49. Prom

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«Bene, okay, ci sei, Niall? Forza, devi solo arrivare là e chiederle di ballare; non è così difficile, ti avvicini e parti con un "Hei pupa, il tuo lato b mi ha parlato, posso vedere come si muove in pista?"» chiese a sè stesso Niall, seduto nell'auto di Anne, accanto ad Harry, e guardandosi nello specchietto retrovisore.

«Ma che diavolo ti fumi, Nello?» chiese Harry, baciando la guancia della madre e sorridendole, prima di scendere dalla macchina, seguito dall'amico.

«Ciao mamma Annie, e grazie del passaggio!» salutò Niall su di giri, chiudendo lo sportello ed affiancando Harry, «Non mi fumo niente, Styles, ma odio questa cazzata che si debba scegliere la compagna in pista, insomma, fare un normale ballo in cui il ragazzo invita la ragazza? Ora arriverò in pista e la mia anima gemella sarà già impegn-»

«Davanti a noi, Oliver, quello del quinto anno, le sta andando incontro, muovi il culo o la perdi.» lo interruppe Harry, indicando il bancone dal quale la ragazza in questione, ossia Barbara, stava prendendo un drink. Niall arrossì fino all'ultima punta dei capelli tinti e prese un respiro profondo, prima di venire spinto, letteralmente, da Harry, verso la ragazza.

Il riccio si guardò intorno annoiato e sbuffò sonoramente. Non aveva voglia di stare lì ed inoltre sembravano esserci solo coppiette intente a limonare, scambiarsi fiori, o peggio, fare praticamente sesso in pista. Prese un drink  e si voltò portandolo alla bocca, a venne urtato e il liquido gli finì addosso.

«Porca troia!» sbottò, maledicendo il ragazzo che lo aveva urtato, che sembrava terrorizzato da lui. E si, probabilmente in quel momento non aveva una faccia che esprimeva la felicità estrema, ma fanculo, era già nervoso di suo, possibile che ci si dovesse mettere pure quel deficiente che non guardava dove camminava?

«Non è possibile, la sfiga mi perseguita, manca solo il gatto nero o che passi sotto una scala e sarò al top per i prossimi vent'anni» si lamentò il riccio, dirigendosi verso il bagno più vicino e spalancando la porta sentendo un tonfo subito dopo. Abbassò lo sguardo e si accorse di un ragazzo a terra. Il solito cretino.

«Scusa, giuro che non- Louis?» cominciò a scusarsi, porgendo la mano per aiutare il giovane, ma ritirandola appena questi alzò il viso e il solito paio di occhi azzurri lo investirono. Sentì il respiro accellerare e rimase immobile a fissare Louis per alcuni secondi, prima di riprendersi e prendere un respiro profondo, spostando lo sguardo davanti a sè ed ignorando il liscio steso a terra, raggiungendo il lavandino e levandosi la camicia rimanendo con solo la maglia bianca ormai completamente fradicia addosso.

«Merda.» borbottò guardandosi allo specchio. Era ridotto davvero male, avrebbe preferito cambiarsi i vestiti immediatamente.

«Harry.» lo richiamò Louis, dopo essersi alzato dal pavimento, portando una mano alla fronte dove un bernoccolo stava spuntando. Il riccio lo ignorò bellamente e si tolse la maglia, asciugandosi il petto con i fazzoletti. Louis deglutì e spostò lo sguardo sui propri piedi, uscendo in seguito dal bagno.

Entrambi sapevano che non era finita lì, che era appena l'inizio, o meglio, l'inizio della fine.

La resa dei conti.

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