40. Tomlinson

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LEGGETE PER FAVORE:

Prima di tutto scusatemi per gli ORRORI grammaticali riguardanti i verbi nello scorso capitolo. Il sonno fa brutti scherzi a quento vedo, e non ricapiterà mai più (o almeno spero), quindi ho ripubblicato il capitolo e cancellato l'altro dato che Wattpad non me lo faceva modificare!

Ultima cosa: passereste a leggere la mia nuova ff "Black Wings"? La trovate sul mio profilo! Grazie e scusate ancora :)


«Come sto? Troppo elegante? Forse dovrei provare qualcosa di più soft, cioè non soft nel senso soft ma soft nel-» sproloquiò Harry, aggiustandosi la giacca sopra la camicia e passando varie volte una mano fra i capelli.

«Amore?» lo richiamò Louis, comparendo dietro di lui e facendolo voltare.

«Sono orribile, vero? E loro sanno la storia di Geor-»

«Non sanno nulla, sei stupendo e ti adoreranno.» lo fermò nuovamente il maggiore, baciandogli le labbra e sorridendogli in modo rassicurante, massaggiandogli le spalle che si rilassarono sotto il suo tocco.

«E in ogni caso, devi piacere a me; scelgo io chi frequentare.» concluse poi Louis, facendogli l'occhiolino e lasciando un ultimo bacio sulla guancia prima di scendere le scale e dirigersi in cucina da Anne per aiutarla a preparare il cibo o la tavola.

Harry sospirò ansioso e si guardò ancora una volta allo specchio. Louis era arrivato ad Holmes Chapel tre giorni prima, e durante le ultime notti era stato bellissimo poterlo stringere tra le sue braccia, svegliarsi con lui accanto (ringrazierà sempre Anne per averlo lasciato a casa in quei giorni) e averlo sempre intorno. Inoltre, lui ed Anne sembravano andare molto d'accordo, anche troppo a dir la verità.

Ma, sua madre era una donna abbastana socievole. E se i genitori di Louis non lo fossero stati? E se il patrigno l'avesse squadrato da capo a piedi disgustato? Se la madre fosse corsa via appena entrata in casa? Se le sorelle l'avessero odiato?

Si riscosse da quei pensieri orribili e paranoici appena il campanello suonò. Saltò su sapendo esattamente chi lo aspettava al piano di sotto e prese un respiro profondo prima di aprire la porta della sua stanza e scendere le scale lentamente, per paura di inciampare come suo solito e fare una colossale figura di merda. Scese l'ultimo gradino e si preparò ad accogliere gli ospiti nella sua umile dimora per trascorrere un umile cena insieme, ma davanti a lui si presentò l'esatto opposto di ciò che immaginava.

Ossia, una normale famiglia al posto degli investigatori stile Sherlock Holmes che si era immaginato

Una donna dai capelli castani e gli occhi chiari come quelli del figlio gli sorrise cordialmente e porse la mano presentandosi con un «Sono Johannah, ma puoi chiamarmi Jay, Harry. Sono felice di conoscerti, Loubear parla di te in continuazione, diventa logorroico.» che fece ridere Harry, che si fermò appena lo sguardo glaciale del suo ragazzo si posò su di lui e in seguito su Johannah, che ridacchiò.

«Mark Tomlinson. Felice di conoscerti, Harry.» si presentò invece l'uomo al fianco della donna, porgendogli la mano sinistra mentre con la destra reggeva una bambina di circa quattro anni, che guardva curiosa la scena.

Harry abbassò lo sguardo e notò una bambina uguale identica alla bimba in braccio al patrigno di Louis.

Johannah indicò le due bambine, «Loro sono Daisy e Phoebe, felici di conoscerti, ma sono molto timide. Lottie, potresti lasciare per un momento il cellulare e presentarti?» disse poi, tirando via dalle mani della figlia maggiore (dopo Louis) il cellulare e indicando Harry che osservava la scena divertito.

«Oh ehm, sì. Scusate. Io sono Charlotte, o Lottie, piacere di conoscerti.» si presentò la ragazza.

«Felicite Tomlinson, o Fizzy.» disse infine la ragazzina mora accanto a Lottie, sorridendo ad Harry per poi «Abbiamo tutti soprannomi in questa famiglia. Sarà difficile per Harry ricordare i nostri nomi, figuriamoci anche i soprannomi.» concludere, divertita dalla situazione.

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