Per tutto il viaggio Harry non fece altro che battere nervosamente il piede sul tappetino dell'auto, implorare (o meglio, urlare) la madre di andare più veloce, cercando intanto di non far attaccare la chiamata a Louis, e bestemmiando contro la pioggia che continuò ad aumentare, man mano che i minuti passarono, fino a quando non intravide il cartello che indicava l'entrata del parco. Aprì lo sportello senza aspettare che Anne parcheggiasse e corse fino all'entrata stringendo il cellulare fra le mani e tirnado il cappuccio della felpa che portava sotto il giubotto, a coprire i ricci.
«Lou, amore, Loueh sono qui, mi vedi o senti?» chiese il riccio, guardandosi intorno e ringraziando, in un certo senso, la pioggia che continuAva a cadere incessantemente, lasciando il parco completamente deserto.
«Dove sei? D-dove Har?» rispose il liscio dall'altra parte del telefono, segno che no, non poteva vederlo. Harry fece per rispondere, ma si fermò non appena notò una figura minuta rannicchiata su una panchina, poco lontano da lui. Chiuse la chiamata e raggiunse il ragazzo, si fermò a pochi passi da lui, sedendoglisi poi accanto e tirandoselo addosso, stringendolo forte. Louis sussultò sentendo qualcuno accanto a è, ma appena si accorse di chi fosse in realtà, si lasciò abbracciare e singhiozzò contro la spalla del riccio, che gli baciò ripetutamente la testa.
E non gli importava della pioggia, del raffreddore terribile che avrebbe potuto prendersi; no, ad Harry importava solo di Louis, che doveva sorridere, ridere, scherzare, fare le solite battute pessime, baciarlo dolcemente o semplicemente, smettere di soffrire.
«Sono qui, va tutto bene, non sei solo.» disse il riccio, alzando il piccolo corpo del maggiore ed alzandosi in piedi, reggendolo da sotto le cosce e camminando verso l'auto che Anne, alla fine, aveva lasciato davanti all'entrata del parco. Aprì lo sportello e si sedette sui sedili posteriori, con Louis accanto. Anne aprì la bocca, ma Harry le lanciò uno sguardo implorante e la donna tacque, ripartendo verso casa senza fare domande, ma sbirciando dallo specchietto retrovisore di tanto in tanto.
«Dove mi porti?» chiese Louis, dopo alcuni minuti che si trovavano sull'auto, alzando la testa dal petto bagnato di Harry, coperto da una maglia ormai fradicia incollata alla sua pelle.
«A casa.» rispose pacato il riccio, ma sobbalzò non appena il ragazzo si scostò e «A casa? Sei pazzo? Non voglio andare da quella stronza che mi ha mentito per d-»
«Amore no, andiamo da me, tranquillo.» lo fermò Harry, prendendo le sue mani fra le proprie e accarezzandogliele dolcemente. Louis si calmò all'istante e si poggiò nuovamente contro Harry, sospirando.
«Mi ha mentito, Har, la odio.» sussurrò, prima di addormentarsi profondamente.
Il riccio non potè fare altro che scambiarsi un'occhiata preoccupata con la madre, e mandare un messaggio a Zayn, migliore amico di Louis, avvisandolo della presenza del liscio accanto a sè, per non far venire un infarto a mezza Doncaster, per poi poggiare la testa su quella del suo ragazzo e stringelo forte, addormentandosi subito dopo.
-6 alla fine :(
PIANGHEGGIO
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Web 》L.S.
FanfictionNiall Horan è un fanatico del web: Facebook, Snapchat, Instagram, Tumblr, qualsiasi social network possibile ed immaginabile è installato nel suo telefono. Ma il social su cui passa la maggior parte del tempo è YouTube; il motivo? Tommoff, alias il...