33. Spaces between us

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Capitolo dedicato ad Angy, meglio conosciuta come "La pazza che sclera di continuo", che ano tanto❤ Happy b-day baeee♔

Notifiche, notifiche ed ancora notifiche. Il cellulare sarebbe potuto esplodere se solo ne avesse ricevuto altre. Tutti i social parlavano di quella stupida foto, di quello stupido sbaglio, della sua stupidità e lui continuava ad ignorarli. Si rigirò fra le coperte da cui non usciva da giorni e guardò l'orario sulla sveglia posata sul comodino accanto al letto. Le nove della sera, l'ennesimo pasto saltato. Non ricordava se sua madre fosse andata a chiamarlo, ma sinceramente non gli interessava.

«Ora avrei bisogno di te, sai? Mi daresti uno dei tuoi ottimi consigli per farmi perdonare.» sussurrò, fissando il soffitto sperando in una risposta da parte di Gemma, sua sorella, che ovviamente non arrivò. Sospirò e prese fra le mani il cellulare, ignorando le notifiche e premendo sul touch screen, entrando nella rubrica e fissando quel numero. Sembrava tutto un deja vu, eppure quella era l'orribile verità. Niente felicità, niente fortuna, niente anima gemella per Harry Styles (non che avesse mai creduto nella persona ideale con la qule vivere tutta la vita; era sicuro fossero tutte cazzate).

Sbuffò e bloccò il telefono, riportando lo sguardo al tetto e ripensando alle parole di Louis. Com'era perdere qualcuno? Lo sapeva bene, Harry. Aveva perso Gemma e suo padre, ma perdere Louis era qulcosa di differente; sia per il fatto che ovviamente il tipo di perdita era completamente diverso, sia per il fatto che Louis sarebbe potuto tornare indietro, mentre per i due membri della sua famiglia la cosa era impossibile.

Ed eccolo il consiglio di Gemma: fare tutto il possibile per riprendersi ciò che ormai credeva fosse suo di diritto. Non poteva arrendersi, doveva fare qualcosa per rimediare al grande danno commesso.

Compose un nuovo numero e dopo pochi squilli, «Fammi indovinare, ti serve aiuto con Louis.» disse la voce metallica dall'altra parte del cellulare, facendolo sorridere un poco.

Grazie Dio per aver creato Niall James Horan.

«Esatto, Nello. Non posso perderlo. Sono stato un grande coglione e mi vorrei far perdonare, ma non ho nessuna idea e tutti continuano ad insultarmi. Non li ascolto, ma qualche volta alzo gli occhi sulla barra delle notifiche e mi augurano la morte, mi dicono cose terribili, Niall. I-io sono stato pessimo, ma s-sono davvero tanti e-»

«No, ei no, non piangere, Haz. Arrivo subito da te e ne parliamo, mh? Niente lacrime, ricciolino, per favore.» lo implorò Niall, indossando le scarpe e afferrando un giubotto a caso dalla sedia della scrivania, per poi andare di corsa in cucina alla ricerca della madre. Harry intanto stette in silenzio aspettando di sentire una porta aprirsi e chiudersi subito dopo: quella di casa Horan.

«Papà mi accompagna. Sarò lì tra poco e stiamo insieme questa notte, così parliamo e risolviamo tutti questi casini. Va bene, Haz?»

«È perfetto Nì. Non so cosa farei senza te.»

«Nulla, Styles, nulla!»

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