54. The heart wants what it wants

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Ansia, cuore a mille, il paesaggio fuori dal treno sfocato, voci che si accavallavano l'una sull'altra, piccole gocce che cadevano dal cielo, situazione strana per un giorno di Giugno, ma infondo era dell'Inghilterra che si parlava, ed il fatto che il sole splendesse meno di due secondi prima per poi venire rimpiazzato da grossi nuvoloni grigi, non era poi così strano. Battè freneticamente le dita contro il ginocchio cercando di far passare il tempo con gli auricolari che trasmettevano nelle orecchie diverse canzoni che non stava realmente ascoltando, troppo occupato a pensare, a immaginare scene improbabili. Non si era accorto delle ore passate, troppo preso da Louis, e ancora Louis. Sempre lui. Un'ossessione, più che un amore difficile.

Notò per pura fortuna, data la distrazione delle ultime ore, la propria fermata avvicinarsi, e mai momento fu più felice. Si catapultò fuori dal treno e si ritrovò in una cittadina sperduta, ringraziando il fatto che le fans di Louis fossero delle stalkers talmente accurate da sapere il suo indirizzo di casa. S'incamminò dunque lungo le strade, osservando con attenzione i cartelli alla ricerca della giusta via, e perdendosi più volte, sperando che la pioggia non aumentasse diventando fitta, dato che finchè fosse rimasta quella lieve pioggierellina non gli avrebbe dato alcun fastidio. Prese il cellulare ricontrollando la mappa ed aumentando il passo cercando di recuperare i minuti persi, finendo poco dopo col sedere a terra. O almeno, sarebbe stata quella la fine che avrebbe fatto se due braccia non l'avessero afferrato in tempo impedendogli la caduta. Alzò lo sguardo e sgranò gli occhi appena notò la persona davanti a lui.

«Dovremmo smetterla di incontrarci in questo modo.» esordì Louis, non mostrandosi affatto sorpreso del ritrovarsi il riccio fra le braccia. Quest'ultimo si rialzò senza staccarsi dalla presa del ragazzo e annuì, «Come-perchè non sei sorpreso?» chiese poi, ancora incredulo.

Louis fece un sorriso soddisfatto, «Collaboro con persone più sveglie della CIA, sapevo che saresti venuto, alcuni ti hanno visto sul treno e beh sono l'unica ragione per cui faresti ore di viaggio ed arrivare a Doncaster no?»

Harry alzò gli occhi al cielo, «Presuntuoso di merda.» borbottò mettendo il cellulare in tasca. Louis ridacchiò e allentò la presa su Harry distanziandosi un poco, «Allora dimmi, sei qui per chiedermi di non nominarti più nei miei video?» chiese poi, guardandolo nuovamente negli occhi.

Il riccio scosse la testa, «Sono qui per fare il più grande clichè di tutta la mia vita.» annunciò, con tono di rimprovero verso sè stesso.

«Sarebbe?» chiede divertito Louis.

«Dirti che ti amo, dirti che ho capito ora che non ce la faccio senza te, che è tutto troppo noioso senza Louis Tomlinson nella mia vita, che ho provato ad allontanarti dalla mia testa, ma il cuore vuole ciò che vuole. Io voglio te, e non ho intenzione di buttare al vento tutto. Non posso dimenticare, ma se stiamo insieme posso affrontare tutto.»

Louis lo guardò a bocca aperta per poi annuire arrossendo, «Sono stupito sai? L'ultima volta sembravi contrario a tutto questo, e deciso a farla finita, mentre ora sei qui e beh, mi sembra incredibile davvero.» tirò su col naso, «ma il clichè sarebbe?»

Harry ghignò e gli prese il viso fra le mani poggiando le proprie labbra su quelle del liscio, che fece in tempo a sentire le gocce d'acqua cadere su di loro e bagnare i loro vestiti.

Ma che importava? Erano il più grande casino del mondo, ma lo erano insieme, ed avrebbero continuato ad esserlo.

FINE

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