasca il cellulare graffiato a causa delle cadute avvenute poco prima. Cliccò sulla casella dei messaggi, digitò ed inviò.

A LouLou:
Non sono gay, o bisessuale, o ciò che vuoi. Mi sono sbagliato  non voglio nulla. Addio.

Era stato stupido, ma necessario per non ricadere nel solito mare troppo profondo per riuscire a sopravvivere.

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