25. Daddy

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«Mi stai dicendo che stavi per rinunciare ad un futuro noi per dei coglioni senza cervello che perseguitavano te e il tuo ragazzo un anno fa e che questi stronzi hanno osato alzare le mani su di te quando uno di loro ha sentito -o megli, origliato- la nostra conversazione?» chies Louis, stringendo i denti furioso dopo il racconto di Harry, che nonostante sapesse che il ragazzo non potesse vederlo annuì, sapendo che il liscio avrebbe interpretato quel silenzio come un affermazione.

«Io gli spacco la faccia, giuro che gli farò talmente male che-»

«Lou, senza offesa, ma cosa potresti fare tu contro quattro spilungoni ricoperti di muscoli? Ti ucciderebbero, sei perfino più gracile di me. Non voglio che tu ti faccia male come,» si fermò per un istante e dopo aver titrato un grosso respiro riprese, «come successe a Nick. Non voglio, assolutamente. I-io troverò un modo per stare insieme a te e non far scoprire niente a loro. Forse potremmo parlare solo quando sono a casa, come oggi. Inoltre non mi sento pronto a rivelare a mia madre i miei gusti in fatto sessuale.» spiegò pacatamente, steso sul letto in camera sua, sperando che Louis capisse come al solito, che lo spalleggiasse e non gli mettesse pressione, anche se era sicuro che non l'avrebbe fatto. Louis non sembrava quel tipo di persona.

«Va bene, come preferisci, per ora facciamo così.» rispose infatti il ragazzo, confermando la sua teoria.

«Grazie, Louis. Grazie per tutto, non so com-» lo ringraziò, ma venne bloccato dal ragazzo, che «Risparmia tutte queste moine, con me non serve fare il lecchino, se lo faccio è perchè tengo a te, e tanto.» disse.

«Tanto quanto?»

«Tanto dal star preparando una sorpresa per te.» ribattè Louis, ridacchiando immaginando la reazione di Harry.

«Sul serio?» chiese quest'ultimo sgranando gli occhi e mettendosi seduto, attendendo impaziente una risposta.

«Sul serio, sweetie.»

«Non chiamarmi così, sa di uhm...»

«Gay?»

«Gay.»

«Notizia dell'ultima ora: io sono gay, tu sei gay, e questa è una conversazione tra gay, sweetie.»

«Non sono gay.»

«Harry.»

«Forse un pochino...»

«Harold.»

«Lo sono, lo sono, okay.»

«Bravo bambino.»

«Non dimenticare che qui il bambino sei tu.»

«Il gay represso vorrebbe comandare, povero.»

«Il gay represso comanda, capito piccolo?»

«Capito, daddy.»

«Mi piace come suona detto da te.»

«Cosa? Daddy?»

«Dillo ancora.» mormorò Harry sbottonando i jeans e abbassando la lampo, intrufolando poi una mano dentro i boxer.

«Harry, che cazzo stai facendo?»

«Tu parla, hai una voce fottutamente eccitante, Louis.»

«Okay, Daddy, ti stai toccando?»

«Sì, Lou, sì cazzo.»

«Non preferiresti la mia bocca al posto della tua mano?»

«La mia lingua che lecca ogni parte di te.»

«Le mie mani che ti toccano ovunque, il mio corpo sotto il tuo.»

«Le mie labbra intorno alla tua erezione, la mia bocca che pompa velocemente, tu che non trattieni i gemiti di piacere e vieni con un urlo strozzato.»

«Vieni per me, Daddy.»

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