43. Stepsister

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«Niall, non è divertente, okay?»

«Non scherzo, Harry. Non so come abbiano fatto, ma delle fans hanno scoperto tutto uno strano intreccio e ora su twitter non fa altro che girare l'hashtag #Louisstepsister, ormai sono quasi un milione di tweet. Louis non dice nulla, però.»

Harry si passò una mano sulla faccia, sperando di scomparire immediatamente dalla terra, dal mondo, dall'Universo. Non bastava scopare con una ragazza a caso ed aver litigato con Louis in precedenza? No, ovvio, da bravo ragazzo quale era, doveva ovviamente scopare con la sorellastra del suo ragazzo.

Sospirò pesantemente e «Dovrei chiamarlo?» chiese flebilmente temendo la risposta.

«Dovresti, sì.» ribattè Niall, sentendo l'ansia di Harry passare attraverso il cellulare.

«Va bene. Ora?»

«No, domani! Certo che ora, scemo!»

Harry annuì e chiuse la chiamata, senza preoccuparsi di salutare Niall, più tardi l'avrebbe ringraziato per esserci sempre stato. Digitò il numero della persona interessata, ovvero Louis, e questi rispose al secondo squillo.

«P-pronto?»

Balbettio seguito da Louis che tirò su col naso. Pessimo segno.

«Hei amore.» tentò Harry, per alleggerire la tensione.

«Passa al dunque, so perchè mi stai chiamando.»

Il riccio sospirò, «Ti giuro che non sapevo fosse lei, Lou. Se- cazzo se l'avessi saputo non me la sarei scopata. Insomma, non dovevo a prescindere, ma posso assicurarti -anzi, giurarti, che non lo sapevo.»

«Neanche io.» singhiozzò Louis.

«Beh certo, forse- aspetta, cosa?» chiese Harry, accorgendosi subuto dopo delle parole del maggiore.

«Ho una sorella, un'altra. E m-mio padre non sa delle mia esistenza. M-mia madre mi ha mentito, Harry. E-e dove cazzo sono?» balbettò, piangendo il liscio, ed Harry scattò come una molla, infilandosi le scarpe e rischiando di inciampare più volte.

«Dove sei?» chiese ansioso il riccio.

«Non-non lo so. I-io-» mormorò Louis.

«Amore, ti prego, fai un piccolo sforzo per me. Non sei a casa, hai guidato per tanto? Sei uscito a piedi?» si infilò il giubotto.

«In m-macchina. E piove t-tanto.» pianse Louis.

«Qualche cartello?» continuò a chiedere sempre più in ansia.

«N-non so cosa è il B-brrrereton Heath? Sì, Brereton Heath Park.» balbettò il maggiore.

«Dio, che cazzo ci fai nel Chesire?» sbottò Harry, scendendo le scale.

«Nel cosa?» chiese spaesato Louis.

«Solo, sta fermo lì, arrivo subito.»ribattè Harry, catapultandosi in cucina senza chiudere la chiamata e continuando a mormorare parole sconnesse alla disperata ricerca di tranquillizzare il suo ragazzo, che continuava a singhiozzare.

«Mamma, devi assolutamente accompagnarmi da Louis.» comunicò il riccio, dopo aver girato messa casa, trovando finalmente sua madre intenta a caricare la lavatrice. La donna alzò lo sguardo sul figlio e si stupì quando vide i suoi occhi lucidi e il nervosismo con cui stringeva il cellulare borbottando qualcosa che non riuscì a capire. Non se lo fece ripetere due volte e lasciò il maglioncino lilla che teneva fra le mani, uscendo dalla stanza, seguita da Harry. La donna indossò il cappotto e aprì la porta al figlio, che incurante della pioggia corse in auto, infilandosi il giubotto, e si mise la cintura, mentre Anne fece lo stesso più lentamente e meno freneticamente del riccio.

«Tesoro che succede?» chiese poi, dopo essere partita.

«Brerenton Heath Park, andiamo là.»



Buonaseraaaaaa!!! Chiedo scusa per tutta questa assenza, ma ho avuto impegni ed inoltre l'app sta avendo problemi e non riuscivo ad aggiornare dal telefono (w il pc) quiiindi, eccomi qui. Arrivano altri capitoli tra poco!

All the love. A

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